Se ti sei cimentato con
lo studio del portoghese saprai già quanto questa lingua, sebbene
all'inizio possa sembrare poco intelligibile a causa della sua
pronuncia simile al russo, è in realtà molto docile per noi italiani (e per gli altri neolatini in genere), visto che la morfologia e la sintassi sono quasi identiche
e il vocabolario è molto affine. Anche l'apprendimento dei verbi,
soprattutto se hai studiato il latino, ti sarà sembrata una
bazzecola: quelli irregolari sono pochissimi, le desinenze sono grosso modo intuibili, i modi e i tempi
sono quasi uguali ai nostri e si usano quasi nello stesso modo.
Quasi, perché c'è un verbo che sfugge alla comprensione di chi non
è lusofono.
È il congiuntivo futuro,
un verbo che di primo acchito può sembrare intraducibile e di
difficile collocazione nella nostra struttura mentale. Da dove sbuchi
fuori questo monello della tabellina dei verbi portoghesi non mi è
chiaro: il latino ne è sprovvisto, così come tutte le altre
principali lingue neolatine. Lo stesso spagnolo, che ne contemplava
la presenza, ne fa a meno da almeno duecento anni. Dev'essere un
vezzo tutto iberico che però resiste fortemente avvinghiato nelle
menti dei lusofoni e nella loro struttura grammaticale, perché
evidentemente risponde a un bisogno tipico di questo popolo. Il
congiuntivo futuro esprime infatti l'incertezza di un'azione nel
futuro: attitudine molto portoghese, vero?
Podes vir quando quiseres
(puoi venire quando vuoi), non quando queres, perché sì, puoi
venire quando vuoi, ma che ne so io quando vorrai? Fra mezz'ora? Fra
un anno? Mai? Io non posso prevedere la tua volontà, e forse nemmeno
tu stesso. Preciso da tua ajuda assim que puderes (ho bisogno del tuo
aiuto appena puoi), non assim que podes, perché che ne so io quando
e se potrai? Potresti avere un impedimento per dieci minuti, un
giorno, una vita, e nessuno può saperlo. Se amanhã
vieres (non vens) ofereço-te um café (se domani vieni ti
offro un caffè), perché non so se vuoi davvero venire, anche se
vieni già tutti i giorni: potrebbe succedere di tutto, potresti
all'improvviso non avere più voglia di vedermi, potresti morire
soffocato per una spina di baccalà, potresti prendere il primo aereo sola andata per una destinazione sconosciuta, e io qui, ancora ad aspettarti con
la macchinetta del caffè pronta.
Non pensare che questa
forma verbale sia appannaggio delle sole classi istruite: il
congiuntivo futuro è trasversale, usato centinaia di volte al
giorno, forse più dell'indicativo, anche da analfabeti e persone che
non hanno mai toccato un libro di grammatica. Semplicemente lo usano
ignorando di usarlo. Perché è connaturato alla cultura portoghese,
ne esprime perfettamente il fatalismo di cui è intrisa e pervasa. E
il fatalismo, come sappiamo, è parente stretto della saudade, che in
un certo modo vede possibilità laddove c'è solo impossibilità e
dubbi dove altri vedrebbero solo certezze. Così il congiuntivo
futuro: tutto è possibile, ma anche no.
È molto bello che sia tornato.
RispondiEliminaGrazie, Diego!
Eliminaé sempre una gioia leggerti.
RispondiEliminaSemplicemente lo usano ignorando di usarlo. Perché è connaturato alla cultura portoghese, ne esprime perfettamente il fatalismo di cui è intrisa e pervasa. E il fatalismo, come sappiamo, è parente stretto della saudade, che in un certo modo vede possibilità laddove c'è solo impossibilità e dubbi dove altri vedrebbero solo certezze. Così il congiuntivo futuro: tutto è possibile, ma anche no.
Bellissimo questo paragrafo. grazie
Grazie mille a te, Morena!
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