domenica 18 marzo 2012

MÚSICA PIMBA



Dimentica per un momento il fado, i Madredeus, Amália, Carlos Paredes e scendi con me negli abissi della musica popolare portoghese. Ti farai un sacco di risate se sentirai la música pimba.

Hai presente gli Squallor? Bene, mischiali con un po' di Orietta Berti, la Carrà di “Com'è bello far l'amore da Trieste in giù”, un po' di Ricchi e Poveri e un'orchestra da festa di paese e hai qualcosa che assomiglia molto a quella fantastica musica trash che si chiama pimba. In Portogallo tutti sono pazzi per la musica pimba e anch'io, quando l'ho sentita per la prima volta, non ho potuto fare a meno di lasciarmi trascinare: è talmente, sfacciatamente, orgogliosamente kitsch, ostenta ritmi così banali, testi così squinternati e allusivi, è cantata da interpreti così vistosi che come la senti ti mette di buonumore anche se ti hanno appena pignorato la casa.

“Voglio annusare il tuo baccalà, Maria”, canta Quim Barreiros, sacerdote del genere da almeno due decenni; oppure “Metti un altro dito”, incita la procace Rosinha che in altre occasioni gorgheggia “Io succhio”, che suona quasi come una asserzione ontologica (e tracima di riferimenti sessuali), e “Il mio gatto mi lecca l'uccellina”, arrivando a specificare in questa cronaca domestica che “quando lui le passa la lingua addosso, lei rimane tutta bagnata”. Ma ci sono anche testi più castigati, come nelle canzoni di Mónica Sintra, che lamenta tradimenti consumati senza remore (“Nel mio letto con lei, proprio davanti al mio ritratto”), o Emanuel, che ha dato inconsapevolmente nome a questo filone musicale con il suo successo “Pimba pimba” del 1994, e adesso tenta addirittura contaminazioni stilistiche con il kuduro, genere originario delle ex colonie africane, affinato nelle periferie di Lisbona e arrivato alla notorietà mondiale la scorsa estate.

Inutile dire che l'aggettivo “pimba” è ormai entrato nel gergo comune e designa tutto ciò che è di lampante cattivo gusto; parimenti inutile dire che la musica pimba è oggetto di innumerevoli parodie, e che nelle feste dei santi popolari (per esempio il 12 giugno a Lisbona) la gente accorre in massa a questi concertini appositamente per morir dal ridere. Infatti il mio primo contatto con quest'universo fu proprio la notte della festa di Sant'Antonio di una decina di anni fa, quando i miei amici, in preda all'euforia, mi dissero: “Andiamo a sentire la música pimba!”, e andammo. Come cantavano e saltavano e ridevano le centinaia di persone accorse a sentire la música pimba!

9 commenti:

  1. ho scoperto il genere da poco, con a garagem da vizinha -.-

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    1. questa non la conoscevo e sono andato subito a cercarla. Che dire? Una pletora di metafore finissime!
      (Il garage della vicina)
      http://www.youtube.com/watch?v=RNE73LA2ynY

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  2. Eu chupo è diventato il mio inno...

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  3. comunque in Italia abbiamo avuto varie canzoni a doppio senso a cavallo tra gli anni 40 e 50 da Renato Carosone (che bella pansè che c'hai, me la dai, me la dai la tua pansè) fino al fiasco a Sanremo ma poi al successo internazionale di Tony Renis 'dimmi quando tu verrai' in fondo molto meno esplicito

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    1. Se non altro però le melodie erano -diciamo così- meno squinternate...

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  4. E se elas querem um abraço e um beijinhoooo, nós pimba! Nós pimba! :)

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