Dimentica per un momento
il fado, i Madredeus, Amália,
Carlos Paredes e scendi con me negli abissi della musica popolare
portoghese. Ti farai un sacco di risate se sentirai la música
pimba.
Hai
presente gli Squallor? Bene, mischiali con un po' di Orietta Berti,
la Carrà di “Com'è bello far l'amore da Trieste in giù”, un
po' di Ricchi e Poveri e un'orchestra da festa di paese e hai
qualcosa che assomiglia molto a quella fantastica musica trash che si
chiama pimba. In Portogallo tutti sono pazzi per la musica
pimba e anch'io, quando l'ho sentita per la prima volta, non
ho potuto fare a meno di lasciarmi trascinare: è talmente,
sfacciatamente, orgogliosamente kitsch, ostenta ritmi così banali,
testi così squinternati e allusivi, è cantata da interpreti così
vistosi che come la senti ti mette di buonumore anche se ti hanno
appena pignorato la casa.
“Voglio annusare il tuo baccalà, Maria”, canta Quim Barreiros, sacerdote
del genere da almeno due decenni; oppure “Metti un altro dito”,
incita la procace Rosinha che in altre occasioni gorgheggia “Io succhio”, che suona quasi come una asserzione ontologica (e tracima di riferimenti sessuali), e “Il mio gatto mi lecca l'uccellina”, arrivando a specificare in questa
cronaca domestica che “quando lui le passa la lingua addosso, lei
rimane tutta bagnata”. Ma ci sono anche testi più castigati, come
nelle canzoni di Mónica Sintra, che lamenta tradimenti consumati
senza remore (“Nel mio letto con lei, proprio davanti al mio ritratto”), o Emanuel, che ha dato inconsapevolmente nome a questo
filone musicale con il suo successo “Pimba pimba” del 1994, e
adesso tenta addirittura contaminazioni stilistiche con il kuduro,
genere originario delle ex colonie africane, affinato nelle periferie
di Lisbona e arrivato alla notorietà mondiale la scorsa estate.
Inutile
dire che l'aggettivo “pimba” è ormai entrato nel gergo comune e
designa tutto ciò che è di lampante cattivo gusto; parimenti
inutile dire che la musica pimba è oggetto di innumerevoli parodie,
e che nelle feste dei santi popolari (per esempio il 12 giugno a
Lisbona) la gente accorre in massa a questi concertini appositamente per morir dal ridere.
Infatti il mio primo contatto con quest'universo fu proprio la notte
della festa di Sant'Antonio di una decina di anni fa, quando i miei
amici, in preda all'euforia, mi dissero: “Andiamo a sentire la
música pimba!”, e andammo. Come cantavano e saltavano e
ridevano le centinaia di persone accorse a sentire la música pimba!
ho scoperto il genere da poco, con a garagem da vizinha -.-
RispondiEliminaquesta non la conoscevo e sono andato subito a cercarla. Che dire? Una pletora di metafore finissime!
Elimina(Il garage della vicina)
http://www.youtube.com/watch?v=RNE73LA2ynY
Eu chupo è diventato il mio inno...
RispondiEliminaAh ah ah! Ti prego! :-P
Eliminacomunque in Italia abbiamo avuto varie canzoni a doppio senso a cavallo tra gli anni 40 e 50 da Renato Carosone (che bella pansè che c'hai, me la dai, me la dai la tua pansè) fino al fiasco a Sanremo ma poi al successo internazionale di Tony Renis 'dimmi quando tu verrai' in fondo molto meno esplicito
RispondiEliminaSe non altro però le melodie erano -diciamo così- meno squinternate...
EliminaE se elas querem um abraço e um beijinhoooo, nós pimba! Nós pimba! :)
RispondiEliminaEh eh eh, vedo che ti prende questa musica :-)
EliminaGood job
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