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Corruzione, mazzette e
infiltrazioni mafiose: negli ultimi tempi, quando si parla dell'Expo di Milano, a
noi italiani vengono in mente questi concetti. Sicuramente non gli
stessi che venivano in mente ai portoghesi in prossimità dell'Expo
di Lisbona del 1998. Allora si citavano sviluppo, ricchezza e
crescita. Retorica? Forse, ma un fondo di verità c'era. A
testimoniarne l'esistenza e a suggellare il successo di
quell'operazione c'è ancora oggi un intero quartiere.
L'Expo (o Parque das
Nações) è stata la
primissima cosa che ho visto di Lisbona. Ricordo quando Susana, che
mi avrebbe ospitato per qualche giorno, venne a prendermi
all'aeroporto coi suoi genitori e andammo subito in quell'appendice
avveniristica ancora nuova di zecca. Ricordo che, pur essendo la fine
di luglio, tirava un vento freddissimo e che non avevo ancora
familiarizzato con l'idea che l'interminabile distesa d'acqua che
vedevo non era l'oceano ma - pur sapendolo benissimo - il Tago.
Fino a un decennio prima
in quella dimenticata periferia della città sorgeva una specie di
discarica, lontano da tutto e vicino ad alcuni dei quartieri più difficili. Qualcuno ebbe l'idea di dislocare lì l'Esposizione
Universale per riscattare quell'area negletta e regalare un nuovo
centro nevralgico alla città: un'utopia più che un progetto.
Servivano soldi, idee e fiducia nel futuro, e in quegli anni ce
n'erano in abbondanza. Il guanto della sfida fu raccolto da tutti:
dal governo, dalla città, dalle imprese e dalla gente.
A ormai sedici anni da
quell'evento, si può tracciare un bilancio a freddo, scevro dai
coinvolgimenti che la prossimità cronologica comporta: si è
trattato di un esperimento socio-urbanistico di enorme portata, i cui
effetti benefici non solo si sentono ancora, ma si rafforzano ogni
anno di più. Il quartiere è un evoluto centro direzionale che
ospita centinaia di uffici, è un elegantissimo quartiere
residenziale tra i più ambiti in città, è sede di musei, di un
acquario tra i più grandi e belli del mondo, ha strutture per il
tempo libero che attirano migliaia di persone ogni giorno e
soprattutto nei week-end, ospita un casinò, un enorme spazio per
concerti (il Pavilhão
Atlântico) in cui si
esibiscono i nomi più altisonanti del rock e del pop mondiale, e
tanto, tanto verde. Insomma, la scommessa non è stata solo vinta, è
stata stravinta.
La costruzione del
quartiere comportò la realizzazione di una serie di grandi
infrastrutture e opere pubbliche di dimensioni ciclopiche: il ponte
Vasco da Gama sul Tago, il più lungo d'Europa coi suoi 17 km di
estensione; la costruzione della linea rossa della metro, una delle
più belle e avveniristiche del mondo, peraltro l'anno scorso
allungata di altre tre stazioni fino all'aeroporto; la stazione
ferroviaria Oriente progettata da Calatrava, con le sue bianche e
slanciate volute goticheggianti che le danno una fisionomia a metà
fra il favolistico e il fantascientifico.
Ma soprattutto i
capolavori “minori” di architettura contemporanea: sono molti gli
edifici che in questi quindici anni sono stati insigniti dell'ambito
premio Valmor o hanno ricevuto una menzione d'onore. Tutto è a
portata d'occhio se si trotterella lungo il Passeio das Sereias
(delle Sirene), quell'elegante passerella lignea che corre
sull'acqua parallela alla riva del Tago, o se si sale sulla
funicolare che permette di vedere tutto da un'altezza ragguardevole.
O, meglio ancora, se si va sulla torre Vasco da Gama, alta 150 metri, fino a qualche anno fa snello aculeo
puntato verso il cielo e adesso affiancato da un hotel di lusso che però ne appesantisce la figura. La sua
sommità dovrebbe tornare a ospitare un ristorante panoramico, come negli anni passati, per riempirsi la pancia e gli occhi. Appena
riapre ci vado, così ti dico.
Quello che chiami discarica fu per lunghi anni (quasi 20) il cimitero dei "contentores" dei "retornados". Li giacevano migliaia e miglaia di containers che silenziosamente testimoniavano la Storia recente di quel paese. Con l'oportunità dell'Expo98 si decise, saggiamente di bonificare tutta quella zona tenendo ben a mente l'uso che avrebbe dovuto avere anche dopo l'evento.
RispondiEliminaL.S.
Quindi una megamegadiscarica. Chissà cosa c'era in tutti quei container!
EliminaSi. Una vera megadiscarica. In quei container c'era la vita di un sacco di gente. Molti erano vuoti ma, tanti, non sono mai stati aperti.
RispondiEliminaQuesto tuo articolo mi ha fatto ricordare uno dei grandi "monumenti forzati" di Lisboa in quelli anni. Il "Tollan". :)
L.S.
Questo Tollan non lo conoscevo. Grazie!
Eliminahttp://pt.wikipedia.org/wiki/Tollan
c'e' anche l'omonima tasca in rua dos remédios, una delle mie tascas del cuore.
EliminaHo capito qual è: quella lì all'incrocio con rua do Vigàrio! Ci ho mangiato qualche settimana fa.
EliminaLo chiamavamo la "Porta-aviões das gaivotas". :)
RispondiEliminaL.S.
una cosa bellissima di Oriente per me e' che molti di quei grattacieli firmatissimi siano stati costruiti con il materiale di rifiuto che fu tolto da quella discarica a cielo aperto. un'opera ingegneristica di riciclo mastodontica!
RispondiEliminae poi il sistema di smaltimento rifiuti lo trovo davvero all'avanguardia (non esistono cassonetti, ma bocchettoni dove si infila il lixo e di la' al riciclo. niente camion che intasano le vie, niente puzza per le strade, niente immondizia sui marciapiedi).
ne avevo parlato anch'io tempo fa, permettimi il link al post.
I link ai tuoi post sono sempre benvenuti, elle! ;-)
Eliminacaro graziano sono roxi siamo stati a lisbona la settimana scorsa...purtroppo lunedi' scorso pioveva e abbiamo visto poco del quartiere dell'expo...abbiamo preso la funivia ma era tutto grigio e uniforme... molto bello l'acquario con la vasca gigante dove nuotano squali pesci luna e mante...e bellissime le lontre...ti dico che ci siamo trovati molto bene a lisbona e in questi giorni ti raccontero' bene dove siamo stati quando ho un attimo di tempo in piu'...cosi' potra' essere utile a qualcuno in carrozzina perche' lisbona e' molto piu' accessibile di quanto sembri...obrigada ciao roxi
EliminaCiao roxi
EliminaProprio un paio di settimane fa mi stavo chiedendo del tuo viaggio... Allora aspettiamo il tuo resoconto. Se potessi farlo direttamente in uno dei post dedicati alla Lisbona accessibile sarebbe grandioso!
Muito obrigado e... mi fa piacere che la città ti sia piaciuta!