E arrivò Saramago. Ma non José,
che era già morto da un annetto, bensì la sua signora: Pilar del Rio, che su
invito del Comune di Lisbona scelse la Casa dos Bicos come sede dell’allora
istituenda Fundaçao José Saramago. E nel momento in cui una storia sembra
concludersi, ne comincia un’altra.
Naturalmente saprai già chi è
José Saramago, premio Nobel per la letteratura del 1998 e intellettuale di caratura,
convinto oppositore della religione cattolica (e di tutte le religioni) e per
questo fortemente osteggiato dai vertici di santa romana chiesa nonché da buona
parte dei poteri forti portoghesi: la sua voce ha sempre fermamente condannato
l’ipocrisia e la manipolazione delle masse operata dalle religioni.
L’ostracismo di cui fu vittima
trovò il suo culmine nel 1991, quando per il contestatissimo (ma sublime, te ne
consiglio fortemente la lettura) "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", dagli ambienti
cattolici portoghesi arrivarono strali e scomuniche: la goccia che fece
traboccare il vaso fu l’esclusione dell’opera, da parte del sottosegretario
alla Cultura, dalla rosa di romanzi portoghesi da presentare a un premio di
letteratura europea: una ritorsione che assunse i caratteri di una vera e
propria censura. Saramago abbandonò immediatamente il Portogallo (senza
tuttavia rinunciare alla cittadinanza portoghese, come alcuni suoi oppositori avevano
auspicato) per stabilirsi con la moglie Pilar alle Canarie.
Leggere Saramago per alcuni è un
ingrato compito, a causa della sua scrittura che non segue le regole canoniche
del periodare ma incatena le frasi senza un asindeto (per gli ignoranti: interpunzione).
Tuttavia, una volta presa familiarità con questa singolare sintassi, ti prende.
Come ti prende l’intreccio narrativo, da quello thriller-catastrofico di "Cecità"
(Ensaio sobre a cegueira) a quello intimista (e secondo me per niente blasfemo)
del "Vangelo secondo Gesù Cristo" (O Evangelho segundo Jesus Cristo) a quello
favolistico della "Zattera di pietra" (A jangada de pedra) e via discorrendo. Il
Nobel, insomma, se l’è meritato tutto.
Un anno
dopo la sua morte, e quindi il 18 giugno di due anni fa, le sue ceneri furono
sepolte davanti alla Casa dos Bicos, sotto un ulivo fatto venire appositamente
da Azinhaga, suo borgo natio. Quindi adesso, anche se non entri nella Fundação
a lui dedicata, sei quasi costretto a salutarlo se passi per il Campo das
Cebolas. E a leggere la lapide, all’ombra dell’ulivo, che riporta i suoi anni
di nascita e morte nonché l’epitaffio, estrapolato dall’ultima frase del suo
"Memoriale del Convento": Mas não subiu para as estrelas, se à terra pertencia
(“Ma non salì alle stelle, se alla terra apparteneva”). A conferma del suo
ateismo duro e puro. Soprattutto puro.
Commovente...
RispondiEliminaSai che non sapevo che le sue ceneri fossero sepolte nel Campo das Cebolas... debbo assolutamente ritornare a Lx in pellegrinaggio...
Eh sì, Monica, proprio all'ombra dell'ulivo, tra lo sferragliare del tram 25, l'aroma delle sardine arrosto e soprattutto l'aria salmastra del Tago sotto la luce felice di Lisbona. C'è da invidiarlo!
EliminaBell'articolo...
EliminaGrazie mille, troppo buono/a :-)
EliminaScusa Graziano, ma è vero che bico significa anche un'altra cosa? :@
RispondiEliminaConfesso che mi hai preso in contropiede, e quindi mi sono dovuto documentare presso i miei amici: sì, "bico" ha anche un significato sessuale (fellatio), ma non è un'espressione diffusa quanto quelle che sento dire da tutti i miei amici portoghesi e che naturalmente mi asterrò dallo scrivere :-)
EliminaAhahaha t'ho colto in castagna. Vogliamo un post vocabolario su Lisbon Storie!
RispondiEliminaSei proprio um malandro (o uma malandra?)! :-)
Eliminaarticolo davvero interessante... mi mancava passare da queste parti ;-)
RispondiEliminaGrazie, Rokkino, ben ritrovato! :-)
EliminaLe ceneri di Saramago, l'uomo dalla penna più elegante e densa del '900... sono custodite anche nella sua residenza quasi ventennale alle Canarie, precisamente a Tias. Ma d'altra parte a lui non importerebbe molto.
RispondiEliminaNo, la liz. In effetti appena dopo la sua morte la cognata aveva comunicato la divisione delle ceneri (metà a Tias, metà ad Azinhaga), come da desiderio dello stesso Saramago, ma dopo pochi giorni sua moglie decise di riportarle tutte in Portogallo, ad Azinhaga. Dove -dopo la cremazione a Lisbona- in effetti rimasero per un anno esatto, fino alla traslazione nel Campo das Cebolas, sotto un tumulo di terra fatta pervenire appositamente da Lanzarote.
Eliminahttp://livros.sapo.pt/noticias/artigo/27952.html
A Tias, sull'isola di Lanzarote, Saramago ha vissuto i suoi ultimi diciassette anni ed è morto. E la sua residenza è diventata un museo: http://acasajosesaramago.com/
E comunque, come dici giustamente tu, a lui non importerebbe molto :-)