L’obbrobrioso titolo di questo
post e del successivo è il risultato di una bislacca crasi: Casa dos Bicos +
Saramago. I due soggetti sono strettamente collegati dal fatto che da poco meno
di un anno nel singolare palazzo che si trova nel Campo das Cebolas, l’ameno
slargo tra il Tago e la cattedrale, si è insediata la Fundação José Saramago.
Partiamo dal soggetto meno
conosciuto dei due, la cui storia può essere volgarmente riassunta
nell’estensione di un detto: “dalle stelle alle stalle alle stelle”. Casa dos
Bicos vuol dire Casa dei Becchi (e sulla relativa pagina italiana di Wikipedia mi è toccato pure correggere visto che era tradotto con “ricci”, sic!). Becchi
non nel senso di cornuti, ma proprio nel senso di becchi, quelli degli uccelli.
Il nome è dovuto ai mattoni a punta che caratterizzano la facciata e la fanno
sembrare una simpatica intrusa nel contesto delle case tipiche della
vicinissima Alfama. Per quanto ne so spigolando qua e là, questo edificio di
tre piani risale al Cinquecento, quando il figlio del viceré delle Indie, tale
Brás de Albuquerque, lo fece costruire dopo il suo ritorno da un viaggio in
Italia in uno stile che gli ricordasse il palazzo dei Diamanti di Ferrara. Un
po’ come i camorristi che si fanno fare le ville come quella di Scarface.
Però poi (molto poi: due secoli
dopo) il terremoto del 1755 la dimezzò, facendo crollare il secondo e terzo
piano, e qui cominciò il suo lungo declino. Abbandonata a sé stessa, fu
utilizzata come magazzino e rivendita di baccalà (del resto rua dos
Bacalhoeiros, dal nome dei pescherecci di merluzzo, è lì a due passi) fintanto
che, negli anni Settanta del secolo scorso, gli eredi di Albuquerque non la
vendettero al Comune di Lisbona. E finalmente la rinascita: i due piani
superiori furono ricostruiti e l’intero edificio utilizzato per eventi
espositivi. Però da qualche anno, fino appunto alla primavera scorsa, quando ci passavo davanti (è nel tragitto da casa mia alla fermata Terreiro
do Paço della metro) era desolantemente chiuso, anzi decisamente in stato di
abbandono.
Pensavo che la decadenza dell’edificio fosse stata sancita e ufficializzata una volta per tutte, e invece non sapevo che la vedova di Saramago, su invito del Comune, aveva appena deciso di stabilirci la Fundação José Saramago. E quindi? Quindi aspetta che scriva la seconda parte del post, che ti dirò pure di lui.
Pensavo che la decadenza dell’edificio fosse stata sancita e ufficializzata una volta per tutte, e invece non sapevo che la vedova di Saramago, su invito del Comune, aveva appena deciso di stabilirci la Fundação José Saramago. E quindi? Quindi aspetta che scriva la seconda parte del post, che ti dirò pure di lui.
OK, attendiamo. Ti ricordo anche che tempo fa, quando in un commento citai "os alfacinhos", avevi scritto che avresti spiegato perché gli abitanti hanno quello strano nomignolo.....
RispondiEliminaAttendiamo !!
Mi marchi stretto, anonimo! Buon segno, vuol dire che segui assiduamente Lisbon storie :-)
EliminaNon preoccuparti, presto parleremo anche degli alfacinhas. Da consumare entro la fine del mese ;-)
Questo edificio emblematico mi ha sempre incuriosito, ma alla fine non mi sono mai documentata... mi fa piacere sapere queste informazioni e ansiosa di apprendere il seguito...
RispondiEliminaQuanto agli alfacinhos, credo di sapere la riposta, ma voglio sentirla da Graziano, sarà senza dubbio molto più interessante e accurata!
bjs ;)
Eh eh eh, tu mi sfidi, Monica! :-P
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