Gli intercalari sono
quelle espressioni disseminate nel discorso che danno forza a quello
che diciamo oppure che intrattengono l'interlocutore mentre cerchiamo
la parola che dobbiamo incasellare nel nostro eloquio (o vaniloquio). Cioè,
insomma, per così dire, l'intercalare è esattamente uno di questi
tre appena scritti. E in portoghese?
C’è una parolina che a
pronunciarla mi dà un grande piacere. Ma non te la dico subito. Ti
dico solo che quando un mio amico italiano venne a farsi un giretto a
Lisbona mi disse: “Siamo stati ad Alfama e abbiamo pranzato in un
posticino molto carino.... si chiama Pois Café”. E disse
“puà” alla francese. Eh no, mio caro, gli dissi io, si dice pois
(poish), e partì la spiega. Pois è sicuramente la parolina
più usata dai portoghesi, buona per ogni situazione: ti fanno
un'osservazione oziosa che esige risposta? Pois. Ti dicono una
cosa che condividi in pieno o non condividi affatto? Pois. Ti
dicono un'ovvietà? Pois. Ti raccontano una lunga storia e
vuoi dimostrare che stai seguendo? Ogni tanto un pois e annuisci. E se
proprio sei convinto di quello che dici o concordi in tutto e per
tutto col tuo interlocutore, allora dirai: pois é. Io adoro
questa parola -che in realtà introduce anche le proposizioni causali
(poiché)- e ne faccio ampiamente uso quando parlo e soprattutto
quando non capisco quello che mi dicono, così mi traggo d'impaccio e
non faccio languire la conversazione.
Un'altra parolina
ampiamente usata è pronto, che non vuol dire pronto ma è una
parola-soccorso che mentre pronunciamo ci dà il tempo di trovare il termine che non ci viene in mente. “La cena che hai preparato era molto... pronto...
sperimentale”. Può anche essere usata come una conferma di quello
che si sta per dire, tipo “sì, ecco”, oppure semplicemente per
arrivare a una conclusione. “L'appuntamento può essere... pronto,
alle cinque va bene?”. Sì, è una parola abbastanza intraducibile.
Poi c'è portanto,
che significherebbe quindi, dunque, orbene e introduce la
proposizione consecutiva (se la sintassi m'assiste). Però nel
linguaggio colloquiale è abusato per stemperare momenti d'imbarazzo
lessicale. Un po' come il nostro insomma. Non mi sta molto simpatico.
E poi c'è il più
giovane degli intercalari, che io personalmente detesto e trovo molto
coatto, benché ormai sia sulla bocca di tutti. È pá che, a
detta del mio amico Manuel, è una forma contratta di rapaz
(ragazzo): sarebbe più o meno come il nostro “fra”, contrazione
di fratello, ed è utilizzato soprattutto nelle vocative e nei
resoconti tra amici. Così, se uno ti dice “Ehi, pá, ieri
sera mi sono preso una sbronza!” tu potresti rispondergli: “Ecco
perché parli così”.
insomma magari lo tradurresti con pois...
RispondiEliminaNon so, forse con "insomma" tradurrei più "pronto", ma solo in alcuni casi. "Pois" è davvero una parola multiuso: potrebbe essere "eh sì", ma anche "uhm" e tante altre cose.
EliminaBel post :) ma devo fare una puntualizzazione: "Pà" non credo affatto sia la contrazione di rapaz (tant'è che lo usano anche le donne quando parlano tra loro), è invece la contrazione di "Epà", termine intraducibile o quantomeno difficile da "italianizzare"... E' sì un'intercalare, un'espessione colloquiale che tra le altre cose può servire a mostrare sorpresa ("Epà!!! Estas a brincar?!??!") o rinforzare un'affermazione ("Epà, tens razao!"). Quando lo dici veloce sembra di udire solo un secco PA', da lì la parola è stata definitivamente "tagliata" nello "slang giovane". A me sta simpatico, e vivendo a Lisboa da anni l'ho ahimè assorbito completamente!
RispondiEliminaMundo
No, Mundo
Eliminain effetti mi hai fatto sorgere il dubbio, ma poi ho accertato che è proprio come mi ha detto Manuel:
http://www.infopedia.pt/lingua-portuguesa/p%C3%A1?homografia=3
Eeeeeeepà!!!! (è proprio il caso di dirlo)
Eliminatàs a ver? :-)
Eliminama questo pois cafe anch'io l'avevo letto alla francese (ma non mi ricordo dov'è...)
RispondiEliminacomunque io ho sentito solo pois ser, sempre se ho capito bene.
invece pronto lo adoro e lo dicono in continuazione. devo iniziare anch'io a dirlo.
Il "pois, café", creato e gestito peraltro da due ragazze austriache, si trova in rua Sao Joao da Praça, mesmo ao pé da sé, ops... proprio sotto la cattedrale.
EliminaQuello che senti dire forse non è "pois ser" (che non esiste), ma "pode ser", che è un'affermazione attenuata, e si usa in genere in risposta a una proposta. Pronto.
giusto, ao pé da Sé!
Eliminaquindi pode ser. e vabbè, bocciata! :-/
Tou a ver, sim :D
RispondiEliminaTra l'altro ricorda tantissimo il siciliano "compà": tra amici - o anche semi-sconosciuti - ci si dà del "compà", che è divenuto praticamente un intercalare, visto che c'è chi lo mette ogni tre, quattro parole; quando si parla velocemente si sente appena un secco 'mpà, 'mpà :)
Pois...adoro!
RispondiEliminaPronto...abuso!
Epàààà..detesto! è davvero coatto!
:)
Pois é :-)
RispondiEliminaHai fulminato vari dubbi che da mesi mi perseguivano, grazie
RispondiEliminaEh eh ;-)
EliminaCarino questo post, me l'ero perso.... Però manca il "pois foi", riferito ad un avvenimento sbagliato... o no?!? ;-)
RispondiEliminaSaluti,
Andrea
*avvenimento passato
EliminaPeço desculpa... :-/