Una volta, commentando su
Facebook un post di un mio ex collega che motteggiava sull'immagine
di un gallo ritratto sulla copertina di una guida del Portogallo,
feci notare che l'accostamento tra il suddetto pennuto e la suddetta
nazione non è così ovvio, cioè che il Portogallo non si chiama
così per via del gallo. Qualche demente fece un commento da demente
(“Ah sì? E allora perché si chiamerebbe Portogallo?”).
Molti dementi digiuni di
etimologia ignorano che l'assonanza tra gallo e Portogallo, peraltro
limitata alla lingua italiana e a poche altre, è solo fortuita. Se
così non fosse, a sentire la loro logica illogica, dovrebbero
desumere anche che il Perù e la Turchia hanno delle parentele con il
tacchino (che in portoghese si dice peru e in inglese turkey). Niente
galli quindi: il nome della nazione deriva da Portucale, antico nome
della città di Oporto (o Porto, sempre con l'articolo), che secondo
la mia prof significherebbe “porto della calce” (cal), ma che
invece, secondo ricerche wikipediane, potrebbe riferirsi al greco
καλός (bello) oppure, più
probabilmente, al popolo dei Galleci, che vivevano alla foce del
Douro. Dalla radice -cal derivano anche i nomi della Galizia e della
città che fronteggia o Porto, cioè Vila Nova de Gaia. Come puoi
vedere, di galli (e men che meno di Galli, quelli di Asterix) nemmeno
l'ombra.
Ma
allora -si chiederà il demente italiano, che a questo punto comincia
ad avere dubbi sull'attendibilità delle proprie asserzioni-
perché in Portogallo si vedono dappertutto souvenir a forma di
galletti neri decorati come quello della copertina della guida
turistica? Perché -rispondo io al demente- oltre a conoscere
l'etimologia delle parole devi conoscere anche le tradizioni
popolari, la mitologia, insomma l'immaginario collettivo di un
popolo. Il galletto in questione infatti non è un omaggio al
presunto gallo del Portogallo, ma si riferisce alla leggenda del
gallo di Barcelos.
Barcelos
è una città nemmeno tanto piccola del Norte (Nord) che, come mito
vuole, fu teatro di un miracolo. Nella notte dei tempi vi si consumò
un crimine e, dal momento che all'epoca non c'erano Vespa e la d'Urso
a risolvere i casi di cronaca nera, indagini raffazzonate
individuarono il responsabile in un ignaro pellegrino galiziano
diretto a Santiago di Compostela. Condannato immantinente alla forca,
egli si dichiarò innocente e chiese un'udienza col giudice che
l'aveva mandato a fare la fine del caciocavallo. Incontratolo mentre
questi era impegnato in un banchetto e avendo scorto tra le vivande
un gallo arrosto, il galiziano ribadì la sua estraneità al delitto
dicendo: “Come è certo che sono innocente, così è certo che
questo gallo arrosto canterà quando io sarò impiccato”. Detto,
fatto: appena il condannato salì sul patibolo, il tale galletto
arrosto cominciò a fare chicchirichì (o meglio cocorocò,
in portoghese) e, tra la meraviglia generale, si gridò al miracolo e
l'esecuzione fu interrotta.
Il
galletto di Barcelos è diventato un simbolo del Portogallo al pari
degli azulejos, della calçada, del baccalà e della sardina. Lo puoi
trovare negli orribili negozi di souvenir sotto forma di tappo di
bottiglia o riprodotto su canovacci o grembiuli da cucina, ma anche
come soprammobile kitsch nei negozietti di design, nonché sulle
copertine delle guide turistiche a uso e consumo di dementi che
penseranno con invidiabile sicumera che il Portogallo si chiama così
per via di un non meglio identificato gallo.
Sono appena tornato a Lisbona e mi è piaciuta molto.. Complimenti per il blog...
RispondiEliminaGrazie mille, Viaggio ;-)
EliminaEcco finalmente la risposta che cercavo!interessante la storia !!! Grazie per averla data !!
RispondiEliminaGrazie a te! ;-)
EliminaDa quando porsi delle domande come "E allora perché si chiamerebbe Portogallo?" o "perché in Portogallo si vedono dappertutto souvenir a forma di galletti neri decorati come quello della copertina della guida turistica?" sarebbe da dementi?
RispondiEliminaPrima di conoscere l'etimologia è più probabile che uno si ponga la domanda.
Finendo per trovare le risposte in un blog come questo.
Complimenti per la spocchia.
Grazie, anonimo. In effetti sono molto orgoglioso della mia spocchia.
EliminaGrazie per le sapienti spiegazioni,io avrei immaginato che il nome Portogallo si riferisse all'arancia.Dato che sia in greco moderno che nel dialetto napoletano,detto agrume si chiama portocala e portowal.L'accostamento al gallo,sono d'accordo,non c'entra.Sono rientrato da Lisbona il 24.08.2015 ed anch'io ho notato una marea di souvenir di questo galletto nero.
EliminaComplimenti per il linguaggio! il 95% dei blog che girano su Facebook usano un pessimo italiano e sono tempestati di "orrori" grammaticali! Non sono italiana ma adoro la vostra lingua quando usata di dovere e sopratutto col rispetto che si merita!
RispondiEliminaGrazie mille, Camelia.
EliminaI tuoi complimenti valgono il doppio, visto che, pur non essendo italiana, apprezzi l'italiano corretto ;-)
Complimenti per la corretta redazione acerca del gallo de Barcelos,Città nella qualle sono nato.Infatti è la terra della ceramica artigianale e il gallo é il nostro simbolo da sempre.
RispondiEliminaGrazie mille, Luis ;-)
EliminaPotete leggere la storia da (lenda del gallo de Barcelos) facilmente trovabile nel web.
RispondiEliminaNiente a che vedere con i frutti? Le arance si chiamano portocalos in greco e altre lingue antiche..
RispondiEliminaNo, Rosa, niente a che vedere con i frutti: o meglio, i frutti si chiamano così per via del Portogallo e non il contrario. Comunque Lisbon storie ha già parlato anche di questo: http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/11/il-tempo-delle-arance.html
Eliminain Piemonte l'arancia si chiama"purtigal" . Il galletto lo presi a Lisbona, non sarà il massimo ma è simpatico, e volenti o nolenti fa parte della storia del Portogallo, Ciao Daniele
RispondiEliminaCiao, grazie per questo bellissimo articolo, molto interessante. Solo una delucidazione: i Galli (di Asterix, ossia o Celti), in realtà c'entrano, visto che i Galleci - che hai citato - erano proprio una popolazione gallica (celtica). Giusto? Solo per precisione, grazie :) Gaia
RispondiEliminaGrazie per i complimenti, Gaia!
RispondiEliminaQuanto al fatto che i Galli c'entrino col Portogallo e che soprattutto il toponimo "Portogallo" abbia a che fare con loro semplicemente perché erano Celti come i Galleci, allora potrebbero entrarci anche tutti gli altri popoli (Britanni, Pannoni, Galati, ecc.). Senza considerare il fatto che nella cultura popolare e nell'immaginario collettivo portoghese non ci sono i Galli. Ti ho convinto? :-)
Ciao e grazie mille a te :) In realtà, sì, ci sono eccome i Galli nell'immaginario collettivo. Infatti i portoghesi chiamano se stessi "Lusi", e chiamano la loro nazione "Lusitania", che era la terra del popolo celtico dei Lusitani, stanziati appunto in Portogallo. I Galleci, da cui "Portus Cale" e "Portogallo" erano Galli (cioè Celti), come del resto dimostra la radice stessa della parola. In aggiunta, potrebbero derivare etimologicamente il loro nome dalla dea protoceltica Cailleach. Quindi abbiamo molte strade etimologiche, oltre che linguistiche, che ci riportano sempre ai Celti. Ma in fondo, che importa! Viva il Portogallo e soprattutto il Porto, che è fatto proprio a Cale! :))) Grazie per questo bellissimo scambio, buon anno nuovo
RispondiEliminaBeh, mi pare che tu ne sappia molto più di me in merito, quindi ubi maior minor cessat :-)
EliminaGrazie a te per questo scambio istruttivo e buon anno nuovo!
Ps: ovviamente il postulato è che i Galli e i Celti siano la stessa cosa. Differentemente dal passato, molti studiosi ora propendono per questa tesi, perché sembra che i Celti chiamassero se stessi "Gal...". Se invece intendi solo i Galli di area francese, allora sono soltanto "cugini" dei Galleci portoghesi, dei Galli Galiziani e dei Galati balcanici (comunque tutti Celti). Ciao:)
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