Brasiliano:
presente. Cinese: presente. Belga: presente. Italiano: presente.
Peruviano: presente. No, non mi riferisco ai turisti, mi riferisco ai
piatti. Perché un bel melting pot di pietanze (ma anche di persone,
claro) lo trovi qui, nel cuore pulsante della città, nella
piazza più cosmopolita di Lisboa: praça Martim Moniz.
Mi ricordo ancora la
primissima volta che vi misi piede una quindicina d'anni fa. Mi
colpirono due cose: che era molto sporca ma anche che era
straordinariamente variegata. C'erano asiatici ma soprattutto
africani, africani e ancora africani; addirittura, entrando
nel Centro Comercial da Mouraria, quel brutto palazzo sul lato
orientale della piazza, mi sembrava di essere stato teletrasportato a
Maputo o a Luanda perché intorno a me vedevo solo africani e
prodotti africani: cibo, spezie, tè, utensili, vestiti, dischi,
strumenti musicali, eccetera. Da qualche anno invece l'anima africana
del centro commerciale è stata fagocitata ed espulsa da quella
cinese, ma si sa: ubi maior minor cessat. In compenso però i cinesi
a ogni loro capodanno colorano la piazza con le loro feste
tradizionali che sono una gioia per gli occhi.
La posizione topografica
della praça ne spiega la varietà etno-antropologica: siamo
in pieno centro, a un passo dal quartiere della Mouraria e dal largo do Intendente, due dei distretti più
meticci di Lisbona, e vicinissimi all'altrettanto nera praça da
Figueira e al popolarissimo colle di Santa Ana o Pena.
In piazza e nelle stradine adiacenti è un susseguirsi di
attività commerciali etniche porta sim porta não
(una porta sì e una no), di zaffate di odori penetranti e speziati e
di varia umanità abbigliata come le rispettive tradizioni di
provenienza impongono.
Ma chi sarebbe il Martim
Moniz cui la piazza è dedicata? Trattasi dell'eroe medievale
che nel 1147, al tempo dell'assedio di Lisbona (cerco de Lisboa)
immolò la propria vita per permettere ai cristiani di riconquistare
la città in mano ai Mori. Essendosi aperto uno
spiraglio in una porta della cinta muraria (la Cerca Moura)
del Castello di São
Jorge, il giovane vi appose il proprio corpo per impedire che si
richiudesse e per permettere così alle truppe del re Dom Afonso
Henriques di entrarvi e riprendersi la città. Sapeva bene, lo
sventurato, che sarebbe morto letteralmente schiacciato dal peso
della porta, come ironicamente rappresentato in una delle belle immagini che
ornano l'omonima fermata della metro (foto).
Fino a qualche anno fa la
piazza, soprattutto di sera, incuteva un po' di soggezione perché
alla mercé di sbandati e di sporcizia. Poi però è arrivato il
solito sindaco António
Costa, che una ne pensa e cento ne fa, e le è stata data una
nuova fisionomia e una nuova dignità. Tre anni fa è stato infatti
inaugurato nella piazza, appositamente ridisegnata e ristrutturata,
il Mercado da Fusão,
una serie di chioschi di cucina etnica, dal brasiliano al cinese
all'italiano. Non si poteva trovare posto più felice per
un'operazione del genere: lì dove i popoli erano usi incontrarsi,
adesso vi si incontrano anche le cucine. Così, soprattutto all'ora
di pranzo o dell'aperitivo, e d'estate anche fino a tarda notte, il Martim Moniz è un'enorme esplanada all'insegna dei sapori
del mondo. E anche dell'ozio, hai visto mai.
Graziano, essendo io una portoghese che, ormai tanti anni fa, ha vissuto in Italia, vedere il mio Paese attraverso i tuoi occhi é molto interessante e, devo dire, farsi tutta una cultura. Grazie di questo.
RispondiEliminaSusana, tutto quello che mi scrivi mi fa molto piacere e mi riempe d'orgoglio.
EliminaGrazie a te per le tue parole e per la tua fedeltà.