Se a zonzo per Lisbona ti
capita d'incrociare un giocattolino giallo che sferraglia sulle
rotaie, inesperto come sei dirai sicuramente che è il famoso tram 28. Ora, se sei all'Alfama o al Chiado può pure
essere, ma se sei ad Alcântara
o al Campo das Cebolas di sicuro hai preso una tranvata.
Perché sarà vero che il più famoso è il numero 28, forse perché
il suo percorso si articola attraverso i quartieri più turistici
della città, ma è anche vero che esistono altre quattro linee
servite dal simpatico trabiccolo.
Il 12. L'ho preso per la
prima volta proprio l'altro giorno. Ero in praça da Figueira
(piazza del Fico) ed ero abbastanza stanco per tornare a piedi nella
mia nuova casetta dell'Alfama, sotto il miradouro das
Portas do Sol. E naturalmente volevo anche passare nel cuore del
quartiere più losco del centro storico, la Mouraria. Che poi
di losco ha solo un po' di scenografia: case fatiscenti e brutti
ceffi che bighellonano davanti alle bettole. Per il resto ci sono
negozietti di quartiere gestiti da vecchietti o da asiatici,
bottegucce artigianali inconsapevolmente vintage e donne che urlano
ai propri figli un po' come ai Quartieri Spagnoli di Napoli. In altre
parole: la Lisbona più popolana. Che appunto puoi vedere dai
finestrini del 12, che poi sbuca sotto al Castello, passa per i
miradouros das Portas do Sol e poi di Santa Luzia,
scende verso la Sé (cattedrale), e poi vira su rua da
Prata (via dell'Argento), in piena Baixa, per tornare in
Praça da Figueira.
Il 15. Da un po' di anni
in realtà il grosso delle corse viene effettuato con quelli
articolati (tipo l'8 di Roma, per intenderci), ma alcuni veicoli
gialli ancora esibiscono il cartello “15” con la scritta della
destinazione “Praça da Figueira” o “Algés”,
che è un sobborgo oltre Belém. E infatti è abbastanza
frequentato da turisti che, passando per il rinato quartiere di
Alcântara,
vanno nella ricca Belém con la scusa di andare a vedere la
Torre, il Monastero, il Centro Culturale, il Museo della Carrozze e
il palazzo presidenziale, e invece poi si fanno beccare mentre fanno
la fila davanti all'Antiga Confeteira de Belém per ingozzarsi
dei famosi pastéis de nata e accumulare grassi saturi nel
sangue.
Il 18. Più o meno fa lo
stesso percorso del 15, solo che parte un po' più avanti, nel
movimentato Cais do Sodré, e quando si trova sotto il ponte
25 Aprile si inerpica sulla collina di Ajuda, dove c'è il
famoso, sontuoso e incompiuto Palazzo di Ajuda, citato anche in un
modo di dire portoghese per riferirsi a un lavoro che si protrae per
tempi infiniti.
Il 25. Mi piace molto il
percorso di questa linea perché, soprattutto nel secondo tratto,
attraversa i quartieri storici più paciosi ed eleganti, con botteghe
ed empori d'altri tempi, ambasciate immerse in giardini
lussureggianti, negozi di design contemporaneo, signore cotonate,
pasticcerie di quartiere e splendidi scorci panoramici sul Tago.
Parte dal Campo das Cebolas, ai piedi dell'Alfama e
davanti alla Casa dos Bicos (Casa dei Becchi – per via della
sua facciata - che tra qualche giorno diventerà sede della
Fondazione Saramago) e termina al cimitero dei Piaceri,
nell'accogliente quartiere di Campo de Ourique. Cosa c'è in
mezzo? I fasti del Terreiro do Paço, l'agitazione del Cais
do Sodré, il design di Santos-o-Velho, lo charme
aristocratico di Lapa e la rassicurante borghesia di Estrela.
Come puoi vedere di 28 ce
n'è uno, ma tutti gli altri non son nessuno. Anzi!
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