Mi ha sempre perplesso
l'asimmetria delle scritte sulle porte delle toilette dei ristoranti:
da una parte homens mentre, laddove mi aspetterei mulheres, ho
sempre letto un cerimonioso senhoras. Perché questa differenza di
trattamento? Forse che noi uomini non meritiamo la stessa deferenza
quando andiamo a fare pipì? No, è che quando ti rivolgi a una
signora c'è un'etichetta labirintica da seguire. Insomma, dici donna
e dici...
Una volta, parlando con
un mio conoscente della mia criada (termine vagamente degradante che
sta per domestica) e definendola mulher, questi storse il muso
dicendo "è meglio chiamarla senhora perché -mi spiegò- mulher
può suonare un po' sprezzante". Ma mulher è un nobilissimo termine:
perché "sprezzante"?! Forse, ho immaginato, è un po' come dare della
volgare femmina a una donna.
Ma quando si parla di
donne le insidie cominciano fin da quando sono bambine. Mi spiego: un
bambino lo posso chiamare tranquillamente puto, anzi io spesso chiamo
così (“oi puto!”, come espressione affettuosa) anche i miei
amici che bambini non sono più da decenni. Prova a rivolgerti a una
bambina o a una ragazzina col femminile di puto, e un ceffone non te
lo leva nessuno. Anche quando la bambina è diventata ragazza devi
fare attenzione alla sua provenienza: se è portoghese, puoi
tranquillamente indicarla come rapariga, ma non farlo, ti prego non
farlo, se sospetti che sia brasiliana: lì la parola significa puto
al femminile.
Poi la rapariga
portoghese cresce e diventa una donna. Che, come abbiamo visto, si
traduce con mulher, ma si dà il caso che questa parola significhi
anche moglie. Allora la faccenda va maneggiata con cura. Perché
quando si parla genericamente di una donna si utilizza la parola
mulher, ma se si parla di una persona in particolare, è buona
educazione definirla senhora, come nel caso della mia criada. Quando
poi ci si rivolge direttamente a lei, subentrano ulteriori regole
d'etichetta: come mi hanno specificato sia Paulo sia Teresa,
appositamente interpellati per la redazione di questo post, la
questione è delicata e dibattuta.
Volendo riassumerla ai
minimi termini, ma davvero minimi minimi, se ci rivolgiamo a (o parliamo di) una donna in un
ambito molto formale o di elevato status sociale,
utilizzeremo senhora dona (s.ra d.), mentre se si tratta di una donna con cui
siamo in rapporti di maggior familiarità o riteniamo che non sia
allocata molto in alto nella scala sociale, allora un senhora può
bastare. Infine sia Paulo sia
Teresa hanno tenuto a darmi il seguente avvertimento: non chiamare
mai nessuna signora solo “dona” perché è molto rozzo. E
pensare che io alla mia criada ho sempre detto: bom dia, dona Fátima!
Dopo la criada malcriada, la criada maltratada.
Puoi sempre usare il femminile de puto, che in vero è pita. Anche questo con un doppio senso, ma piu accettabile.
RispondiEliminaD'altro, criada non è veramente una bella forma da chiamare la impiegata domestica... La puoi chiamare Senhora da Limpeza, oppure Empregada Doméstica, ma criada non è per niente bello :P
Ciao Sergio!
EliminaNon conoscevo il termine pita, ma forse è sempre meglio usare menina, non trovi?
Certo, criada, come ho scritto nel post, è un termine degradante. Però mi piace tanto :-D
Neanchè in italiano ci sono tutte queste sfumature, e pensavo fosse il massimo in materia :)
RispondiEliminaSenhora dona mi fa un pò ridere :)
In effetti i miei due amici interpellati mo hanno detto che la questione è molto complicata, e io l'ho pure riassunta... Immagina un po'!
EliminaChiamare dona Fatima non è sbagliato, anzi.
RispondiEliminaIl termine "pita" è molto dissueto e la sua versione al maschile è una sorta di leggera parolaccia che denomina i genitali femminili.
Tornando all'inizio del tuo post, forse nelle targhe dei bagni si preferisci la parola "senhoras" per non confondere con il significato di moglie.
L.S.
Grazie per i tuoi chiarimenti, L.S.
EliminaNon ci sto capendo più niente: quindi io posso dire "dona" e basta solo alla empregada ma in nessun altro caso?
Si. Se lei si chiama, ad esempio, Fatima puoi chiamarla Dona Fatima oppure Senhora Maria. Il "dona" solitamente è più reverenziale.
EliminaIn Portogallo la menano troppo comunque. In Spagna le donne sono molto piú ironiche e non permalose, basta non chiamarle putas comunque.
RispondiEliminaSì però nei bagni spagnoli sembra di tornare al medioevo: 'Caballeros' e 'Damas' nel 2015 onestamente fa ridere, anche in una monarchia come il país vizinho...
RispondiEliminaHai ragione. "Caballeros" e "damas" non si può sentire, fa veramente ridere!
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