Va bene, va bene, hai
studiato. Però raggiungi solo la sufficienza stentata se per la
letteratura conosci appena Pessoa e Saramago, per il cinema Manoel de
Oliveira e per la musica Amália
Rodriguez e i Madredeus (e Carlos Paredes, che hai conosciuto giusto
pochi giorni fa). Ne hai ancora di strada da fare.
Meno male che,
considerato che il Portogallo è molto più dei nomi che ho fatto e
soprattutto molto ricco di fermenti artistici e culturali, qualcuno
ha pensato bene di applicare il principio di Maometto e della
montagna portando in Italia una selezione di spettacoli di artisti
lusitani. Si tratta di Palco Ovest, un programma per la promozione e
la diffusione delle arti performative contemporanee portoghesi in
Italia. Il progetto selezionerà ogni anno alcuni degli artisti più
interessanti della scena di Lisbona e dintorni e li porterà nei
teatri de noantri, a cominciare da quelli di Roma e di Milano. I
lavori saranno selezionati in modo da inserire le specificità
creative di ogni artista nella cornice italiana più consona
all'interno di determinati festival o teatri.
Per questo primo anno i
partner di Palco Ovest sono Short Theatre a Roma e Danae Festival a
Milano, mentre sono in via di individuazione nuove collaborazioni per
la prossima stagione, in sintonia con le proposte di altri artisti
portoghesi da far conoscere in Italia. L'iniziativa ha il sostegno
dell’Istituto Camões e della Fondazione Calouste Gulbenkian, di
cui presto ti parlerò (c'è ancora tanto da dire su Lisbona che un blog non basta). Intanto, se non vuoi continuare a prendere brutti
voti in arte e cultura portoghese, comincia a informarti sui prossimi
spettacoli di Palco Ovest, ché ti piaceranno pure.
Un'ultima nota: perché
si chiama Palco Ovest? Prova a indovinare, se mastichi un po' di
geografia non è difficile. Sarà perché il Portogallo è il
“palcoscenico” più a ovest d’Europa? Mi sa proprio di sì.
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