Per
favore, adesso non essere noioso, scontato e banale. Non uscirtene
con i soliti Jimi Hendrix, Eric Clapton o Jimmy Page. Facile essere
bravi e famosi quando si è americani del XX secolo. Se invece nel XX
secolo suoni una guitarra portuguesa (simile al nostro
mandolino) in una delle dittature più soffocanti del mondo, allora è
difficile che il mondo si accorga di te. Te la farò breve: ascolta
qui e poi dimmi.
Carlos Paredes è stato senz'altro il più grande chitarrista portoghese, ma
io voglio sbilanciarmi dicendo che è stato senz'altro uno dei
migliori al mondo, pur non avendo mai fatto della musica la sua
professione, visto che umilmente conservava il suo lavoro di
funzionario amministrativo all'ospedale di São
José di Lisbona (pare che una volta abbia detto: “amo troppo la
musica per vivere di essa”). Nato nel 1925 a Coimbra, città bella
e famosa sul fiume Mondego, e trapiantato nella capitale ancora
bimbo, cominciò a comporre e suonare seguendo le orme paterne. Durante il
fascismo fu arrestato per la sua militanza nel Partito Comunista e,
una volta rilasciato, espulso dalla funzione pubblica, nella quale fu
reintegrato solo dopo il 25 Aprile 1974.
Negli
anni di Salazar trasse sostentamento dalla sua attività di
compositore e musicista, dal momento che non poteva svolgere il suo lavoro in
ospedale, e registrò alcuni album tra cui la colonna sonora di Os
verdes anos (Gli anni verdi), un film che segnò un'epoca in
Portogallo. La sua popolarità crebbe però in tutto il paese solo
dopo la Rivoluzione dei Garofani, quando si divideva tra festival,
tournée, spettacoli e il suo lavoro in ospedale. Continuò a suonare
fino al 1993, quando una mielopatia gli impedì di portare avanti la
sua arte.
Morì
nel 2004 ma un anno prima, quando era già gravemente malato, uscì
un emozionante Movimentos perpétuos, cd tributo in cui alcuni
tra i migliori musicisti portoghesi reinterpretarono una ventina di
pezzi dell'“uomo dalle mille dita”. E d'estate, la meravigliosa
estate del 2003, su tutte le radio portoghesi e nelle magnifiche
notti di Lisbona imperversava il ritmo di questo fantastico brano.
Viva!
splendido!! esiste anche un disco del 1990 inciso in coppia con Charlie Haden, grande bassista di jazz americano (west coast), che è molto bello
RispondiEliminaMa dai! Ma quindi già lo conoscevi?
RispondiEliminaE ti dirò, Franco, che nel tributo del 2003 c'è anche un omaggio di Maria Joao, che tu conosci molto bene.
sì l'avevo già sentito ovviamente - si sente molto la somiglianza tra il suo stile e lo stile dei suonatori di mandolino dello choro brasiliano
RispondiEliminaM'inchino davanti alla tua cultura musicale! :-)
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