domenica 12 febbraio 2012

PORTOGALLO, NON SPAGNA!



Una volta lo Zio Paperone, in risposta ai tre pedanti nipotini che gli facevano notare che Cina e Giappone non sono la stessa cosa, spiegò stizzito: “Tsk! Sulla carta geografica distano meno di un palmo”. Dev'essere questo il ragionamento di molti tuoi connazionali quando confondono il Portogallo con la Spagna.

Peggio: non si limitano a confonderlo, che riuscirei pure a capirlo, ma pensano che il Portogallo sia un protettorato, una contea, una dépendance della Spagna dove si parla una specie di spagnolo che somiglia vagamente al “brasiliano”, e quando glielo fai notare hanno anche il coraggio di rispondere “va be', più o meno è la stessa cosa”. È la medesima plebaglia che quando atterra a Lisbona comincia a dire gracias anziché obrigado, a conferma del fatto che le due lingue sono uguali, e a produrre fonemi pseudospagnoli salvo poi capire, dopo un paio di giorni, che forse la lingua che vi si parla è decisamente un'altra.

I nemici però sono anche i finti illuminati che millantano la conoscenza della cultura portoghese ma vengono poi sbugiardati da dettagli che fanno rabbrividire: strafalcioni da condanna capitale che testimoniano come certa gente sia inconsciamente convinta della subalternità del Portogallo alla Spagna. Come per esempio la Dandini, che nella sua trasmissione presenta “Hosé” Saramago. Certamente da prendere a sberle ma mai quanto un critico, di cui purtroppo non ricordo il nome, che recensendo su Repubblica il romanzo di Saramago “Le intermittenze della morte” e volendo farsi il figo citando il titolo originale, se ne uscì con “Las intermitencias de la muerte” anziché “As intermitências da morte”. Oppure, esperienza personale, un'editor della maggior casa editrice italiana, alle prese con un racconto ambientato nel Bairro Alto, con odiosa sicumera intervenne con la sua matita rossa scrivendo: “sicuro che non è Barrio?” (come tra l'altro scrivono le riviste di viaggi quando parlano dell'effervescente notte nel quartiere lisboeta). Ma il brivido più lungo d'indignazione, corrispondente alla visione di un intero film, l'ho avuto quando ho visto Lisbon Story. L'edizione italiana è da galera: pronunce storpiate in una sconosciuta lingua neolatina e traduzioni inventate si susseguono a perdifiato.

Io naturalmente nel mio piccolo m'impegno quotidianamente nella battaglia del riconoscimento dell'identità portoghese, ma ancora oggi alcuni miei conoscenti si lasciano scappare da improvvide labbra la seguente frase: “Quando sei tornato dalla Spagna?” o, se vogliono essere più precisi: “Quando sei tornato da Barcellona?” (la desinenza -ona manda fuori strada, a questo punto potrebbero benissimo dire Sulmona od Ortona). Finora ho fatto gentilmente notare che si tratta rispettivamente di Portogallo e Lisbona, ma anche la mia proverbiale pazienza ha un limite. Presto sentirai parlare di crani sfondati a colpi di galletto di Barcelos, simbolo del Portogallo (v. foto). Se non entra in testa in un modo, ci entrerà in un altro.

8 commenti:

  1. Purtroppo è verissimo, lo lamentiamo tutti noi che abitiamo a Lisbona (classica la domanda: "come va con lo spagnolo?").
    Non ricordo questo dettaglio di Lisbon Story, lo devo rivedere (lo vidi quando ancora non stavo qua, quindi non colsi i fatti linguistici). Però c'è da dire che la pronuncia portoghese non è certo semplice e quindi in un film ci sta che sia un po' storpiata.
    Per quanto riguarda José et similia, ho conosciuto anche l'esperienza contraria, ossia un mio amico spagnolo che abita qua e che si chiama Javier: per la disperazione di sentirsi chiamare Xavier ha deciso di cambiare il suo nome adattandolo al portoghese in facebook :)

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    1. Pensa che in Lisbon story fanno dire al protagonista che Pessoa vuol dire "nessuno". Non lo metteresti in galera quello che ha curato l'edizione italiana?

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  2. Cose che capitano anche a me. Anche Barcellona, ebbene sì, sarà il -ona finale.
    Ma neanch'io ricordavo errori nel doppiaggio di Lisbon Story. Sarà che l'ho visto che ancora non parlavo una parola di portoghese...

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    1. E quando ti capita non ti viene un istinto omicida? A me sì :-)
      Pensa che in Lisbon Story il tizio diceva che "Pessoa" vuol dire "nessuno". Un falso che grida vendetta!

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  3. Proprio vero che "de Espanha nem bom vento nem bom casamento!"

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    1. Esattamente, come ripeteva sempre la mia prof di portoghese :-)

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  4. I portoghesi e spagnoli sono fratelli. La comunicazione tra loro = super facile.

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  5. Gli italiani sono super arrogante e estremamente fastidioso.

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