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Visto che il solstizio
d'estate è appena passato (e quindi le giornate hanno già
cominciato ad accorciarsi, ma non lo dico altrimenti passo per
depresso) sarebbe ora di cominciare a parlare delle spiagge, una più
bella dell'altra, che pullulano nei dintorni di Lisbona. Cominciamo?
A farmi conoscere la
Praia do Guincho è stata Teresa, una che di cose belle se
ne intende. Ricordo benissimo il primo impatto che ebbi con
quest'angolo lunare di terra perennemente tormentata dalle onde.
Tormentò anche me. Era la fine di maggio del mitico 2003, e le
temperature erano già tropicali. Lì, come sempre, tirava un vento
che al confronto la bora di Trieste è una sventagliata di tulle.
Pollini dappertutto, e io che passai la giornata a inalare le essenze
dei cespugli delle dune e a starnutire no-stop come un dannato. Però,
siccome poi la temperatura scese inopinatamente ignorando che io
indossavo solo una canotta, al ritorno in macchina continuai a
starnutire e a smocciolare, salvo poi scoprire dopo un paio di giorni
che m'ero beccato una bella bronchite, tempestivamente curata dal SSN
portoghese.
Ma, rigagnoli narrativi a
parte, va detto che la praia do Guincho è davvero un posto da
non perdere. Si trova a una trentina di chilometri a nord di Lisboa,
oltre l'iperchic località di Cascais, oltre la spettacolare
scogliera della Boca do Inferno, e poco prima del promontorio
di Cabo da Roca, l'estremità più occidentale dell'Europa
continentale. Il paesaggio è davvero notevole: la sabbia, sospinta
dappertutto dal perenne vento, anche sulla carreggiata, modella in
continuazione la fisionomia di questo lembo di costa a tratti
rocciosa, e la rada vegetazione subtropicale ne evidenzia l'aspetto
quasi lunare. Il vento, che è una piaga per chi vuole prendere il
sole in santa pace, è invece una manna per la nutrita schiera di
surfisti che frequentano in massa la località, teatro di campionati
mondiali sulla cresta delle onde.
Inutile dire che chiunque
si avventuri in acqua con l'intenzione di farsi due bracciate o
ancora più ingenuamente voglia solo rinfrescarsi sarà punito da
Nettuno, che qui è abbastanza iracondo. Il mare è quasi
perennemente mosso, con onde che ti acchiappano e ti trascinano dove
dicono loro (e spera solo che non siano incazzate); l'acqua, che te
lo dico a fare, ha sempre la temperatura ideale per una
congestione istantanea. Quindi il consiglio è: nutrire un sano
timore reverenziale per l'oceano.
Se poi vuoi venire qui
solo per goderti un pomeriggio in un posto decisamente da sogno, puoi
scegliere uno degli sparuti baretti tra le dune, sgarrupati ma pieni di charme, oppure uno dei ristoranti più blasonati del Portogallo.
Guardando il tramonto sull'oceano, bevendo una Sagres o un
Mojito e ascoltando il sibilo del vento, da cui il nome Guincho
(argano).
Guincho = argano? E chi lo sospettava... Grazie per le mille chicche che si apprendono da questo blog... ne sono assolutamante incantata!:)
RispondiEliminaSì, lo stridio dell'argano ricorda il fischio del vento... o viceversa.
RispondiEliminaGrazie a te per seguire con passione Lisbon storie!
Be'...messa così,
RispondiEliminaanche lo stridio dell'argano suona così poetico e musicale...
Evviva l'oceano, pure incazzato!
ciao Graziano, la settimana prossima sono a Lisbona (non vedo l'ora!): qual è uno dei ristoranti più blasonati del Portogallo di cui parli nel post? Grazie!
RispondiEliminaCiao Costanza
Eliminaecco il ristorante: http://www.portosantamaria.com/?sec=home
Bom proveite!
Obrigada!
RispondiElimina...ma non ho chance di andarci con i mezzi pubblici, giusto?
Mi cogli impreparato. Ma puoi fare così: dal Cais do Sodré a Lisbona prendi il treno per Cascais e appena arrivi prendi un taxi per il Guincho. Anche perché, se puoi permetterti quel ristorante, figuriamoci due corse di taxi! :-P
EliminaMi sa che fitterò un auto... con autista naturalmente! ;-D :-P
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