venerdì 25 ottobre 2013

UNO SQUITTIO NELLO CHIADO

 
Prego, prego, accomodati. Mettiti pure a tuo agio, siediti e goditi lo spettacolo. Nel frattempo, se proprio insisti, posso anche arrivare a offrirti un caffè e a intrattenerti con una mezz’ora di chiacchiere. Vuoi addirittura toglierti le scarpe e distenderti? Non esageriamo! Va be' che qui siamo nel salotto, ma è il salotto della città. Siamo per strada, non in casa: siamo allo Chiado (pron. Sci-adu).

Il cuore del quartiere, che è il cuore del centro, che è il cuore di Lisbona, che è il cuore del Portogallo, è questo largo di poche centinaia di metri quadrati (largo do Chiado, appunto) sempre brulicante di vita, di taxi, di tram, di gente che passeggia, che fa shopping, che viene e va alla fermata della metro, che siede ai tavolini dei caffè o si dà appuntamento proprio qui, come io e te adesso. Ha lo stesso nome di una statua che si erge proprio in mezzo allo slargo, non quella statua -Pessoa- accanto alla quale tu, come un demente, hai posato con quell’aria da intellettuale che proprio non ti si addice, ma quell’altra. Come quale altra? Guarda bene, qui c’è un’altra statua! Sì, quella sul piedistallo, quella che non avevi mai notato. Che statua è? È la statua di Chiado.

Chiado in portoghese vuol dire squittio, ma Chiado è anche il nomignolo affibbiato a tale scrittore, che risponde al nome di António Ribeiro, che appunto pare frequentasse assiduamente il quartiere. Quartiere che a sua volta deve il nome a un oste (perché l'avessero soprannominato così non mi è dato sapere) che nel Cinquecento aveva una mescita dove adesso ci sono gli Armazéns do Chiado. In effetti il quartiere è sempre stato il punto di ritrovo di scrittori e intellettuali -e beoni, aggiungo io- che animavano le tertúlias (i salotti letterari), ed è qui che si fa nascere il Romanticismo portoghese, qui che i vari Eça de Queiroz e tutti gli altri bisbocciavano e discettavano di letteratura, filosofia e politica, e vi ambientavano altresì i loro romanzi, e qui che il più famoso di tutti, Pessoa, soleva trascorrere le proprie giornate.

E praticamente dalla notte di tempi fino a oggi, tranne una parentesi tra gli anni Ottanta e i Novanta, prima perché i lisboetas lo snobbarono, poi per via di un incendio che distrusse tutto nel 1988, il Chiado è sempre stato l’ombelico della città. Frequentato da personaggi famosi, da creativi, da fashion victims, da smandrappate, da perdigiorno, da studenti, da amministratori delegati, da questuanti, da attori e cantanti, da punkabbestia, da artisti di strada, insomma bazzicato da tutti, è il luogo dove succede di tutto. Teatri, ristoranti, musei, negozi storici e negozi alla moda, caffè, uffici: tutto è concentrato in questo reticolo di stradine, circondato a sua volta da altri quartieri di successo, che vede in rua Garret e rua do Carmo i due assi principali, da percorrere più volte al giorno fino alla nausea. Il guaio è che è anche il quartiere in cui il tuo portafogli può subire pesanti ripercussioni: difficile passare per queste strade in qualunque ora del giorno e della notte senza lasciarci, ben che vada, qualche euro. Come adesso, visto che ti sto offrendo il caffè. Oppure paghiamo alla romana, che è meglio?

16 commenti:

  1. Adoro questo quartiere. Nei miei primi viaggi a Lisbona sono rimasto subito affascianto dall'Alfama, ma più passa il tempo (e più ritorno a Lisbona) e più amo il Chiado.Potrei stare un intero giorno a passeggiare per le vie, osservando la gente e semplicemente curiosando fra le sue vie. E fermandomi qua e là a bere qualcosa, ovviamente ;)

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    1. Un intero giorno a passeggiare per il Chiado? Io ci sto giorni interi!

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  2. Condivido pienamente la sensazione di fastidio misto a disgusto e pena alla visione dei dementi che fanno la foto rompendo le palle al povero Pessoa.

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  3. Per chi non lo sa, l'incendio è divampato nei " Armazens Grandela" che tra l'altro è anche la location di un vecchio e molto amato classico film portoghese che si chiama "O pai tirano". Una di quelle commedie che si vedono sempre volentieri.
    L.

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    1. Muito bem, anonimo, ti vedo preparato. Ne ho parlato anche qui: http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/armazens-do-chiado.html

      E comunque questo "pai tirano" non lo conosco. Mi toccherà documentarmi!

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    2. Pai Tirano con il grande Vasco Santana. Divertente commedia.

      Qualche anno fa, di visita a Lisboa, passeggiavo per la rua do Carmo con mia figlia e ho avuto un "flashback" olfattivo. Ho sentito l'odore di bruciato che per tanti mesi perdurò in quella zona dopo l'incendio. Una sensazione stranissima ma intensa.
      L.

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  4. Che poi A Brasileira è caro come pochi, e che c'avrà di tanto speciale?
    Ti dirò, a me m'a rimbarza, e pure la statua di Pessoa che a furia di essere toccata dai turisti sarà diventata come San Pietro nell'omonima basilica in Vaticano (almeno quando la vidi io 20 anni fa aveva il piede senza piú dita, reso liscio dallo struscio dei fedeli adoranti).

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    1. In effetti, elle, credo sia molto meglio il caffè di lato, Benard, che ovviamente è molto più frequentato dai lisboetas a differenza della Brasileira, piena di turisti. E, tornando alla statua di Pessoa, quanti di quei dementi che si fanno la foto credi abbiano letto una sola sillaba di Pessoa?

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  5. questo articolo mi ha fatto venire la pelle d'oca.. per un momento ho visto me che esco dalla metro e passeggio per il quartiere.
    grazie, davvero :°°°

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    1. Prego, rokkinho. Sarà che qualche volta ci siamo incrociati per il quartiere senza saperlo? :-)

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  6. Chiado? Demodè . poi lisboa é noiosissima. preferisco Barcellona!!!

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    1. Bella, Barcellona. Bella ma molto più scontata, ovvia e banale di Lisbona. E soprattuto, perennemente intasata di chiassosi adolescenti (e tardoadolescenti) italiani con l'ormone velleitario.
      Noi da queste parti preferiamo la noiosissima Lisbona. Peccato per chi non la sa apprezzare.

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  7. Innanzitutto le discoteche di Barcellona a Lisbona se le sognano. Io ci sono andato in gita e la sera non c'era proprio ambiente di fiesta...

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