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Quando passeggi per Lisbona la tentazione è quella di guardare col naso all'insù il cielo azzurro, le facciate dei palazzi piene di azulejos (piastrelle), le casette color pastello e i panni stesi ad asciugare. Male, molto male, perché così ti perdi quello che hai sotto i piedi: la calçada portuguesa.
Calçada in realtà vuol dire molte cose: è il marciapiede, è una salita/discesa/molto scoscesa, ed è il tipo di pavimentazione delle strade di tutto il Portogallo nonché delle sue ex colonie. C'è la calçada di granito (scura) come i nostri sampietrini, generalmente utilizzata per la carreggiata, e la calçada di calcare (bianca), utilizzata per marciapiedi, scalinate e aree pedonali. Ed è quella propriamente detta, che fa di Lisbona la “città bianca”: sono proprio questi specchietti di pietra a riflettere la luce dell'oceano e a illuminare anche i vicoletti più oscuri.
Ma soprattutto la calçada non è una pavimentazione tanto per, ma è una tela calcarea su cui sono incise opere d'arte. Quando bighelloni prova a guardare dove metti i piedi e vedrai scenografici mosaici che simulano le onde del mare (la piazza del Rossio, ad esempio), figure mitologiche, motivi geometrici o più prosaicamente insegne di negozi o numeri civici, tutti magistralmente intarsiati con pietre scure nel marciapiede o nella piazza di pietre bianche. Autori di questi capolavori baciati dalle suole sono i calceiteiros, artigiani d'antica origine che oggi escono fuori, diplomati e patentati, da un'apposita scuola istituita a Lisbona nel 1986.
Però, oltre che belle, le calçadas sono anche traditrici come saponette. Ne sa qualcosa la mia amica Eduarda, che si procurò una frattura esposta di tibia e perone slittando (era estate) nella calçada da Gloria, quella salita ripidissima che collega l’Avenida da Liberdade con il Bairro Alto e che mette a dura prova i polmoni più allenati e i sistemi cardiocircolatori più pompati, come del resto tutte le salite di Lisbona. Eh sì, esisteranno ancora i calceiteiros ma, come la stessa Eduarda mi ha informato, non esistono più quelle squadre specializzate di artigiani armati di martelli e punteruoli che alla fine dell’inverno, come sciami di Woody Woodpecker, bucherellavano dado per dado le calçadas rese lise e sdrucciolevoli dalle piogge e dall’umidità invernali, rendendo più sicuri marciapiedi, gradini e salite.
Però... Però io qualche tempo fa ho visto degli operai chini a picchiettare la calçada... Eduarda, li hai chiamati tu?
Bella la calçada! Ma certe volte davvero poco pratica, specie quando ci sono lavori in corso (poracci gli operai che picchiettano pietrina per pietrina..e poi magari qualche pezzo avanza e lo accantonano ai lati delle strade! :))
RispondiEliminaps ho scoperto il tuo blog oggi, molto carino ed interessante.
RispondiEliminami fa piacere quando incontro una persona che rimane conquistata da questa città :)
anch'io ho un blog dove parlo anche di Lisbona, se vuoi farci un saltino sei il benvenuto!
Ciao Elle
RispondiEliminae benvenuta! Grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere :-)
Però a questo punto devi dire pubblicamente qual è il tuo blog, così ci facciamo subito un salto in massa!
http://oceans2.blogspot.com/
RispondiElimina(dovrebbe comparire anche cliccando sul mio nickname)
A presto!
Ma lo sai che è proprio bello il tuo blog? Scritto bene, pieno di emozioni e soprattutto coni foto fantastiche!
EliminaMi sa che ti seguirò :-)
Grazie, mi fa piacere! Io ti seguo di gia' :)
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