Se bighellonando
per Graça ti vien voglia di svariare e di aggiungere altri motivi di diletto ai
miradouros, ai giardini e ai pastéis de nata, sappi che il quartiere nasconde
due gemme architettoniche che sicuramente non conosci. Ma sei perdonato:
nemmeno molti lisboetas le conoscono. Sono una sorta di Garbatelle in miniatura
che… Aspetta, sto correndo troppo. Certe cose vanno fatte con calma.
Hai mangiato la
pastarella? Hai bevuto il cafezinho? Hai dato uno sguardo da uno dei miradouros?
Bene, allora senza fretta avviamoci con passo bendisposto verso una stradina appartata,
lunga appena una centinaio di metri ma tanto graziosa (non per niente siamo a
Graça). Si chiama Vila Berta e basta, senza rua, né beco, né largo, solo Vila
Berta. È la parallela a oriente del largo da Graça, ed è una stradina su cui si
affacciano case progettate e costruite nei primissimi anni del XX secolo. Da qualche
parte avevo letto che fossero state costruite da un industriale e destinate ai
suoi operai; da qualche altra parte, invece, si dice che contrariamente a
quanto si tramandi, furono state concepite e realizzate per esponenti della
piccola borghesia. Per certo posso dire che le costruzioni sono molto eleganti:
da una parte della strada si affaccia una schiera di piccoli condomini d’epoca tutti
uguali, dall’altra una schiera di villini caratterizzati da un portico con
travi metalliche che nella parte superiore diventano terrazzini fioriti. Da vedere
e fotografare (come ho fatto io).
Dall’altra parte del
largo da Graça c’è l’altro gioiellino urbanistico-architettonico: è il Bairro
Estrela d’Ouro (Stella d’Oro). È contemporaneo ma più composito di Vila Berta,
visto che fu fatto costruire da tal Agapito Serra Fernandes, magnate dei
dolciumi, per ospitare la sua famiglia e quelle dei suoi operai. Si tratta di
lotti di edilizia di buona fattura a due o tre piani, con fregi architettonici, belle ringhiere di ferro battuto e bei pannelli di azulejos.
Le strade del borghetto sono intitolate ai membri della famiglia dell’industriale
(come rua Rosalina o rua Josefa Maria) e ancora vi si respira un’aria di
aristocratico proletariato, tra orti, giardini fioriti, merli che cantano,
gatti che passeggiano e l’onnipresente emblema della stella a cinque punte, a
ricordare l’appartenenza di Serra Fernandes alla massoneria.
Se poi vuoi approfittare
della passeggiata per andare a fare la spesa, dall’altra parte dell’isolato c’è
un supermercato del Pingo Doce (che è come dire Conad o Coop): quello era il
cinema del bairro Estrela d’Ouro, il Ciné Royal, primo cinema sonoro del Portogallo.
Ma non importa che non ospiti più un cinema, tanto lo spettacolo che abbiamo
appena visto ci ha già appagato.
Quello era il 'mio' supermercato, visto che abitavo da quelle parti... che dire? Saudades? Certamente, ma pensavo peggio! Ciao, GRAZIAno, ti leggo sempre con piacere! :)
RispondiEliminaE' anche il "mio"!
EliminaGrazie, Monica, ciao a te :-)