martedì 31 gennaio 2012

PROFUMA DI LISBONA


Ti propongo un gioco da fare a Lisbona: lasciati bendare e fatti prendere per mano da qualcuno che ti guiderà per i vicoletti e i viali della città. Tu non vedrai niente, niente cielo azzurro, niente Tago, niente calçada, niente di niente. Però ti concentrerai sui profumi, e vedrai: ne sentirai a profusione.

L'aria a Lisbona è pregna di profumi che cambiano col cambiare delle stagioni e dei quartieri. Quello che forse sentirai dappertutto, il più caratteristico e presente, è l'odore salmastro dell'estuario che in alcuni giorni, soprattutto d'inverno, quando arriva il vento umido dall'oceano, è più penetrante di altri. È la maresia, quell'essenza salata che si diffonde fin nei vicoli più appartati e di cui si imbevono le fibre del mio bucato steso ad asciugare, e io come una massaia delle pubblicità mi inebrio di questo aroma di cui sono impregnate le mutande e gli asciugamani (puliti).

D'inverno la maresia si mischia all'odore delle castagne arrosto, in vendita in ogni angolo della città, ma è a primavera che si ha un'esplosione di profumi che stordiscono. Da fine aprile fino a tutto giugno fioriscono i festosi jacaranda, alti alberi disseminati in tutta la città la cui chioma diventa all'improvviso una nuvola indaco. Interi viali, piazze e parchi cambiano colore e diventano una festa per le narici, e soprattutto all'imbrunire arrivano da ogni dove echi di quest'essenza intensa e dolcissima che mette felicità.

Ma a giugno l'aria si impregna di un altro profumo ancora più tipico. L'estate e vicina, le feste popolari pure: partono le sardinhadas, le “sardinate”. Nei vicoli dell'Alfama, di Madragoa, della Mouraria, ma anche nei quartieri meno “popolari” come Estrela o il Príncipe Real, a ora di pranzo ma ancor più al tramonto, che arriva molto tardi, ti investono meravigliose zaffate di sardine arrosto. Ristoranti, tascas (trattorie), ma soprattutto varinas (letteralmente “pescivendole”, ma potremmo tradurle con “vaiasse”) che onorano un rito scritto nel loro DNA improvvisando grigliate di sardine sui marciapiedi, senza accorgersene rendono la città ancora più bella e festosa.

Del resto Lisbona è una città di profumi, come dice l'inno popolare Cheira bem, cheira a Lisboa (ha un buon profumo, profuma di Lisbona), reso ancora più popolare da Amália Rodrigues: la  strofa finale del ritornello dichiara che “Lisbona profuma di fiori e di mare”. Ecco, vedi? proprio come le mie mutande fresche di bucato.

2 commenti:

  1. Finalmente un nome per quegli alberi bellissimi ma per me puzzolentissimi!! E che macello quei fiori appiccicosi sulla calçada..eheh ;)
    Concordo sugli altri profumi, è un trionfo di odori qua (ed io ho un naso da segugio, quindi a volte mi stordiscono, ma ben venga!)

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  2. Nooo, i jacaranda sono pro-fu-ma-tis-si-mi! Certo che poi sì, i fiori rendono la calçada ancora più scivolosa. E' il prezzo da pagare per il loro spettacolo.

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