lunedì 16 gennaio 2012

A NUOTO, A NUOTO!


La prossima volta che a Roma mi verrà voglia di farmi una nuotata, mi tufferò direttamente nel Tevere. Tanto, fogna per fogna, almeno non pago i dieci euro d'ingresso. Perché come sai le piscine romane, oltre che esigue e care arrabbiate, sono brutte, luride, fetide, fredde e buie. Vere cloache, in cui non mi stupirei se tra una bracciata e l'altra mi trovassi a tu per tu con una zoccola.
 
In questi casi il confronto con Lisbona scatta in me pronto e impietoso. Nella città sul Tago, nuotare è uno degli innumerevoli piaceri a buon mercato. Infatti, nonostante le casse comunali certamente meno pingui rispetto a quelle della capitale della settima potenza mondiale (sempre che mentre scrivo non sia diventata settantesima), la Câmara Municipal de Lisboa ha inaugurato pochi anni fa una fitta rete di piscine comunali che servono praticamente tutti i quartieri della città. Le strutture sono nuovissime, ben tenute, pulite, ariose e luminose in quanto non dislocate in locali destinati a garage ma circondate da amplissime vetrate che lasciano entrare il sole sulle corsie, così quando nuoti oltre agli occhialini Speedo hai bisogno anche dei Ray-Ban.

I prezzi? Tieniti forte: per un ingresso singolo, se entri prima delle 16,30 paghi € 1,65, se entri dopo le 16,30 paghi € 2,50, e l'abbonamento mensile costa € 16,50. L'unico piccolo neo, che a queste condizioni sopporti senza fiatare, è che se vai di mattina ti tocca dividere gli spogliatoi con i bambini o gli adolescenti che fanno l'ora di nuoto e tanto casino. Perché, altra cosa che dalle nostre parti possiamo solo sognarci, il Comune mette a disposizione delle scuole le strutture e gli istruttori per insegnare il nuoto ai ragazzini, che ovviamente non pagano un centesimo.

Ma del resto noi siamo italiani, il paese nella cui capitale le piscine costruite per i mondiali di nuoto vengono sequestrate dagli ufficiali giudiziari perché abusive. È che noi nella fogna non ci nuotiamo, ci sguazziamo.

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