Sai quante volte ci sono passato sotto!
E sempre di corsa, un po’ perché quasi sempre facendo jogging sul lungotago, un po’ perché
immaginavo che potesse crollare proprio mentre io mi trovavo sotto e quindi
dovevo fare uno sprint per scampare all’immaginaria catastrofe (sciocchi stratagemmi
per contrastare la noia da jogging). Non si tratta di "Cassandra Crossing" ma
molto più semplicemente del ponte XXV de Abril, la cornice di Lisbona.
Che al contrario è saldo, sicuro e a prova
di terremoto: i recenti controlli l’hanno promosso a pieni voti, pur avendo sul
groppone la bellezza di 47 anni d’età. E sì, perché il ponte che adesso porta
il nome della data della Rivoluzione dei Garofani è anteriore alla Rivoluzione
dei Garofani. Fu fatto costruire dal dittatore nel 1966 e gli fu appioppato il
nome, guarda un po’, del dittatore. Ponte Salazar. Un capolavoro della
tecnologia che finalmente univa la città all’altra sponda del Tago, visto che
l’unica maniera di attraversarlo era salire su un cacilheiro (o a nuoto tra i
delfini, quando c’erano). All’epoca era il ponte dei record, il più alto il più
lungo il più tutto, ma anche adesso, nonostante le opere di ingegneria
fantascientifica degli ultimi decenni in giro per il mondo, resta nella top 20
dei ponti “più”.
Onnipresente nella scenografia
della città, di giorno come di notte, scintillante davanti alla luce del maestoso
tramonto che ha luogo alle sue spalle, sbrilluccicante di notte con tutte le
sue lucine accese come un enorme albero di Natale, è la ciliegina sulla torta
della città. Una presenza estetica molto forte che ti dà il benvenuto già
quando sei sull’aereo e il vento fa sbandare il velivolo come una zanzara che
non sei riuscito ad ammazzare. È la prima cosa che vedi di Lisbona, oltre
naturalmente al fiume e alle casette ammonticchiate in ogni dove.
Invece qualcosa che sicuramente
non vedi subito è che il ponte si sviluppa su due livelli: quello superiore, composto
per metà d’asfalto e per metà di una griglia metallica (per alleggerire la
struttura, immagino) è destinato al traffico automobilistico che paga pedaggio,
e quello inferiore, aggiunto nel 1999, ai treni suburbani. Attualmente la
carreggiata è attraversata da circa 150.000 vetture al giorno e la ferrovia da
quasi cento treni al giorno: in totale, oltre venti milioni di passeggeri ogni
anno vanno di qua e di là.
Va da sé che il transito pedonale
è interdetto, e oltretutto il pazzo che volesse raggiungerlo deve prima
percorrere qualche chilometro di svincoli trafficati, quindi non c’è storia. Se
però non desisti e vuoi assolutamente percorrere il ponte a piedi, hai un’occasione:
la Meia Maratona de Lisboa prevede la partenza proprio dall’altra parte del
Tago, ai caselli per il pedaggio. Effettivamente dev’essere una bella
sensazione essere circondato dal cielo, dalla luce e dal blu a destra e a manca.
E farlo senza i consueti finestrini di auto o pullman che si frappongono fra te
e l’aria, senza il rumore dei motori e con la sensazione che da un momento all’altro
potresti unirti a gabbiani e albatri se l’inadempiente madre natura ti avesse
dotato di ali, dev’essere un’esperienza abbastanza unica. Icaro, quello delle
ali di cera, avrebbe sicuramente apprezzato.
Eh già, a ponte! Meno male che non hai nominato il Golden Gate :D
RispondiEliminaE io lo vedo dal balcone della mia stanza, gne gne gne!
Golden Gate? Quello della città dei tram, delle salite ripide, dell'oceano e del terremoto? La copia di Lisbona, intendi? :-)
EliminaE comunque mi hai ricordato che mi sono dimenticato di scrivere che in portoghese il ponte è "a ponte", al femminile. E beata te che lo vedi, anzi la vedi, dalla tua stanza :-)
A ponte!!! :)))
RispondiEliminaChe quando arrivi dall'altra parte, c'é il Cristo Rei che fa: BEM VIIINDOS :))))
OTTIMO POST COME SEMPRE ;)
Grazie, Marco, sei molto gentile :-)
EliminaMa tu lo sai che io sul Cristo Rei non ci sono mai salito? Dovrò recuperare!
Manco io ci sono mai salito!!!
EliminaE dovete recuperare! Una volta ci andai con mio fratello piú grande, un vento e una pioggia, quasi quasi volavamo giú dal Cristo
EliminaAh ah ah! No, preferisco andarci quando non c'è vento. Meglio non rischiare :-)
Eliminafatelo perché poi dal Cristo hai una vista bellissima del ponte e di tutta la città!
Eliminail vento è una fregatura anche io beccai un tempo da lupi!
Fantastico post come sempre!
RispondiEliminaGrazie mille, dfs! :-)
Eliminainteressantissimi i tuoi post..
RispondiEliminaGrazie mille, anonimo!
EliminaPrima della "revoluçao dos cravos" si chiamava "ponte Salazar"
RispondiEliminaInfatti c'è scritto! Leggi più attentamente se no ti abbasso il voto ;-)
EliminaVero... scusa. (mi vado ad inginocchiar sui ceci)
Elimina:)
Non abito a Lisbona, ma la amo da impazzire........Ci sono già stata quattro o cinque volte , in estate e in inverno.
RispondiEliminaRicordo con piacere quante volte, nell'agosto 2012, ho fatto il ponte xxv april da Caparica a Lisbona!
Che bei giorni............
Anche tu malata di saudades, vedo. Una piccola moltitudine, per parafrasare Pessoa.
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