sabato 7 marzo 2015

A SPASSO CON I NARRANTI ERRANTI


Qualche giorno fa, se hai seguito la pagina Facebook di Lisbon storie, avrai saputo della gita fatta con un bel gruppo di persone e magari hai anche partecipato a mia insaputa. Una gita in cui ciascuno dei partecipanti ha fatto perdere le tracce di sé per poi farle ritrovare in un resoconto di 400 caratteri. C'è chi ha visto la Rivoluzione dei Garofani, chi le bettole del fado vadio, chi gli auto da fé, chi il Tago, chi il cielo azzurro, chi tante altre cose. Hanno errato per Lisbona a modo loro e poi ce l'hanno narrata. Sì, sono loro: i Narranti Erranti.

Narranti Erranti è una community nata dalla testa e dalla penna, entrambe brillanti, di un creativo di rango (che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente) nonché seguace della prima ora di Lisbon storie, il quale ha avuto un'altrettanto brillante idea: dedicare una settimana dei Narranti Erranti a Lisbon storie, per una join-venture de noantri incentrata sulla scrittura e sulla creatività. Le parole d'ordine di questa peregrinazione tra verbi, sostantivi e suggestioni erano: azulejo e salita.

La sfida era, come succede ormai da un paio d'anni su Narranti Erranti: scrivere un miniracconto di massimo 400 caratteri che contenga le due parole prescelte e metterle ai voti (“mi piace”). In questa edizione speciale, oltre alla classica giuria popolare, c'è stata anche la giuria Lisbon storie. È stata davvero una gran bella scarpinata immaginaria per Lisbona, tra i suoi miradouros, le sue calçadas e i suoi vicoletti, e alla fine ecco cos'è successo.

Giuria popolare.
Al secondo posto a pari merito ben tre racconti: “Brain drain” di Michele Musso, “Aria nuova vita nuova” di Livia De Giorgi, “Sette soli sette lune” di Ada Grande.


Al primo posto: “Principio di complementarietà” di Dek Dekku (Salvatore Di Carmine).


Giuria Lisbon storie.
Al secondo posto, per aver mostrato, attraverso un ritmo svelto e serrato, quasi da film d'azione, un fotogramma di una storia non raccontata della quale il lettore è invogliato a costruirsi la propria trama personale: “La fuga” di Maura Moscatelli.


Al primo posto, per la capacità di raccontare, in poche pennellate intense ed evocative della città e della sua bellezza, il dolore di una malattia che priva dei ricordi e la forza di un legame che non è banalmente d'amore bensì di rispetto, affetto e gratitudine: “Lisboa, velha cidade” di Patrizia Bartoli.


Congratulazioni ai sei vincitori e a tutti i partecipanti per la loro appassionata, competente ed entusiastica adesione (qui puoi leggere tutti i racconti). Io, per quanto mi riguarda, mi sono divertito un sacco, e ho il sospetto che anche i circa cinquanta partecipanti siano andati in visibilio bighellonando con la fantasia e con la penna per Lisbona. Quindi direi (e questo è un desiderio, un auspicio e un'esortazione): repetita iuvant.


2 commenti:

  1. molto belli, davvero! complimenti agli autori e a chi ha organizzato questa simpatica tenzone!

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    1. Grazie! Magari, se ci sarà una prossima edizione, potresti anche partecipare ;-)

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