martedì 16 settembre 2014

UFFICI PORTOGHESI, EFFICIENZA SCANDINAVA - 1


Non so come funzionino gli uffici pubblici delle altre nazioni mediterranee, ma posso dire con sicurezza che quelli portoghesi, al confronto con quelli italiani, sono di un'efficienza scandinava. Naturalmente il portoghese medio, che ama sollazzarsi nell'autocommiserazione e intona lagne quotidiane contro la sua patria, non lo riconoscerà mai. Però ho i dati di fatto per sbugiardarlo e soprattutto per far venire a te, italiano/a che non sei altro, i travasi di bile per l'invidia.

Avendo comprato e soprattutto ristrutturato casa, ho frequentato tutti i tipi di uffici pubblici: catasto (registo predial), ufficio delle entrate (finanças), ufficio urbanistico, acqua (Epal), luce (EDP) e compagnia bella. In un solo caso, cioè all'urbanistica, la burocrazia è stata asfissiante -ma mai sprezzante- quasi quanto quella italiana, ma in genere è di una rapidità e un'efficienza che nel Bel Paese nemmeno ci azzardiamo a desiderare.

Tanto per cominciare gli uffici pubblici portoghesi usano con profitto internet: molte pratiche vengono sbrigate attraverso la rete e non, come succede in Italia, con obsolete raccomandate o peggio con odiosi fax. Poi, se proprio è necessaria la presenza fisica, si può contare su un vero orario di apertura: dalle 9,00 alle 18,00 con orario continuato, che per noi italiani è utopia. Ma soprattutto gli addetti sono in genere sempre servizievoli: infatti l'impiegato che fa il galletto lo trasformi immediatamente in agnellino semplicemente chiedendo il Livro de Reclamações, la magica invenzione di cui ti ho già parlato, nata per tutelare i consumatori e che adesso tutela anche i cittadini tout-court.

Anche le file, che qui sono seriamente rispettate, sono “user-friendly”. Se prendi un numeretto (senha) per un tipo di sportello e quando arrivi ti dicono che hai sbagliato fila, non ti succede come in Italia, dove la culona o il panzone dietro il bancone grugnirebbe “deve rifare la fila giusta”. No. L'impiegato/a, dopo aver capito di cosa hai bisogno, ti reindirizza automaticamente nella fila giusta con lo stesso numero, così non perdi la priorità acquisita. 'Na favola!

Ma non è tutto. Scendiamo nei dettagli. Nella sezione di Urbanistica del Comune, per esempio, se lo sportellista non sa dare una risposta al tuo quesito, per esempio a che punto è la pratica per l'emissione della licenza di costruzione, ti dà il numero interno del tecnico che sta seguendo la tua pratica (del cui nome tu sei già a conoscenza poiché compare sui documenti già in tuo possesso), vai nell'atrio, dove all'uopo sono predisposti dei telefoni, fai il numero dell'interno e il tecnico risponde al telefono e ai tuoi quesiti. Lo stesso tecnico è altresì disponibile una mattina a settimana anche per consultazioni telefoniche. In altre parole, tu sai sempre chi segue la tua pratica e a che punto è l'iter di approvazione. Un paradiso!

Se ti stai mangiando il fegato pensando alla sadica e cinica inefficienza degli uffici pubblici italiani, conservalo per il prossimo post, ché il bello deve ancora arrivare.

12 commenti:

  1. Interessante questo Post, perchè descrive una delle cose che infastidisce più in italia....l'inefficienza !!! il buon vivere lo fanno i dettagli...soprattuto quando si parla di servizi...io immaginavo che in portogallo funzionasse tutto meglio...ma sentirlo con chi ha avuto un contatto così ampio con vari enti...lo conferma ancor di più. Solo per confermare quello che dici...mia moglie brasiliana ha vissuto 6 anni a lisbona dal 2004 al 2010....e quando doveva fare il permesso di soggiorno per lavoro....la procedura è stata quella di effettuare una richiesta su internet dove si viene informati dei documenti necessari e il giorno in cui presentarsi...poi ti presenti con i documenti e se tutto ok...fatta..il permesso ti arriva a casa. In italia siamo andati insieme all'ufficio immigrazione di luglio con il caldo a fare una fila lunghissima sotto il sole(c'erano famiglie con bambini)....prima per ricevere un numero per la fila dove consegnare i documenti sperando che tutto è ok....poi siamo andati alla posta a pagare un bollettino...e poi siamo tornati....ci hanno comunicato un giorno in cui tornare per le impronte digitali....e poi dopo un mese dal prelievo impronte siamo tornati per ricevere il permesso di soggiorno....tiè becca che efficienza !!!. non vedo l'ora di leggere il prossimo post !!! ADORO LISBONA !!

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    1. Infatti, hai centrato il punto. Ogni procedura burocratica che a Lisbona ti prende un'ora, in Italia ti prende giornate intere. Poi possiamo pure dire che il PIL portoghese è più basso di quello dell'Italia, ma se la qualità dei servizi è più alta, a che serve guadagnare cinquemila euro in più all'anno se li devi buttare in tranquillanti?

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  2. ciao, infatti è quello che dico da alcuni anni quando parlo del portogallo a colleghi o amici, la crisi è europea...chi più chi meno, ma appena tutto ripartirà...i paesi che hanno le basi solide(in questo caso i servizi) avranno una marcia in più rispetto a chi è ancora a livello di terzo mondo !!! Tutti mi rispondono così come dici tu...ma il portogallo ha la Troika....sono inguagliati da paura....e li lascio stare perchè è inutile continuare a parlare.
    grazie per la tua risposta. e un ultima cosa.....se non sbaglio in portogallo la dichiarazione dei redditi si fa online...vero? qui se ne parla ora la gente o non viaggia oppure quando viaggia....non sa osservare !!! ADORO LISBONA !!!

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    1. Più che la dichiarazione dei redditi che si fa online, sottolineerei che da poco più di un anno le fatture si fanno solo online. Cioè: il blocchetto o il pdf a cui siamo abituati non esiste più, si riempie il modulo del ministero delle finanze e "jà està".
      Grazie a te per i tuoi commenti e segui sempre Lisbon storie! ;-)

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  3. Ciao ,
    un commento fuori tema, mi scuso!
    Scrivo da Vecchiano, paese del nostro amico e compianto compaesano Antonio Tabucchi, partito da qui da ragazzo, ma mai distaccato da questi luoghi, divenuto un grande della letteratura.
    Contrariamente a mio fratello, che nel corso degli anni ha intrattenuto con Antonio un rapporto amichevole, consolidato da una memorabile visita in Portogallo a metà degli anni 70, io non ho mai avuto l'occasione, e la fortuna, di conoscerlo personalmente, e l'ho conosciuto solo in qualità di lettrice.
    Qui tutti lo ricordiamo con affetto e con rimpianto e tutto ciò che "sa" di Lisbona e di Portogallo ci riconduce una struggente nostalgia...o dovrei dire saudade?!
    Sono arrivata qui proprio cercando il significato di questo termine speciale, ma è difficile definire e circoscrivere le emozioni.
    Saluti
    Marilena

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    1. Ciao Marilena
      grazie per la tua testimonianza. Certo aver conosciuto personalmente il grande Tabucchi dev'essere stato un grande privilegio per tuo fratello, ma anche noi lettori possiamo dirlo di averlo conosciuto, non trovi?
      Ti auguro tanta buona saudade che, come il nostro aveva definito -in maniera cristallina- è un sentimento vivo e profondo, una nostalgia bella. E continua a seguire Lisbon storie!
      Grazie

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  4. Graziano, ti leggo sempre e ogni volta mi ritorna in mente la mia amata Lisbona.
    Grazie per le tue belle parole e perchè ci tieni aggiornati continuamente.
    Ciao.

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  5. Un bicchiere di aqua nel deserto questo post, un'intera oasi in mezzo alle sabbie, l'intero blog, per due italiani (uno di nascita, una di adozione) che vogliono trasferirsi da Milano a Lisbona. Grazie infinite e a prestissimo :)

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    1. Grazie per le belle definizioni! Benvenuti quindi nel magico mondo di Lisbon storie. E di Lisbona tout-court!

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  6. C'è una cosa che, generalmente, mi infastidisce molto negli italiani all'estero: il paragone impietoso, che vede in tutto e per tutto il proprio paese, l'Italia, in difetto rispetto al nuovo paese d'accoglienza.
    Una volta che l'italiano medio esce dal proprio paese viene investito di una nuova coscienza civica, di una nuova etica, di una morale di ferro, tutti elementi che hanno come proposito più profondo la condanna dell'Italia e, ancor meglio, degli italiani.
    Parlo delle persone che frequento o che ho frequentato, e non di quelle che non conosco, ma accettare in silenzio la definizione di "efficienza scandinava" per gli uffici portoghesi risulta una violenza alla mia coscienza, o meglio alla mia esperienza.
    Potrei argomentare a lungo le mie Nefaste vicissitudini con l'amministrazione portoghese, ma credo sia poco interessante per chi gestisce questo blog e per chi lo legge. Ci tenevo solo a condividere il brivido che mi è salito lungo la schiena nel leggere il titolo di questi due vostri articoli.
    Ognuno si tiene le proprie idee e le proprie esperienze; io, al contrario di voi, ho troppo rispetto nei confronti del mio Paese e di chi ci lavora per pensare solamente ad un paragone così impietoso.

    Roberto

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    1. Ciao, Roberto
      non mi considero uno dei tanti italiani che hanno bisogno di andare all'estero e di sputar veleno sull'Italia per sentirsi fighi. Ciò che ho scritto nei due post corrisponde alle mie reiterate esperienze con la burocrazia portoghese che, pur molto presente, non è opprimente come quella nostrana. Parli di tue esperienze negative in merito e immagino che risalgano, correggimi se sbaglio, a qualche anno fa. Infatti, a detta di tutti i miei amici e conoscenti di Lisbona, il rinnovamento della burocrazia risale a più di cinque o sei anni fa, epoca in cui ho cominciato a frequentare uffici del catasto, del registro, delle finanze, dell'urbanistica e via discorrendo. E gli stessi portoghesi, che amano tanto parlar male del proprio paese, sono costretti a riconoscere che sì, da qualche anno gli uffici pubblici funzionano benissimo perché il tal ministro della funzione pubblica qualche anno fa si è accorciato le maniche e le ha fatte accorciare a tutto il suo settore.

      Quando poi vado al municipio a Campo Grande e vedo che gli sportelli al pubblico chiudono alle 20,00 (sì, hanno ulteriormente allungato l'orario d'apertura), che posso seguire le mie pratiche e addirittura parlare attraverso telefoni interni col tecnico che le segue, quando vado al catasto e faccio appena in tempo a "tirar a senha" che vedo il mio numero lampeggiare sul display, quando scopro che posso fare quasi tutto online, il paragone con l'Italia scatta e scatta pure impietoso.

      Naturalmente non metto in dubbio ciò che tu scrivi, forse sei di Bolzano, di Modena o di qualche altra città dove le cose funzionano, ma la mia esperienza di vita in tre città italiane (le due metropoli e la mia di origine) mi fanno fare due più due. Naturalmente non ne faccio nemmeno una questione di orgoglio nazionale, un po' perché non è un tema che mi interessa, un po' perché cerco di essere pragmatico e oggettivo nella valutazione delle mie esperienze, senza ideologie patriottiche. Evidentemente, oltre che aver avuto esperienze diverse, abbiamo anche sensibilità diverse. La cara, vecchia fenomenologia di Husserl! :-)

      Con cordialità
      Graziano

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