domenica 1 dicembre 2013

GRAFFI E GRAFFITI


Passeggi per il Bairro Alto, per la Mouraria, per Alcântara o per qualche altro quartiere del centro, e dove ti aspetteresti pareti ricoperte di azulejos trovi qualcos'altro: la città del XXI secolo sotto forma di graffiti, murales, sticker, stencil e graffi nel muro. Capolavori dei nostri tempi che qui più che altrove hanno trovato casa e museo.

Tu mi dirai: ma come, certi quartieri di Roma fanno schifo proprio perché le mura sono costantemente imbrattate! Anche qui, ma come sai in questo caso il confine tra arte e vandalismo è molto sottile. Metti poi che a Lisbona le istituzioni locali hanno messo in atto il motto degli antichi: se il nemico non puoi sconfiggerlo, fattelo amico. Perché, se capiti al Bairro Alto o alla Bica, vedi sì mura martoriate da immondi scarabocchi, ma vedi soprattutto opere di street art. Così tante che qualcuno qualche anno fa ebbe un'idea abbastanza rivoluzionaria: creare un museo unico al mondo. L'agenzia di pubblicità Leo Burnett, per conto del rum Pampero, s'inventò il Museo Efémero: un tour tra i graffiti del Bairro Alto alla scoperta dei piccoli capolavori che compaiono e scompaiono nel giro di poche settimane (ecco perché efémero, effimero).

L'idea, che lì per lì ebbe una certa risonanza internazionale (ne parlò anche Repubblica) non passò inosservata dalle parti del municipio, dove qualcuno ebbe il buonsenso di sviscerare meglio l'argomento. Anche perché nel frattempo la città veniva presa di mira dai vari artisti di strada che si esercitavano sulle pareti degli edifici abbandonati e fatiscenti. Allora il Comune di Lisbona si è accorciato le maniche e ha creato qualche anno fa la GAU (Galeria de Arte Urbana), che fornisce spazi agli artisti internazionali che invita in città e poi pubblica i loro lavori sulla propria rivista. Tutto è cominciato nel largo da Oliveirinha, in cima alla calçada da Gloria, dove hanno già operato grandi nomi. Poi si sono aggiunti gli edifici abbandonati dell'Avenida Fontes Pereira de Melo, vicino alla praça Marquês de Pombal, e poi, assecondando il fenomeno dei vidrões (campane per la raccolta del vetro) costantemente presi di mira dai graffitari, ha istituzionalizzato questa pratica dando agli artisti carta bianca (anzi, campana bianca).

Adesso Lisbona è piena di murales, graffiti e stencil firmati dai più grandi artisti contemporanei, come il nostro Blu, gli indigeni Os Gémeos, Pixel Pancho e Odeith e, come qualcuno sostiene, anche Bansky, tanto che esistono dei percorsi tematici alla scoperta della street art lisboeta. Tutti i quartieri, dai più contemporanei ai più popolari, possono sfoggiare infatti pareti di grande valore artistico che si inseriscono perfettamente nel contesto urbano. L'argomento è preso molto sul serio anche dall'Università, che organizza convegni e studi sull'argomento, anche perché è un'arte che coglie gli stimoli del presente e li applica su supporti che di questo presente sono la quinta. Stimoli che vanno dalla crisi economica all'identità nazionale e che chiamano in causa tanto Amália quanto la troika.

Tra tutti gli artisti che si esprimono sulle mura di Lisbona naturalmente c'è anche la superstar portoghese: di tratta di Vhils (aka Alexandre Farto), vero Michelangelo del XXI secolo, noto soprattutto per la sua personalissima tecnica che consiste nello “scorticare” gli intonaci scrostati delle vecchie case per disegnare volti come quello che vedi nella foto. Va da sé che ciò che si esprime per strada si esprime anche sul web. Quindi, se vuoi farti una cultura propedeutica al tuo prossimo tour della street art lisboeta, sbircia qui, qui o qui.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Tra l'altro, Marco, quella foto l'hai scattata anche tu quando eravamo andati a vedere il terrazzo dell'hotel Memmo, lembras-te?

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