E pensare che mi ci ero
seduto centinaia di volte, le avevo viste migliaia di volte, ci avevo
preso caffè, mangiato caracois e pastéis de nata,
pranzato e cenato, passato pomeriggi interi a leggere, spettegolare o
semplicemente godermi gli spettacoli che avevo di fronte (Tago,
città, gente); insomma, ci avevo tenuto miliardi di volte le natiche
poggiate sopra e non me n'ero mai accorto. Le sedie, le sedie
portoghesi!
Quando il mio architetto
mi ha suggerito di mettere le sedie portoghesi nel terrazzino della
mia nuova casetta dell'Alfama, sono caduto dalle nuvole.
Possibile che non avevo mai notato che le sedie e i tavolini delle
esplanadas portoghesi sono tutte uguali e, soprattutto,
diverse da quelle del resto del mondo? E, mal me ne colga: possibile
che non mi ero mai reso conto che sono dei gioielli di design che non
hanno niente da invidiare ai modelli di Le Corbusier o di Cassina?
La
cadeira portuguesa potrebbe essere una case history di cui
parlare nelle scuole di design e architettura. Progettata negli anni
Cinquanta da un oscuro artigiano (Gonçalo Rodrigues dos Santos)
di un'oscura fabbricuccia di periferia (la Arcalo
di Algés,
località costiera a qualche chilometro da Lisbona), non fu mai
brevettata. Per qualche decennio questa sedia fu considerata alla
stregua di un'erbaccia: cresceva dove c'erano bar e caffè. Ma negli
anni Ottanta cominciò a essere sostituita dalle nuove arrivate di
plastica. Fino a quando si decise, circa quindici anni fa, di
riutilizzarle per arredare gli spazi del maestoso Centro
Cultural de Belém.
Ciò suscitò l'interesse della prestigiosissima rivista italiana di
arredamento Domus, la bibbia del design in tutto il mondo, ed eccoti
la sedia portoghese guadagnare improvvisamente fama e onori. E
tornare nelle strade e piazze della capitale, grazie anche a
un'ordinanza comunale che decretò a baristi e ristoratori l'obbligo
di adottarla nelle esplanadas.
E
quindi adesso la cadeira
portuguesa,
fabbricata da varie aziende perché Gonçalo
non la brevettò, pullula in tutto il Portogallo. E fa bella mostra
di sé nel terrazzino della mia bella casettina con vista Tago, tetti
e panni stesi dell'Alfama
(v.
foto).
Super interessante! E chi ci avrebbe mai fatto caso... Eppure effettivamente quelle sedie sono un po' ovunque a Lisbona! Notizia molto curiosa.. Appoggio totalmente l'idea di farla entrare nelle Università come Case Study. E chissà poi magari diventa una moda europea!
RispondiEliminaCiao Lucrezia, e benvenuta su Lisbon storie!
EliminaHai visto? Uno tante volte ha un oggetto prezioso sotto gli occhi e non se ne accorge :-)
ti consiglio questo posto, se non ci sei mai stato https://www.facebook.com/lostin.esplanada
RispondiEliminaGrazie della dritta, rokkinoh
Eliminain effetti avevo già sentito parlare di questo posto ma non ci sono mai stato. Ma adesso non ho scuse, non posso esimermi:-)
Tra l'altro hai inconsapevolmente anticipato l'argomento di uno dei miei prossimi post: le esplanadas di Lisbona. Stay tuned!
Ciao! Ho scoperto il tuo blog solo stamani! Complimenti, ho vissuto a Lisbona 6 mesi e mi è rimasta nel cuore! Mi piace leggere di questi posti.
RispondiEliminaAnche io ho scritto un po' di cose, se ti va passa! ;)
Ciao Mercoledì, e benvenuta su Lisbon storie.
EliminaDici che Lisbona ti è rimasta nel cuore? Che strano :-)
Grazie per i complimenti, vado subito a visitare il tuo blog. E continua a seguire Lisbon storie. Ho ancora tante storie da raccontare.
Bjs
In effetti anche io nn ci avevo fatto caso!
RispondiEliminaGeniale! E complimenti per il bolg: muito engraçado!
Grazie mille, Monica!
EliminaE benvenuta su Lisbon storie :-)
Muito bem!! eu alias bem sabia que as cadeiras asim sao proprias da minha terra!! e tambem eu so agora descobri este blog;
RispondiEliminaE entao bem-vindo! :-)
EliminaE com certeza sabes que muitos portugueses nem sabem que estas cadeiras sao mesmo portuguesas... Mas é normal: como costumam dizer, santos de casa nao fazem milagres :-)))