Oggi voglio fare il
saputello e dirti un paio di cose che sicuramente non sai. Intanto
accendi il bollitore e tira fuori una bustina di tè. Naturalmente
non tè bianco o rosso, che nei provinciali scaffali dei supermarket
italiani, a differenza di quelli lusitani, non esiste. Va bene anche
un volgarissimo tè nero. Fatto? Bene, in attesa che l'acqua cominci a
bollire, andiamo avanti.
Il tè e il Portogallo.
La prima domanda te la fai in aereo se vieni qui con la TAP. Le
hostess, dopo averti servito il panino sintetico farcito tre
settimane prima che tu l'addenti, passano con due tipi di brodaglia
fumante chiedendo in inglese: “Tea or coffee?”, e poi in
portoghese: “Chá ou café?”
(pron. scià u café?). Anche se non sei un poliglotta e non hai il
QI della Levi Montalcini, capisci al volo cos'è lo chá, e ti chiedi
perché si dica così, “scià” come lo scià di Persia che però
non c'entra niente. Tu te lo chiedi e io ti rispondo. Si dice “chá”
perché è la parola che i portoghesi, che nel Cinquecento o giù di
lì erano gli uomini più di mondo, nel senso che lo giravano in
lungo e in largo, mutuarono dai giapponesi per indicare questa
bevanda. E da allora è rimasta chá (come peraltro dicono
anche i cinesi), senza subire, a differenza di tutte le altre lingue
europee, l'influenza degli inglesi che la chiamarono tea.
Che
se la chiamarono tea ci sarà pure un perché, e non ci crederai ma
c'è lo zampino dei portoghesi. Infatti la scritta che compariva
sulle enormi casse che trasportavano la preziosa erba dall'Oriente
era “tea”. Che altro non era che l'acronimo di Transporte de
Ervas Aromáticas. Non dimenticare che in quei secoli il
portoghese era lingua franca parlata un po' in tutti i porti del
mondo, da quelli delle Indie a quelli delle Americhe, quindi molto
diffusa. Perciò d'ora in poi, ogni volta che ti accingi a
sorseggiare un tè, a partire da quello che ti stai preparando,
rivolgi un pensiero grato ai portoghesi.
Molto istruttivo! Me la sono già rivenduta. Ma allora "thè" che origini ha? Comunque, il logo sulla scatoletta sembra quello che da noi chiamasi "Cameo", ti arisurta (tipico lessico romanesco)?
RispondiEliminaAnonimo sono
RispondiEliminaMilvia
Ciao Milviuzza
RispondiEliminathè è francese e sarà sicuramente un adattamento dall'inglese, immagino. La scatoletta dell'immagine corrisponde alla nostra Cameo, ma è una foto come un'altra presa da internet. Era solo per far vedere come il tè bianco, che in Italia si trova solo nei negozi specializzati o al massimo nelle erboristerie, in Portogallo (e anche in altri stati europei, a onor del vero) è commercializzato anche dalle multinazionali più becere (anche Lipton, per dire).
Beijos
Non sapevo! Graz Graziano! Bel blog, ciao!
RispondiEliminaTed
Ehi, Ted, che bella sorpresa!
RispondiEliminaMi fa molto piacere che il blog ti piaccia.
Muito obrigado e bem-vindo!
Interessante, questa non la sapevo. Mi hai fatto rivivere il mio "battesimo" lusitano a 30.000 piedi da terra, quando una hostess si avvicinò e .............
RispondiEliminaHo giusto in mano una confezione da 100 bustine di chá e devo dire che leggendo le istruzioni nelle varie lingue europee, balzano agli occhi alcune curiosità: i polacchi lo chiamano "herbata" ed i lettoni "arbata". Intuibile, direi. I vicini lituani,estoni e finlandesi usano termini simili all'inglese. I ceki e gli slovacchi scrivono "Čaj". Suppongo che la pronuncia non sia molto dissimile dal nostro chá. Ancora, i romeni scrivono "Ceai", distante dal tea, così comune a tutte le altre lingue europee, ungherese compreso. Non conosco il cirillico e quindi il bulgaro e l'ucraino rimarranno per sempre un mistero, ma i greci scrivono
" τσάι ". Credo si pronunci "tsai". Non distante dal beneamato idioma lusitano.
Ciao, Anonimo
RispondiEliminasimpatico il tuo excursus sui vari modi di dire "tè". In effetti mi ha fatto notare che "chà" è un fonema che si avvicina a quello di altre lingue. Interessante...
Ah, e mi raccomando, segui sempre Lisbon storie! :-)
ciao! fantastico stavo cercando la storia del te e ho trovato il tuo blog che mi ha illuminato sopratutto sulla parte relativa alla denominazione di "tea" da parte degli inglesi!
RispondiEliminaGrazie mille, Chiara. Felice che le mie Lisbon storie ti siano tornate utili!
Eliminaancora una cosa ti ho citato sul mio blog per alcune informazioni prese dal tuo articolo http://apiedinelmondo.blogspot.it/ :-)
RispondiEliminaGrazie bis, Chiara, ne sono onorato! :-)
EliminaOltretutto devo dire che il tuo blog è molto bello. Complimenti!
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