MAINSTREAM NO, UNDERGROUND SÌ

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Ma cosa fai davanti a quel computer? Stai leggendo le insulsaggini che ti propino? Sciocco/a, esci, vai, approfitta della ricca e vibrante notte lisboeta, ché si vive una volta sola! Com'è? Vuoi vedere qualcosa al di fuori dei soliti circuiti artistico-culturali? Ho capito: devo smettere di scrivere e accompagnarti per mano nei posti più significativi della cultura underground made in Lisbon. Che sacrificio! Pronti? Via!

A onor del vero va detto che in questa città è facile uscire dal mainstream, però se vuoi andare sul sicuro ci sono cinque indirizzi che devi assolutamente annotarti sull'agenda. Il primo? Lo conoscono tutti: è lo Chapitô, nella Costa do Castelo. Nasce decenni fa come (e continua a essere) una scuola di arti circensi con bar e ristorante annessi e naturalmente ha una programmazione di tutto rispetto. Il mio primo impatto con questa istituzione fu quando non parlavo ancora una sillaba di portoghese, motivo per cui la mia amica Susana ebbe la splendida idea di portarmici per farmi vedere un fantastico spettacolo di un mimo: chapeau, Chapitô! Anche per la esplanada mozzafiato con vista su Baixa e Tago.

Se invece la lingua la parli già, allora continua a calcorrear la Costa do Castelo fino ad arrivare al Teatro Taborda: lì ti aspetta una programmazione striminzita ma comunque interessante e variegata e, se la pièce in programma non t'interessa, puoi dirottare sul suo Café da Garagem con una bellissima vista sulla Mouraria e su Pena. Come ben sai, a Lisbona dove ti giri vedi un panorama.

Scendendo verso il fiume, tra il Campo das Cebolas e il Terreiro do Paço, esattamente in rua dos Bacalhoeiros, ecco il Bacalhoeiro. Da fuori non lo vedi: devi entrare in un anonimo portone e salire al secondo piano di questa stamberga che, oltre a cene sociali per due soldi (ma non da due soldi), offre proiezioni di film, concerti di band sgangherate e convegni o presentazioni di libri mooolto underground. È un clima decisamente sinistroide ma anche rilassato e conviviale, quindi anche se entri in giacca e cravatta nessuno fa un plissé, com'è del resto nel carattere portoghese.

Un'altra istituzione ormai ventennale della cultura anti-istituzionale si trova nel cuore del Bairro Alto e quindi vince facile. Si chiama Zé dos Bois (Peppe dei Buoi, più o meno, di cui vedi in foto la parete laterale): musica, performance, arti visuali, installazioni... Il carnet è fitto e ospita artisti da tutto il mondo, e a dire il vero il centro è così popolare e ambito da non esser più così tanto underground. Un aspetto molto positivo è che se la perfomance che sei andato a vedere è troppo avanti per i tuoi gusti, esci e ti perdi nella confusione del Bairro Alto.

Cosa che non puoi fare se vai alla Fábrica de Braço de Prata, sperduto nel periferico quartiere di Poço do Bispo (Pozzo del Vescovo). Però è un'eventualità molto remota, se è vero che addirittura il NYT ne ha parlato in toni entusiastici. Il progetto nasce dalla follia di due amici un po' agée che hanno rilevato quest'antica fabbrica di fucili e ne ha fatto un nuovo fulcro dell'intrattenimento di qualità della capitale. Una decina di sale a tema per ben più di uno spettacolo a sera, un bar, un ristorante, una biblioteca, workshop, tertúlias (salotti letterari): un'offerta così ricca che è praticamente impossibile starle dietro e tanta gente che si diverte e passa serate. Mi pare che a Roma o a Milano, città che si atteggiano a metropoli, non esistano cantieri della cultura indipendenti così vivaci e produttivi.

Quindi ora, per davvero, spegni questo stramaledetto catorcio di computer ed esci: la notte underground lisboeta ti aspetta. Va', va'. Sciò.