mercoledì 13 novembre 2013

IL PRIMO SCORCIO DI MILLENNIO - 2


Tempo fa lessi su un numero di Micromega che nel primo decennio di questo secolo solo tre nazioni nel mondo hanno registrato una “crescita negativa”, sciocco eufemismo per “recessione”: Haiti e le mie due patrie, Italia e Portogallo. Lasciamo perdere le considerazioni sul nostro buffo paese e concentriamoci sulla Lusitania. È di pochi giorni fa un bellissimo editoriale che fotografa lo stato d'animo del popolo, offeso e umiliato da quella stessa Europa alla quale ha anelato appartenere, e depredato di entusiasmo per il futuro.

In effetti oggi il Portogallo e l'Italia si assomigliano un po', ma credo che il loro pessimismo sia meno giustificato di quello che si respira nel paese di Pulcinella (o di Berlusconi, siamo lì). Forse oggi Lisbona e dintorni avranno un PIL più basso e un tasso di disoccupazione più alto rispetto a dieci anni fa. Ma è anche vero che molte cose sono cambiate in meglio.

Il colpo d'occhio è evidente: Lisbona e Porto appaiono decisamente più belle e sfolgoranti, gli edifici fatiscenti diminuiscono a vista d'occhio, anche in tempi di crisi, per lasciar posto a belle costruzioni che rispettano fedelmente le architetture originarie ma rispondono alle nuove normative di sicurezza e risparmio energetico. La banda larga è una realtà in tutto il paese, a differenza dell'Italia dove il digital divide è ancora molto alto, per non parlare del wi-fi, che da anni è onnipresente in città. Ma anche loro, i portoghesi, soprattutto i più giovani, anche se non se la passano bene e molti di loro si vedono costretti a emigrare come quarant'anni fa, hanno più assi nella manica dei coetanei italiani. Pur con un dispersione scolastica ancora alta, ma comunque inferiore a quella italiana, sono generalmente più istruiti, e il numero dei NEET è percentualmente più basso che in Italia, che come sappiamo è seconda nei paesi OCSE quanto a giovani pelandroni. Ma anche la popolazione generale è forse messa meglio: sono più poliglotti e parlano meglio l'inglese e, a Lisbona, il 31% degli elettori -quindi grosso modo della popolazione sopra i 18 anni- ha una laurea.

Infine ci sono le nuove opportunità che arrivano dal turismo. Ormai il Portogallo, ma soprattutto Lisbona e Porto, sono le nuove mete del turismo mondiale. Lisbona rivaleggia senza sensi d'inferiorità con altre capitali, che fino a pochi anni fa monopolizzavano il mercato turistico, grazie alla sua indiscutibile bellezza, alla sua vita culturale e notturna molto animata e a un'offerta ricettiva tra le migliori al mondo (vedi qui, qui e qui), tanto che ogni anno vede crescere di oltre il 10% il numero dei turisti. Congiuntura di cui ha approfittato anche la TAP, fino a pochi anni fa sull'orlo del fallimento, che negli ultimi due anni ha raggiunto il record di fatturato.

Ma il rinnovamento non è stato solo economico: la società portoghese, fino a pochi decenni fa molto cattolica e tradizionalista, anche a causa del pesante retaggio di analfabetismo lasciato dalla dittatura, si è secolarizzata nel giro di pochi anni. Ad esempio durante i mandati di Sócrates, l'ex primo ministro molto chiacchierato per alcuni intrallazzi, naturalmente nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei politici nostrani, è stato depenalizzato l'aborto, fino al 2007 illegale se non per scopi terapeutici, e nel 2010 è stato istituito il matrimonio tra persone dello stesso sesso (laddove la destra proponeva le unioni civili, giusto per far capire quale delle mie due patrie è ferma al medioevo).

Inoltre Lisbona attira molti giovani dall'estero e la stessa Câmara Municipal si è fatta spesso promotrice di iniziative volte a ripopolare i quartieri del centro con programmi abitativi dedicati ai giovani, facendo sì che la popolazione, che negli ultimi decenni stava invecchiando pericolosamente, sia ritornata a essere -nei limiti del fisiologico declino demografico- giovane e intraprendente. Ma di questo ti parlerò un'altra volta.

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