Quando facevo le scuole
medie, uno degli incipit preferiti dei meno dotati tra i miei
compagni di classe alle prese col tema d'italiano era “alle soglie
del duemila”, qualunque fosse l'argomento. Oggi tocca anche a me
iniziare con le famigerate soglie del duemila, che da queste parti
sono ancor più famigerate perché...
Misi piede in questa
città all'alba del terzo millennio (acc! dovevo dire alle soglie del
duemila), cioè nell'estate del 2001. Adesso, a dodici anni di
distanza, finito il primo decennio, fatta la foto e mandatala a
sviluppare da un fotografo piuttosto pelandrone, posso mostrartela
descrivendoti i dettagli più vistosi. Il Duemila era arrivato come
l'ospite d'onore nel pieno di una festa in cui sono già tutti
brilli: la dittatura era ormai un ricordo lontano, benché ancora
molto vivo nella memoria nazionale, la democrazia matura e pienamente
affermata, ma soprattutto c'era il sorprendente progresso economico
degli ultimi due decenni.
Gli anni Ottanta e
Novanta infatti avevano iniettato, insieme ai finanziamenti dell'UE,
anche dosi massicce di fiducia nel futuro. La crescita del PIL, per
circa quindici anni, soprattutto sotto i due mandati del primo ministro Cavaco Silva,
l'attuale presidente della Repubblica, fu doppia rispetto agli altri
paesi europei. Fenomeno comprensibile soprattutto grazie a due
fattori: prima di tutto le democrazie più giovani risalgono più
rapidamente la china rispetto a chi è già arrivato; secondo poi,
quelli furono decenni di vacche grasse per tutti quanti.
La ciliegina sulla torta
fu l'Expo del 1998 a Lisbona, che con le sue architetture ardite e
avveniristiche proiettò agli occhi del mondo l'immagine di una città
e di una nazione seducenti, sofisticate e in grado di competere con
tutto l'Occidente: una presentazione che svecchiò l'immagine
polverosa e antiquata del Portogallo e riempì d'orgoglio i
portoghesi, nonostante i soliti bastian contrari che sollevarono
polemiche per gli investimenti miliardari che, secondo loro, potevano
essere utilizzati per contrastare la povertà, ancora largamente
diffusa. Ma ancor più dell'Expo e della crescita economica, a
spingere al massimo l'ottimismo della nazione fu il contemporaneo
ingresso nel club dell'euro. Mal gliene colse.
Lisbona, quando io la
vidi la prima volta, era ancora largamente caratterizzata da un'aria
decadente e fatiscente, molto più di adesso, e anche Porto, in cui
andai nel 2001, non aveva quell'allure d'avanguardia che già nel
2006, quando ci tornai, aveva conquistato; del resto l'intero
Portogallo, nonostante gli exploit, era ancora considerato l'ultimo
avamposto d'Europa, noto solo presso un pubblico più colto per il fado, per Pessoa e per i
Madredeus. Poi sono passati questi dieci anni o poco più, e molte
cose sono cambiate, in meglio e in peggio. Soprattutto è cambiata
l'attitudine dei portoghesi verso il proprio futuro, spesso secondo
me ingiustificatamente. Vuoi sapere cos'è successo? Nel prossimo
post te lo dirò.
Interesting subject, but needs pictures - before and after.
RispondiEliminaEnglish forbidden here. Solo italiano e portoghese :-D
EliminaAnch'io sono stato per la prima volta a Lisbona nell'estate del 2001. E sapevo pochissimo della città, come del Portogallo. Da allora ci sono tornato 5 volte, in diversi anni notando parecchi cambiamenti. Ma quel bellissimo cielo azzurro terso è sempre stata la costante, in ogni stagione, ogni anno che ci sono tornato. Ed è quello che ogni volta mi spinge a ritornarci.
RispondiEliminaSpro che non sia solo il cielo azzurro, però ;-)
Elimina