martedì 11 settembre 2012

L’UCCELLO DEL BUON AUGURIO


Se ti chiedo qual è il tuo uccello preferito (e non cominciare a sghignazzare come un deficiente) sicuramente mi risponderai il colibrì, il martin pescatore o, se hai poca fantasia, la cinciallegra. Certo non il corvo. Anche perché non gode di buona fama: nero, gracchiante, torvo, non è visto di buon occhio da chi pensa di poter cogliere segnali divini dall’indifferente volteggiare di altrettanto indifferenti volatili. Però, a Lisbona…

Qui il corvo è amato e riverito, anche perché c’è lo zampino della storia, della religione e della leggenda che, come al solito, s’intrecciano in spire così fitte che poi è difficile distinguere l’una dalle altre. Intanto va’ subito nella cattedrale, la , fai una riverenza davanti alle reliquie di São Vicente, il patrono sfigato di Lisbona che nessuno si fila (l’altro è Sant’Antonio, festeggiato per settimane), e poi recati subito nel chiostro. Troverai dei corvi: guardali con attenzione perché si dice che questi uccellacci che gracchiano e scacazzano siano i discendenti dei due che nel 1173 arrivarono a Lisbona via mare vegliando sulla barca che trasportava il cadavere del santo proveniente dal lontano Cabo de São Vicente per l’appunto, nei pressi di Sagres, in Algarve, nel sud del Portogallo.

A sentir questa storia viene spontanea l’associazione corvo = becchino, a conferma di certi stereotipi, e invece il corvo è diventato uno dei simboli di Lisbona. Anzi, “il” simbolo, visto che lo stemma della città raffigura l’arca di São Vicente con i due amorevoli corvi a fare da guardiani. Il motto del blasone in portoghese arcaico (“mui nobre e sempre leal”, molto nobile e sempre leale) può riferirsi sia alla città sia ovviamente al corvo, che ha vegliato sulle reliquie del santo come un cagnolino fedele. E anche la toponomastica rende onore alla bestiaccia, visto che esistono una rua dos Corvos, un pátio do Corvo e un terreiro dos Corvos: quale altro animale compare in tanti indirizzi? In più la cultura popolare ci ha messo del suo: in rua das Farinhas, nel quartiere della Mouraria, sotto al Castello, c’è un bassorilievo con la scritta “san Vecête” (evidentemente una corruzione di Vicente) e l’immagine di un corvo, quasi a sovrapporre l’identità del santo con quella del volatile.

E il XXI secolo conferma questo rapporto d’amore tra l’uccellaccio e la città: sbirciando qua e là tra le fatiscenti pareti dei quartieri popolari vedrai che la ricca street-art lisboeta fatta di graffiti e pareti scrostate che ricostruiscono volti, oltre a rappresentare Amálie, Fernandi e Carli, omaggia anche il corvo lisbonese, al quale è stato affibbiato un nome tutto suo: “corvus olisiponensis”, da Olisippo, il nome latino della città. Quindi quando a Lisbona vedi un corvo, sappi che non stai vedendo un uccello del malaugurio, ma un portafortuna.

5 commenti:

  1. Mi viene in mente "A República dos Corvos"...
    comunque qua tra galli, corvi e rondini ad animali stanno messi bene!!

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    1. Esattamente, "República dos Corvos", come il libro del grandioso José Cardoso Pires che, per chi non lo sapesse, è una sorta (volendo fare un accostamento azzardato) di Ennio Flaiano portoghese.

      Certo: galli, corvi, rondini, e poi aggiungo topi, patelle, eccetera... ;-)

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  2. Ciao! Il tuo blog è segnalato sulle guide turistiche Marco Polo come uno dei migliori che raccontano Lisbona. Ti scrivo dalla redazione delle guide (Torino, Italia) e vorrei chiederti (e scusa se lo faccio in un commento ma non ho trovato altri contatti a cui scriverti) se ti va di rispondere a una breve intervista che pubblicheremo sul nostro blog particon.guidemarcopolo.it.
    Se sì, scrivimi a guidemarcopolo@edt.it.
    Grazie e complimenti per il blog!

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    1. Ecco, è andata a finire così:
      http://particon.guidemarcopolo.it/2012/10/04/chi-ci-vive-lisbona/

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  3. Sulla simbologia della rondine http://www.cavernacosmica.com/simbologia-della-rondine/

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