Prologo. In una mattina di nebbia
un cavaliere appare tra le brume per restituire alla nazione il suo passato
splendore. Non è il cavaliere di “Ritratto di donna velata”, sceneggiato
semi-horror degli anni Settanta che turbò i miei sonni di bambino, anche perché
quella storia non era ambientata a Lisbona. È proprio un’altra storia, che però
s’interseca con la Storia.
Stacco. Primo piano su Eduarda che tanti anni fa mi dice: “Devo incontrare una ragazza per passarle degli appunti sul sebastianismo”. Primo piano sul sottoscritto: sguardo vacuo. Mi ha nominato questo sebastianismo come se mi avesse buttato lì illuminismo o romanticismo, nomi che anche a tredici anni avrei saputo collocare storicamente da qualche parte. Il problema è che ho ben più di tredici anni, una laurea in filosofia e potrei addirittura insegnare storia nei licei ma sebastianismo non mi dice proprio niente. Men che meno Sebastiano, se si eccettua il maggiordomo di casa Seseman che ogni tanto appariva nelle puntate di Heidi, pilastro formativo della mia tarda infanzia camp.
Stacco. Eccomi indaffarato su
internet e a setacciare librerie alla ricerca di notizie su questo
sebastianismo: tutte le fonti sono concordi nel raccontarmi la stessa storia,
che naturalmente ti racconterò anch’io per tirarti fuori dalle nebbie della tua
ignoranza. Correva l’anno 1578 e il re del Portogallo Dom Sebastião I muore
valorosamente nella battaglia di Alcácer-Quibir. Non avendo egli eredi diretti,
la corona del Portogallo viene assorbita, per strani intrecci dinastici, a
quella del potente Filippo II d’Asburgo, re di Spagna (per intenderci sarebbe Filippo
il Bello, figlio di Carlo V): un affronto che indignò e demoralizzò l’intero popolo
portoghese, abituato ormai alla piena indipendenza già da alcuni secoli. Si
cominciò a creare quindi una sorta di attesa messianica intorno alla figura di
Dom Sebastião, che sarebbe risorto e tornato per far giustizia e rendere
l’indipendenza al Portogallo, in una mattina di nebbia, a cavallo del suo
destriero.
Stacco. Torniamo ai giorni
nostri, precisamente alla vigilia delle elezioni del 2002 (per la cronaca,
vinte da Durão Barroso, proprio lui, l’attuale presidente della Commissione
Europea): un enorme manifesto mostra un candidato di centro destra emergere
dalle nebbie che sfumano sullo sfondo. Paulo e Rolando mi spiegano sghignazzando
lo smaccato riferimento a Dom Sebastião, non mancando di farsi beffe del
suddetto candidato. In effetti l’affissione è decisamente kitsch, oltre che
pretenziosa e presuntuosa.
Stacco. Flashback sul Portogallo
del XVII secolo. L’attesa del ritorno fa fiorire un filone popolare mai sopito e ripreso peraltro secoli dopo anche da nomi altisonanti
della letteratura portoghese, Pessoa in primis; tuttavia nel 1640, senza che
nessun Sebastiano riapparisse dalle nebbie, una congiura capeggiata dal Duca di
Bragança restituisce l’indipendenza al Portogallo. Ma, come detto, il
Sebastianismo resta, applicandosi di volta in volta ad altre speranze collettive nazionali.
Stacco. Siamo a Lisbona a fine
settembre 2013. Un’inaspettata perturbazione porta freddo, pioggia e nebbia
sulla città. Soprattutto nebbia. E il refrain sulle foto di Facebook che
ritraggono la città in quest’inusuale veste poco estiva ma molto affascinante, anche
se il sottoscritto rosica perché non può andare al mare, è: sarà la volta buona
che Dom Sebastião ritorni così ci porta fuori dalla crisi?
Dopo qualche giorno è tornato il
sole.
Qualunque portoghese ha ne suo dna "l'attesa" del suo re Dom Sebastiao. Non possiamo fare a meno. :)
RispondiEliminaPovero re, la sua vita fu segnata già dall'infanzia. Crebbe, senza la madre ne padre, per merito della nonna e con una responsabilità più grande di lui. Mi piace pensare che lui, fanciullo, non ha mai capito nulla di quello che gli è capitato intorno. L'unica traccia che ha lasciato fu, appunto, il mito dell'eterni riscatto.
Grazie per il tuo contributo, anonimo. Le tue parole condensano benissimo questa tensione collettiva di un intero popolo (del resto mi par di capire che tu sia portoghese, quindi chi meglio di te?). In fondo anche l'attesa è un atteggiamento molto lusitano: l'attesa delle donne per gli uomini che partivano verso gli oceani e spesso non facevano ritorno ("Barco negro"); l'attesa storica per il ritorno di una grandezza perduta; l'attesa per il ritorno di qualcosa che si ha ma che già si immagina perduta. Un ulteriore piccolo passo e siamo nella saudade, no?
EliminaSono sempre io.
RispondiEliminaPenso che non c'è bisogno dell'ulteriore passo perchè il Sebastianismo è già saudade. :)
Se non vado errato e la memoria delle mie lezioni delle elementari in Portogallo non sono andate perdute...:-) l'anno di ritorno all'indipendenza dopo il dominio spagnolo dei Filippo I-III e che è celebrata il 1º dicembre, è il 1640 non il 1620... per informazione
RispondiEliminahttp://pt.wikipedia.org/wiki/Restauração_da_Independência_de_Portugal
Hai ragione, si è trattato di un dannatissimo refuso: 1640, non 1620! Correggo subito il pasticcio! Obrigado!
EliminaInfatti, l'anno della "Restauração" fu il 1640 ed il definitivo trattato di pace con la Spagna fu firmato solo 28 anni dopo nel 1668.
RispondiEliminaL.