La scusa è sempre quella:
dedicarmi alla nobile attività che i latini chiamavano otium (riflessione,
speculazione), contrapposta al volgare negotium (attività economica). Così ogni
deriva semantica che mi spinga a dedicarmi anche all’ozio nella sua accezione
più volgare rientra negli inevitabili imprevisti di lavoro. Cioè, se la
meditazione degenera in mero cazzeggio, è già messo in conto. Non so se ti è
chiaro, ma oggi ti parlo di un posto in cui cazzeggiare in santa pace.
E qui sfoggio anche la mia
aneddotica personale. Nella sfolgorante primavera del 2002, quando la mia love
story con Lisbona sbocciò in tutto il suo rigoglio e si consolidò, Eduarda mi
portò, dopo un impegnativo trekking urbano lungo la ripida rua do Telhal, in un
giardino ancora un po’ implume ma da cui si godeva un bel panorama. Era il
Jardim do Torel, praticamente deserto. Poi per quasi una decina d’anni l’ho
ignorato, fino a quando una volta, sempre indaffarato col mio otium in un altro
miradouro, segnatamente quello di São Pedro de Alcântara, vedo sulla collina di
fronte questo spazio frondoso, rigoglioso e ombreggiato. E mi dico: “ma sì, quello
è il Jardim do Torel. Devo andarci assolutamente, immediatamente!” E così, ligio
alla mia deontologia professionale che mi richiamava all’otium, nobile tensione
verso il cazzeggio supremo, mi sono precipitato sull’avenida da Liberdade e
quindi ho risalito balzellon balzelloni tutto il percorso dell’elevador do Lavra (anf, anf) fino a ritrovarmi in questo angolino di paradiso.
E lo trovai leggermente diverso
da come me lo ricordavo. Prima di tutto molto più rigoglioso, ma anche più
piccolino (0,28 ettari). È un giardino che si sviluppa su più livelli, di cui
il più frondoso è quello superiore, che oltretutto offre uno spettacolare
panorama verso la parte occidentale della città, particolarmente sulla collina
del Bairro Alto e del Príncipe Real. Verso l’ora del tramonto diventa
abbacinante a causa del sole che ti trafigge gli occhi coi suoi ultimi raggi,
quindi se cerchi una location romantica vacci pure nel tardo pomeriggio, mentre
se cerchi un posto tranquillo per leggere è meglio la mattina. E a proposito di
leggere e godersi il panorama, il Jardim do Torel ha delle fantastiche panche
monoposto di legno con poggiapiedi, in verità più simili a sedie a sdraio fisse, rivolte
proprio a occidente, per darti l’agio di goderti il posto nel migliore dei modi
e perderti nelle tue considerazioni sull’universo.
Volendo, poi, puoi anche goderti il giardino andando a mangiare o bere nel sottostante chiosco che al tramonto ospita spesso e volentieri dei dj set, oppure prendere il sole su una panchina nella contigua zona pavimentata, o ancora, se vuoi sgranchirti le gambe, semplicemente passeggiare nelle verdeggianti e silenziose stradine adiacenti che ospitano palazzetti aristocratici risalenti ai sec. XVIII e XIX.
Però prima leggi le seguenti
righe per evitare brutte figure se un avventore dovesse chiederti a bruciapelo
perché si chiama Jardim do Torel. Torel… chi era costui? Era Cunha Thorel, il
più ricco signorotto della zona, che lì visse nel XVIII secolo, nonché il
proprietario di quel terreno. Che però nel 1928 passò al Comune, che lo
trasformò in giardino. E nel 2000 un’ulteriore opera di rinnovamento ce l’ha
consegnato così: piccolo, ombreggiato e divino, per le nostre impegnative
sessioni di otium. O di cazzeggio, fai tu.
che bello... un altro posto che mi piace tantissimoooooooo!!!! spesso ci andavo per rilassarmi dopo le notti brave...
RispondiEliminaTi trattavi bene, mi par di capire...
Eliminaeh si...!!! questa estate mi sono trattato bene girando tutto l'algarve :P
EliminaQuindi poi ci sei tornato in Portogallo! E non mi dici niente? :-P
EliminaMolto bello. Ricordo alcuni pomeriggi d'estate passati nella massima tranquillità e, principalmente, in buona compagnia.
RispondiEliminaUn altro luogo "verde" molto bello e alquanto sconosciuto anche dagli "alfacinhas" è il Jardim Botanico d'Ajuda.
... e prima o poi parleremo anche del giardino di Ajuda. Ma tempo al tempo, all'ozio non si comanda!
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