Tutta la città è in subbuglio: ha
appena festeggiato i cent’anni di attività e adesso è costretta a chiudere i
battenti perché non gliela fa. È la Livraria Sá da Costa Editora, in pieno
Chiado, proprio a un passo dalla statua di Pessoa. E per evitarne la chiusura è
partita la petizione su internet, di cui proprio non capisco l’utilità. A parte
il fatto che non mi è chiaro perché si debba urlare allo scandalo quando chiude una
libreria e non -mettiamo- una salumeria, mi sembra ovvio che le librerie in
difficoltà (come qualsiasi esercizio commerciale) non si salvano indignandosi e
firmando petizioni, ma semplicemente comprandoci i libri.
Così quest’antica libreria, dopo
aver contato cent’anni, ha i giorni contati. Ma niente paura, perché seppur
vegliarda, la Sá da Costa non è la libreria più antica di Lisbona. Questo
titolo spetta infatti alla sua dirimpettaia, la Bertrand, che sta una decina di
metri più giù, all’angolo tra rua Garrett e rua Ivens. Che tra l’altro, non
paga di essere la più datata della città, può vantarsi di ben altro primato: trattasi
della più antica libreria del mondo in attività. In altre parole, non ha mai
cambiato sede da quando, nel 1732 (che a conti fatti son quasi trecento anni!),
aprì i battenti nel cuore del cuore del cuore di Lisbona. A vederla non ha un
aspetto venerando, e mai diresti che alcuni dei più grandi scrittori
portoghesi, Alexandre Herculano e Eça de Queiroz in testa, ne animavano le tertúlias
(salotti letterari), ma comunque è molto ben fornita, ha una ricca sezione di
pubblicazioni straniere e soprattutto è la capostipite di una nidiata di
librerie sparse per la nazione (55, a essere precisi). Come se non bastasse
dietro l’angolo, sulla rua Ivens, ha anche un outlet in cui vende i libri
manuseados (noi diremmo “ciancicati”), mettendo il sabato pomeriggio i bastoni
tra le ruote alla fiera di alfarrabistas che si svolge proprio lì.
E dalla libreria più antica
passiamo alla più futuribile, di una bellezza così audace da meritarsi la presenza
nella classifica delle librerie più belle del mondo. È la Ler Devagar (Leggere
Lentamente), che dopo anni di peregrinazioni nel Bairro Alto, dove ha cambiato
almeno un paio di sedi, si è spostata nel 2009 nel nuovo polo creativo LX Factory (di
cui presto ti parlerò, tranq) e sfoggia un’architettura post-industriale
iper-moderna degna delle più blasonate pubblicazioni di settore. Il suo enorme
scaffale che si innalza per metri sulla parete frontale, la bicicletta appesa al
soffitto e le passerelle che si intersecano in alto valgono da sole un salto da
queste parti, oltre naturalmente all’assortimento di titoli e pubblicazioni, al
bar interno e alla competenza dei titolari. Da visitare, da godersi e naturalmente
da svaligiare.
Infine torniamo in pieno centro storico, proprio dietro la Sé (la cattedrale), in un angoletto molto tipicamente lisboeta, per conoscere la libreria più verdadeiramente lisboeta, poiché tratta solo libri e pubblicazioni su Lisbona. È la Fabula Urbis, relativamente recente poiché inaugurata solo nel 2007, il cui anfitrione, João, professore di mattina e libraio nel pomeriggio, spiega e narra gentilmente al curioso avventore aneddoti su Lisbona. Del resto non potrebbe essere diversamente, visto che nel logo della libreria campeggia un bel corvo, presente nel blasone della città, e il pay-off recita: “divulga la storia e la cultura Olisiponense”. E infatti appena esci dalla Fabula Urbis con una sporta di libri su Lisbona ti senti talmente intriso di storia e cultura lisbonese che senti l’impellente necessità di mangiare un pastel de nata nel primo chioschetto che incontri.
Infine torniamo in pieno centro storico, proprio dietro la Sé (la cattedrale), in un angoletto molto tipicamente lisboeta, per conoscere la libreria più verdadeiramente lisboeta, poiché tratta solo libri e pubblicazioni su Lisbona. È la Fabula Urbis, relativamente recente poiché inaugurata solo nel 2007, il cui anfitrione, João, professore di mattina e libraio nel pomeriggio, spiega e narra gentilmente al curioso avventore aneddoti su Lisbona. Del resto non potrebbe essere diversamente, visto che nel logo della libreria campeggia un bel corvo, presente nel blasone della città, e il pay-off recita: “divulga la storia e la cultura Olisiponense”. E infatti appena esci dalla Fabula Urbis con una sporta di libri su Lisbona ti senti talmente intriso di storia e cultura lisbonese che senti l’impellente necessità di mangiare un pastel de nata nel primo chioschetto che incontri.
Olisipografia, me ne sono scoperta appassionata, Ho iniziato ad incuriosirmi a storie legate alla città ed alla sua trasformazione nel corso dei secoli e poi ho scoperto che un mio collega ha proprio questa passione, così è diventato il mio pusher di libri ufficiale.
RispondiEliminaEd è bello sapere come sia una disciplina che appassioni tante persone!
Esisterà una cosa analoga anche per Roma?
Ho il sospetto che l'olisipografia appassioni noi tutti, elle!
EliminaPer quanto riguarda Roma... e sì che ne avrebbe di cose da raccontare.
Bellissimo post!
RispondiEliminaGrazie mille, Monica, troppo buona :-)
EliminaPosso menzionare la mia libreria di fiducia? La Letra Livre di Calçada do Combro, piccolissima ma superfornita di testi storici e disposta a cercarvi, come recita il suo "slogan" os livros impossiveis!
RispondiEliminaMa certo, Anna, la conosco benissimo! Un simpatico bugigattolo fornito di libri usati, stampe d'epoca e gadget d'antan. Un gioiellino que passa despercebido (inosservato) ai più, ma assolutamente da visitare!
EliminaGrazie per la segnalazione ;-)