Oggi, come spesso capita, il mio
cervello non ha molta voglia di lavorare, quindi ha deciso di dedicarsi a un
post riposante, senza sfoggi eruditi né velleità da Pulitzer: una cosa facile
facile che senza offesa potresti scrivere anche tu. Certo, questo è da
dimostrare anche perché non ti ho ancora detto qual è l’argomento del post. Te
lo dico subito: piazze, strade e vicoletti.
Nella mappa di Lisbona, così come
di ogni città lusofona (quindi brasiliana nonché –immagino- mozambicana,
angolana, capoverdiana, guineense, timorestense o come diavolo si dice),
troverai scritte parole che sicuramente comprendi, come rua, praça, largo,
eccetera. Ma ce ne sono altre che ti sfido a tradurre adeguatamente. Te le
spiego una a una, se no ti perdi.
A rua arrivi anche da solo: è la
via, tanto simile alla rue francese ma tanto più bella di quest’ultima. Poi ci
sono praça, che naturalmente è la piazza, e largo, che intuisci trattarsi del
largo. Al suo contrario c’è la stradina stretta per eccellenza, il beco, cioè
vicolo, o la travessa, a cui basta sostituire una s con una r e capisci che si
tratta della traversa. Spesso la stradina, visto che siamo nella ripida
Lisbona, può avere i gradini anziché la carreggiata, e quindi davanti al nome anziché
rua o beco troverai scritto escadinhas (scalini).
Ma veniamo alle cose più
difficili. Avenida, per esempio, come lo tradurresti? Sì, viale ci può stare,
ma credo che in italiano non abbiamo un corrispettivo diretto della parola
(così come molte lingue, portoghese incluso, non ne hanno del nostro corso). In
effetti una avenida non è tanto il nostro viale alberato, come l’avenida da Liberdade o l’avenida Dom Carlos I, quanto un’arteria di primaria importanza:
difficilmente tradurresti con viale l’avenida Infante Dom Henrique o l’avenida
de Ceuta (per citare le prime che mi vengono in mente), che sono praticamente
delle superstrade urbane. Un po’ come l’avenue inglese e francese. Più simile
al nostro viale è in realtà l’alameda (da álamo, che è il pioppo, che in verità
si direbbe anche chupo), che è appunto la strada alberata. Però spesso designa un
viale spropositato, cioè un enorme spiazzo verde con due carreggiate ai lati,
come l’alameda per antonomasia, la Dom Afonso Henriques, che dà il nome alla
fermata della metro Alameda, oppure l’alameda da Universidade, nella città
universitaria.
Al suo opposto c’è l’azinhaga, arruamento (denominazione di strada) in realtà molto raro, dacché in città ne esistono solo 63, e limitato ai quartieri semiperiferici di Benfica, Lumiar, Carnide e compagnia bella. Si tratta di un vicolo strettissimo, più di un beco. E poi veniamo alla più tipica. Calçada: do Combro, da Estrela, da Ajuda, eccetera eccetera. Come la tradurresti? Non la tradurresti, dal momento che calçada, oltre al marciapiede e alla caratteristica pavimentazione portoghese, è anche una salita ripida. Salita del Montarozzo (Combro)? O scesa del Montarozzo? Il dilemma è troppo faticoso. Avevamo detto che questo è un post riposante.
In effetti calçada mi son sempre chiesta come tradurla... e in effetti meglio lasciar perdere :)
RispondiEliminaCalçada, va benissimo calçada.
Eliminati sei dimenticato di "viela", che potrei tradurre in "vietta".
RispondiEliminaLeggo il tuo blog da tempo, mi diverte molto.
grazie
Fabi
Ciao Fabi
Eliminain realtà "viela" è solo un sostantivo, non una denominazione di arruamento.
Guarda qui: http://pt.wikipedia.org/wiki/Anexo:Lista_de_arruamentos_de_Lisboa
Come vedi, ne ho trascurati ben altri :-)
Grazie a te per la fedeltà e l'attenzione con cui segui Lisbon storie!