Hai messo il grembiule col
fiocco? Hai riempito la cartella di libri e i quaderni? Ti sei preparato il
panierino per la ricreazione? Bene, sei pronto per andare a scuola. A scuola di
letteratura portoghese contemporanea, claro!
Più che di scuola si tratta di un
corso che occupa lo spazio di un post, quindi immagino come possa rabbrividire
uno studente o un professore di letteratura portoghese, ma qui mica siamo
all’università! Quindi bando alle ciance e vediamo un po’ cosa ci consiglia il
critico letterario di Lisbon storie, che poi sarei io. Sappi prima di tutto che
il Portogallo vanta una produzione letteraria di tutto rispetto, che negli
ultimi anni sforna nomi molto interessanti che arrivano con un certo successo
sugli scaffali di tutt’Europa. Come quelli che seguono, tutti tradotti in
italiano.
Uno che devi assolutamente
conoscere è António Lobo Antunes, sicuramente uno dei nomi di maggiore spessore sulla scena letteraria europea.
Se non lo conosci ti consiglio di evitare i suoi ultimi libri altrimenti lo
molli subito, il che sarebbe un delitto imperdonabile. La sua prosa impervia, quasi
priva di sintassi e quindi di consequenzialità logica e cronologica, con frasi
deliranti lunghe capitoli interi, possono scoraggiare il lettore poco
attrezzato, ma ti assicuro che riesce a catturare chi si sa lasciar trasportare
in questa sorta di stream of consciousness. Immagini oniriche intense e
indimenticabili si sovrappongono fino a far ricomporre al lettore stesso il
filo della narrazione: impegnativo ma meritevole. Ti consiglio tuttavia di avvicinarti
a Lobo Antunes attraverso i suoi primi lavori, scritti in una prosa più convenzionale,
come “Alcune cronache”, “Memoria dell’elefante” ma soprattutto il violento,
struggente “In culo al mondo” (“Os cus de Judas”), il cui protagonista, reduce
dalla guerra d’Angola, vive giorni stranianti in una imborghesita Lisbona
estranea e ostile. Un vero capolavoro.
C’è poi il giovane José Luís Peixoto,
nemmeno quarantenne, che pubblica dal 2000 e ogni libro è un successo. Tradotto
in oltre venti lingue (in italiano da Einaudi), non lo conosco molto bene, dal
momento che lessi il suo “Nenhum olhar” (“Nessuno sguardo”) per alcune pagine e
poi lo abbandonai perché all’epoca il mio portoghese non era ancora in grado di
reggere letture impegnative. Ritento, sarò più fortunato. Anche perché, oltre
alle innumerevoli traduzioni e alle messe in scena delle sue pièce, è ormai argomento
di studio nelle università europee.
Altro nome da tener d’occhio è
Miguel Sousa Tavares, già opinionista notissimo in Portogallo, figlio d’arte
(sua madre è la poetessa Sophia De Mello Breyner Andresen, di cui ti ho già parlato) che,
dopo aver scritto un paio di romanzi, esplose nel 2003 con "Equador", best seller
e long seller di quasi un migliaio di pagine che narra le vicende di un
signorotto mandato in missione nel 1905 nell’isola di São Tomé. Forte di
centinaia di migliaia di copie vendute, ne fu fatta anche una versione
cinematografica, ma anche i suoi libri successivi, come "Rio das Flores" ("Fiume
dei Fiori") hanno avuto lusinghieri esiti commerciali.
Veniamo poi a Inês Pedrosa, che
una decina di anni fa rimase avvinghiata ai primi posti della classifica per
mesi con il suo "Fazes-me falta" (Mi manchi, in italiano pubblicato col titolo “Senza
di te”) e poi ha ripetuto il successo con le sue opere successive. Non avendola
mai letta avevo l’impressione che fosse una sorta di Susanna Tamaro che
dispensa riflessioni e aforismi da leggere sotto il casco del parrucchiere,
però quando ho scoperto che è la presidentessa della Casa Museu Pessoa ho
deciso che devo decidermi a leggerla.
L’ultimo che mi
viene in mente è Gonçalo M. Tavares, di cui ho letto la traduzione di "Aprender
a rezar na era da técnica" ("Imparare a pregare nell’era della tecnica") e mi è
piaciuto molto, anche se non l’ho trovato così sperimentale e innovativo come
mi aspettavo, sebbene proponga interrogatici etico-filosofici abbastanza
interessanti e soprattutto attuali.
Siccome sta per suonare la
campanella la mia lezione finisce qui, ma non pensare che questa breve lista
sia esaustiva della produzione letteraria portoghese contemporanea, tutt’altro! Quindi
vai in libreria e continua la ricerca, che poi t’interrogo!
Farò i compiti al più presto.
RispondiEliminaPromossa!
EliminaGrazie! vai avanti.
RispondiEliminaGrazie a te, dfs :-)
EliminaMi permetto di segnalare un altro autore portoghese che ho letto : Si chiama Joao de Melo, nato nelle Azzorre nel 1949, nel suo libro "Gente felice con lacrime" edito anche in Italia da Cavallo di Ferro, racconta la difficile vita in queste isole, dell'emigrazione della sua gente e del ritorno ancora più difficile.
RispondiEliminaUn' autrice stavolta italiana, Romana Petri, nel suo libro "Ovunque io sia" racconta una saga familiare nella Lisbona dagli anni quaranta che finisce ai giorni nostri.
Ho cominciato a leggere autori portoghesi moderni, dopo aver iniziato con Saramago.....e ne sono entusiasta. Grazie, continua a scrivere di queste cose.
Grazie a te, anonimo/a per la segnalazione di Joao de Melo, che conoscevo solo di nome. E per quanto riguarda "Ovunque io sia" di R. Petri, è in programma un post sulla letteratura italiana ambientata a Lisboa. Stay tuned ;-)
RispondiElimina