domenica 19 maggio 2013

PONTE A PONENTE




Sai quante volte ci sono passato sotto! E sempre di corsa, un po’ perché quasi sempre facendo jogging sul lungotago, un po’ perché immaginavo che potesse crollare proprio mentre io mi trovavo sotto e quindi dovevo fare uno sprint per scampare all’immaginaria catastrofe (sciocchi stratagemmi per contrastare la noia da jogging). Non si tratta di "Cassandra Crossing" ma molto più semplicemente del ponte XXV de Abril, la cornice di Lisbona.

Che al contrario è saldo, sicuro e a prova di terremoto: i recenti controlli l’hanno promosso a pieni voti, pur avendo sul groppone la bellezza di 47 anni d’età. E sì, perché il ponte che adesso porta il nome della data della Rivoluzione dei Garofani è anteriore alla Rivoluzione dei Garofani. Fu fatto costruire dal dittatore nel 1966 e gli fu appioppato il nome, guarda un po’, del dittatore. Ponte Salazar. Un capolavoro della tecnologia che finalmente univa la città all’altra sponda del Tago, visto che l’unica maniera di attraversarlo era salire su un cacilheiro (o a nuoto tra i delfini, quando c’erano). All’epoca era il ponte dei record, il più alto il più lungo il più tutto, ma anche adesso, nonostante le opere di ingegneria fantascientifica degli ultimi decenni in giro per il mondo, resta nella top 20 dei ponti “più”.

Onnipresente nella scenografia della città, di giorno come di notte, scintillante davanti alla luce del maestoso tramonto che ha luogo alle sue spalle, sbrilluccicante di notte con tutte le sue lucine accese come un enorme albero di Natale, è la ciliegina sulla torta della città. Una presenza estetica molto forte che ti dà il benvenuto già quando sei sull’aereo e il vento fa sbandare il velivolo come una zanzara che non sei riuscito ad ammazzare. È la prima cosa che vedi di Lisbona, oltre naturalmente al fiume e alle casette ammonticchiate in ogni dove.

Invece qualcosa che sicuramente non vedi subito è che il ponte si sviluppa su due livelli: quello superiore, composto per metà d’asfalto e per metà di una griglia metallica (per alleggerire la struttura, immagino) è destinato al traffico automobilistico che paga pedaggio, e quello inferiore, aggiunto nel 1999, ai treni suburbani. Attualmente la carreggiata è attraversata da circa 150.000 vetture al giorno e la ferrovia da quasi cento treni al giorno: in totale, oltre venti milioni di passeggeri ogni anno vanno di qua e di là.

Va da sé che il transito pedonale è interdetto, e oltretutto il pazzo che volesse raggiungerlo deve prima percorrere qualche chilometro di svincoli trafficati, quindi non c’è storia. Se però non desisti e vuoi assolutamente percorrere il ponte a piedi, hai un’occasione: la Meia Maratona de Lisboa prevede la partenza proprio dall’altra parte del Tago, ai caselli per il pedaggio. Effettivamente dev’essere una bella sensazione essere circondato dal cielo, dalla luce e dal blu a destra e a manca. E farlo senza i consueti finestrini di auto o pullman che si frappongono fra te e l’aria, senza il rumore dei motori e con la sensazione che da un momento all’altro potresti unirti a gabbiani e albatri se l’inadempiente madre natura ti avesse dotato di ali, dev’essere un’esperienza abbastanza unica. Icaro, quello delle ali di cera, avrebbe sicuramente apprezzato.

17 commenti:

  1. Eh già, a ponte! Meno male che non hai nominato il Golden Gate :D
    E io lo vedo dal balcone della mia stanza, gne gne gne!

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    1. Golden Gate? Quello della città dei tram, delle salite ripide, dell'oceano e del terremoto? La copia di Lisbona, intendi? :-)
      E comunque mi hai ricordato che mi sono dimenticato di scrivere che in portoghese il ponte è "a ponte", al femminile. E beata te che lo vedi, anzi la vedi, dalla tua stanza :-)

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  2. A ponte!!! :)))

    Che quando arrivi dall'altra parte, c'é il Cristo Rei che fa: BEM VIIINDOS :))))

    OTTIMO POST COME SEMPRE ;)

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    1. Grazie, Marco, sei molto gentile :-)
      Ma tu lo sai che io sul Cristo Rei non ci sono mai salito? Dovrò recuperare!

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    2. E dovete recuperare! Una volta ci andai con mio fratello piú grande, un vento e una pioggia, quasi quasi volavamo giú dal Cristo

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    3. Ah ah ah! No, preferisco andarci quando non c'è vento. Meglio non rischiare :-)

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    4. fatelo perché poi dal Cristo hai una vista bellissima del ponte e di tutta la città!
      il vento è una fregatura anche io beccai un tempo da lupi!

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  3. interessantissimi i tuoi post..

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  4. Prima della "revoluçao dos cravos" si chiamava "ponte Salazar"

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    1. Infatti c'è scritto! Leggi più attentamente se no ti abbasso il voto ;-)

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    2. Vero... scusa. (mi vado ad inginocchiar sui ceci)
      :)

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  5. Non abito a Lisbona, ma la amo da impazzire........Ci sono già stata quattro o cinque volte , in estate e in inverno.
    Ricordo con piacere quante volte, nell'agosto 2012, ho fatto il ponte xxv april da Caparica a Lisbona!
    Che bei giorni............

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    1. Anche tu malata di saudades, vedo. Una piccola moltitudine, per parafrasare Pessoa.

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