Impeccabili signore
cotonate che escono dal mercato con la spesa, signori avanti con gli anni che
si fanno dare una lucidata di scarpe dall’engraxador,
piccole squinzie alla moda che si parlano in uno stretto accento lisboeta, giovani madri sofisticate che
accompagnano i figli al parco giochi. Tutt’intorno, viali alberati, palazzi in
stile liberty (arte nova in
portoghese) e le immancabili pastelarias
piene di avventori, alcuni frettolosi altri più orientati all’ozio. Bem-vindo no Campo de Ourique.
Uno dei miei quartieri
preferiti (e non solo miei) è una declinazione sui generis dell’essere lisboeta. Aristocratico con una vena di consapevole
trasandatezza, familiare ma sofisticato, appartato ma centrale, è un distretto
che può essere apprezzato appieno solo da chi, conoscendo la città abbastanza
bene, riesce a coglierne le peculiarità.
È un quartiere che mi
piace molto per tanti motivi. Prima di tutto per la pasticceria A tentadora, che ti dà il benvenuto
salendo da Estrela, e se ti sei fatto
a piedi la salita di rua Domingos
Sequeira capisci di cosa sto parlando. A parte l’offerta gastronomica, non
potrai fare a meno di apprezzare la vita seduta ai suoi tavolini che guarda a
sua volta la vita che transita nel pacatamente trafficato incrocio tra rua Ferreira Borges, il “corso” di Campo de Ourique, e rua Saraiva de Carvalho. Poi c’è O melhor bolo de chocolate do mundo (ti dico solo che bolo vuol dire torta). Poi c’è il
mercato rionale, uno dei più simpatici della città, che nei fine settimana
ospita fiere di artigianato e di antiquariato. Poi c’è il vivace Jardim da Parada, sempre frequentato da
anziani che giocano a carte e bambini che animano il parco giochi. Poi ci sono
tanti negozi di tutti i tipi, storici e di tendenza, nonostante il vicino e
incombente Centro Comercial das Amoreiras.
Poi c’è la Casa Pessoa, il
museo-centro studi dedicato a Fernando.
Poi ci sono i numerosi palazzi liberty, che si alternano a costruzioni più
squisitamente portoghesi con tanto di azulejos.
E poi c’è il sontuoso cimitero dos
Prazeres, che detta così ti fa venir voglia di grattarti gli zebedei, ma
che in realtà è un museo a cielo aperto di mausolei ottocenteschi pieni di
sculture e simbologie massoniche.
E poi c’è la storia del
quartiere, che ti narro in poche battute. Risparmiato dal terremoto del 1755, cominciò
ad attrarre i primi abitanti che costruirono il quartiere in pianta
quadrangolare, secondo i dettami del Marquês de Pombal. Rimase per secoli un bairro
popolare, ma dagli anni Quaranta cominciò ad attrarre una popolazione un po’ più
benestante fino a diventare, negli ultimi decenni, residenza della borghesia
medio-alta che ama l’appartata vita di quartiere. Poi sono arrivato io, che non
ci ho mai abitato ma che ci andavo spesso a far la spesa quando alloggiavo
vicino alla Tapada das Necessidades.
E allora il quartiere ha conosciuto un’inaspettata svolta.
io sono una fedelissima del time out, ma quella settimana ero in italia (o non so dove, comunque non a lisbona) e quindi mi sono persa lo speciale sul quartiere. mi interessava, perché tutti ne parlano bene, ma a me non ha mai ispirato particolari sentimenti. forse merita un'altra possibilità.
RispondiEliminaps: ho letto un altro blog che parlava di questo blog e... O_o ...non l'avrei mai detto!!!
In realtà nemmeno sapevo che Time out ne avesse parlato: ho solo preso un'immagine carina da internet...
EliminaPs: spiegami meglio il tuo ps... :-)))
diciamo che alla domanda "secondo te dove vive Graziano?" avrei dato una risposta diversa!
EliminaFaccio la spola ;-)
Eliminasi fa sempre più interessante ;)
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