lunedì 2 luglio 2012

UMA BICA, SE FAZ FAVOR


Vuoi un café o una bica? O preferisci un galão, o magari una carioca, o forse una italiana, un pingado o ancora un garoto? Insomma, vuoi un caffè? Allora sei capitato nel posto giusto. A Lisbona.

A onor del vero devo dire che per il mio palato il miglior caffè del mondo resta quello italiano (soprattutto se di Sant'Eustachio, e i romani sanno di cosa parlo): quello made in Portugal infatti mi pare abbia sempre un retrogusto dilettantesco, benché non platealmente dilettantesco come quello che si beve in Francia, in Europa settentrionale o, peggio, in America. Del resto siamo in Portogallo, la cui maggior ex colonia, il Brasile, sappiamo fin dalle elementari essere il maggior produttore mondiale di caffè. Però quando qui prendo un cafezinho ho sempre l'impressione di bere una imitazione del nostro caffè, più blando nel sapore e anche nell'effetto visto che spesso due tazzine bevute di fila alle dieci di sera non mi lasciano insonne per tutta la notte come un espresso italiano bevuto alle cinque del pomeriggio. Poi c'è quel modo tutto loro di riempire la tazzina fino all'orlo, rendendolo inevitabilmente annacquato. E naturalmente la ricca schiuma te la puoi scordare.

Però va detto che anche in Portogallo il caffè è un rito più che una bevanda, apprezzato da tutti ed elemento di scansione temporale della giornata nonché catalizzatore di momenti di socialità e di relax. I posti per berlo e goderselo non mancano (magari prima o poi ti parlerò anche dei caffè storici di Lisbona), così come numerose sono le varianti proposte.

Se vuoi una tazzina (piena) puoi chiedere sia un café sia una bica, acronimo di beba isto com açucar (bevilo con zucchero), che era lo slogan con cui il café A Brasileira, quello con la statua di Pessoa, ai primi del Novecento lanciò sul mercato il caffè espresso. Il carioca è più leggero, con una dose inferiore di caffè, il galão è il caffellatte in bicchiere, il garoto è corto con latte, curto o italiana è il ristretto, pingado è macchiato e via discorrendo. E poi c'è l'abitudine tutta lusitana, da adottare, di servire il caffè con uno stecco di cannella.

Ma il caffè, qui come altrove, si beve anche a casa. E cosa c'è nelle credenze portoghesi? In linea di massima la nostra moka o la caffettiera con filtro. Tuttavia negli ultimi anni è ormai diventata universale la famosa macchinetta di George Clooney: infiltratasi a metà del decennio scorso, ormai tutte le case, anche le più pezzenti, hanno il loro modello di Nespresso e pare che i portoghesi non bevano più altro (in realtà non è così perché i supermarket continuano a vendere anche gli altri tipi di caffè). Lo si evince anche dalle file che bisogna fare nei punti vendita per acquistare i tubi di capsule (mi è capitato di essere invitato a cena e di portare, anziché il dessert che ingrassa o il mazzo di fiori che fa tanto vecchia signora, alcuni tubi di Volluto o Capriccio): nel negozio del Chiado, un sabato pomeriggio, ho dovuto fare più di un'ora di fila per essere servito in modo lezioso e pretenzioso da una commessa che, come da ordinanza, quando ti dà il pacchetto con la mercanzia fa il giro del bancone e con la sinistra ti porge la busta mentre con la destra ti stringe la mano. Ridicolo, se mi è consentito.

E il Nespresso ha ormai a tal punto colonizzato i salotti e le cucine portoghesi che addirittura anche i miei amici brasiliani hanno il loro macchinario in casa. E quando Marcos, originario di San Paolo, e quindi presumibilmente col caffè nel DNA, mi ha offerto un Nespresso al mandarino, ho capito che la battaglia è stata definitivamente persa.

14 commenti:

  1. eh, lo so, ma il nespresso è troppo buono per rinunciarci!
    però a 'sto giro sei stato un po' cattivello: il caffé portoghese ce l'ha la schiuma. cioè, una specie di schiuma...

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    1. Ecco, una specie di schiuma, eh eh eh :-)
      E comunque il caffè che si beve in Italia non ha paragoni, slurp!

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  2. ah, grazie per la spiegazione su bica, non lo sapevo!

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  3. uno delle mie prime lezioni di portoghese era proprio sui vari café,bica, galao.
    sempre bello leggerti...continua così

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  4. Eh,eh, uno dei miei primi impatti col suolo lusitano è stato il caffè. Grazie per avremi rinfrescato la memoria con i vari modi portoghesi per definire la deliziosa bevanda.

    Ma sei stato cattivello, stavolta. Vero, non c'è paragone con l'espresso "all'italiana", ma in più di un locale, non solo a Lisbona, ho bevuto la tazzina in modo più che accettabile, a volte molto migliore di alcune brutte esperienze italiane ! Scegliendo i locali e magari sperando che chi lo prepara capisca cosa intendiamo bere, non sentiremo troppa differenza. Per me il peggiore rimane quello francese.

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    1. Certo, Anonimo
      il caffè bevuto in Portogallo è sicuramente migliore che nel resto del mondo... eccetto l'Italia. E bada che io non sono per niente sciovinista!
      Chiaro che se poi se lo bevi seduto in una esplanada in una meravigliosa giornata di primavera, sotto un cielo azzurro e il Tago che ti sorride, mentre ti arriva il profumo di jacaranda e davanti a te vedi le casette piene di azulejos colorati, beh, è normale che ti piaccia :-)

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  5. A me non dispiace, certo, dipende da dove lo bevo, ma spesso ne incontro di buoni. Lo chiedo sempre curto, cosi' evito tazzine piene!

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    1. Anch'io lo chiedo sempre curto, anzi muito curto. Ciononostante...

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  6. anche le più pezzenti, hanno il loro modello di Nespresso, insomma, i portoghesi sono umili e decorosi mai pezzenti.

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    1. Senz'altro! Era solo un'iperbole per dire che anche i meno agiati non rinunciano a una macchina Nespresso. Considera che il post è di dieci anni fa, quando i prezzi erano molto più alti di adesso!

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  7. Capisco non c'era cattiva informazione, però ho voluto chiarire
    quando vado na minha aldeia, sono tutti tutto meno che pezzenti così come lo indentiamo noi in Italiano. Ciao, grazie per tutto ciò che scrivi, sono articoli curiosi che neanche io conoscevo alcuni. quando sento o leggo cose belle di Portogallo divento un pavone vanitoso. Obrigada

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    1. Obrigado eu, Morena! Commenti come i tuoi mi fanno venir voglia di ricominciare ad aggiornare il blog. Quasi quasi...

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