C’è un posto singolare nel placido
Rossio lisboeta, a pochi passi dalla Ginjinha e dal teatro D. Maria. È il largo
de São Domingos, oggi brulicante di turisti e africani, animato ma sereno
benché teatro di uno degli eventi più sanguinosi della storia della città.
Pochi ne sono a conoscenza, anche a causa della complicità dei libri di storia
portoghesi che l’hanno a lungo ignorato. Però sette anni fa la Città di Lisbona
ha installato una lapide che ricorda l’eccidio, frutto del fanatismo religioso e
dell’inestirpabile antisemitismo, una delle peggiori malattie del genere umano.
Alla fine del XV secolo il re Dom
Manuel I aveva ordinato la conversione forzata degli ebrei, pena l’espulsione
o, peggio, la condanna a morte. Molti di loro quindi, per ovvi motivi, si
erano convertiti al cristianesimo pur continuando a professare segretamente la
propria religione (e guadagnandosi l’appellativo spregiativo di “marrani”). Che non
fossero ben visti dalla popolazione cristiana divenne lampante il 19 aprile
1506.
Tutto cominciò appunto dentro la
chiesa di São Domingos, in cui centinaia di fedeli pregavano per chiedere
l’interruzione della siccità che imperversava da mesi sulla capitale. A un
certo punto un fedele esclamò di aver visto uno scintillio sullo sguardo del
crocifisso davanti al quale pregavano e urlò al miracolo. Uno dei “nuovi
cristiani” obiettò che forse, anziché lo scintillio dello sguardo di Cristo, si
era trattato solo dello scintillio di un raggio di sole. Apriti cielo! La
folla, sobillata dal prete domenicano che celebrava messa, trascinò fuori il
malcapitato e lo linciò senza troppi complimenti, mutilandolo e bruciandolo. Quest’esecuzione
barbara fu solo la miccia che fece esplodere immediatamente in tutta la città l’odio
per l’ebreo. Poche ore, ed era già caccia all’uomo, alla donna, al bambino,
purché giudei. Si susseguirono tre giorni d’inferno in cui folle inferocite,
incitate dai domenicani che addirittura promettevano la remissione dei peccati
a chiunque ammazzasse gli eretici, fecero ben quattromila vittime. Soltanto quando
fu assassinato lo scudiero del re, nuovo cristiano ma non ebreo, Dom Manuel I
si decise a intervenire con le sue truppe, confiscando i beni di chi si distinse
nei disordini e facendo impiccare i domenicani.
Purtroppo la storia di diaspora e
persecuzione degli ebrei in Portogallo continuò ancora per secoli, soprattutto
dopo l’istituzione della Santa Inquisizione - dal 1540 al 1821, benché di molto
ridimensionata nel XVIII secolo dal Marquês de Pombal -. È singolare però il
cupo destino della chiesa di São Domingos: nel 1959 un incendio la distrusse
parzialmente, conferendole quell’aria plumbea e sinistra che ancora oggi
conserva. Un postaccio, insomma.
Che triste storia e ti ringraziamo per queste pillole di sapere. Fortunatamente le nazioni non si distinguono solo per questo. Come l'Italia ebbe Perlasca che si finse diplomatico spagnolo a Budapest e salvò migliaia di ebrei, così ci fu un diplomatico, vero questa volta, che non fu da meno. Aristides de Sousa Mendes, sulla cui biografia si può leggere bene su Wikipedia era un dipolmatico portoghese che ne salvò tantissimi, non solo rischiando con i nazi, anche contravvenendo gli ordini di "zio" Antonio (Salazar, intendo...!!)
RispondiEliminaRicordiamolo con rispetto.
Grazie a te, Anonimo, per l'accenno a Aristides de Sousa Mendes, che non conoscevo ma che effettivamente è un personaggio che merita approfondimenti.
EliminaCiao Graziano,
RispondiEliminami fa piacere che hai raccontato di questi sanguinosi avvenimenti, che sono in generale poco conosciuti. Non molto tempo fa ho letto il romanzo "L'ultimo Cabalista di Lisbona", è ambientato proprio in quei terribili giorni... Agghiacciante davvero!
Un abbraccio dal cuore della Mitteleuropa!
Ciao Monica
Eliminacredo che cercherò questo "L'ultimo cabalista d'Europa" ;-)
Mitteleuropa dove? :-)
In Boemia meridionale, Repubblica Ceca.
EliminaIl romanzo è "Il cabalista di Lisbona" di Richard Zimler,un bestseller di qualche anno fa. Praticamente ormai introvabile in italiano, ma in portoghese lo trovi. Se non erro il titolo in portoghese è "O ùltimo Cabalista".
Beijos
Boemia meridionale? Non ci sono mai stato... Dev'essere bello, ma forse è un po' freddo adesso, vero? :-)
EliminaFreddo? Gelido direi! Siamo da un paio di mesi sotto la neve ed il ghiaccio e... nessuno che si lamenti, pensa! In primavera sarà una meraviglia, dicono... :) ma se ti piace sciare (fondo) anche in inverno non è malaccio e la Selva Boema è ancora piuttosto integra e selvaggia... Brrrr ahi que frio!
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