Immagina se l'arte, la
cultura e compagnia bella si misurassero in metri cubi, come l'acqua:
quanta ce ne vuole per riempire un enorme complesso come quello che
si staglia a Belém? Tanta, tantissima! Eppure ci sono riusciti, e
oltre all'arte e alla cultura sono riusciti a ficcarci pure la
gastronomia, lo shopping e altre cosucce. Quindi per favore smetti di
ingozzarti di pastéis de Belém e seguimi per qualche centinaio di
metri fino al Centro Cultural de Belém.
Il giovane ha vent'anni
compiuti proprio l'estate scorsa. Era l'ahimé lontano 1993 quando,
fra mille polemiche, veniva inaugurato questo bel pezzo di
marcantonio dell'architettura contemporanea mondiale. Siccome ci sono
sempre i bastian contrari, anche allora i soliti scassaminchia
dicevano che era un sacrilegio contrapporre alle volute
arabescheggianti del vicinissimo Mosteiro dos Jerónimos
le forme ruvide e squadrate del neonato polo di arti contemporanee.
Per certa gente, come fai sbagli. A vent'anni di distanza però più
nessuno si azzarda a dire che il CCB è un mostro, un fallimento,
soldi buttati (quasi nessuno: un paio di anni fa un italiano a forma
di tricheco che trincava su una poltrona del bar del Centro con
alcuni suoi amici criticava rumorosamente il complesso e Vittorio
Gregotti, l'archistar che con Manuel Salgado ne firmò il progetto.
Brutta cosa l'invidia).
Sicuramente non ne parlo
male io, che ho passato pomeriggi interi seduto a leggere o a
scrivere su uno dei tavolini del bar Terraço, lo spazio foderato di
boiserie di ciliegio con una stupefacente vetrata con terrazzo e
vista sul Tago. All'epoca, quando c'erano più soldi, ogni pomeriggio
dalle cinque alle sette c'era pure un concerto gratuito di musica
jazz, classica, etnica o altro. Però anche adesso, pur con la crisi
galoppante e senza musica, il bar Terraço continua a essere un bel posticino. Che
fa il paio con gli altri bar e il ristorante Jardim das Oliveiras,
dotato -anche lui!- di un enorme terrazzo con un piccolo uliveto, da
cui il nome, affacciato verso il fiume.
Ma naturalmente questo è
solo un assaggio: appena arrivi al CCB ti danno il benvenuto alcuni
negozi di arte e design che ti accompagnano alla biglietteria e
quindi ai due auditorium, il Grande e il Pequeno, che hanno un
fittissimo programma di musica, danza e teatro, praticamente ogni
giorno uno spettacolo. Volendo, puoi dirottare verso la fornitissima
biblioteca ed emeroteca con sala di lettura. Andando avanti, nel
corpo posteriore, dopo aver superato un altro bar e una libreria
della catena Bertrand, si fa un tuffo nell'arte contemporanea nel
Museu Colecção Berardo,
che sui suoi tre livelli propone esposizioni temporanee e la
permanente che ospita opere dei più eminenti artisti del XX e XXI
secolo, da Fontana a Bacon, da Jeff Koons (l'ex marito di Cicciolina,
per chi non s'intende d'arte) alla superstar locale Joana
Vasconcelos.
Come arrivare al CCB?
Naturalmente puoi scegliere tra un ampio ventaglio di possibilità.
Mezzi pubblici? Il tram 15 ferma proprio lì davanti, ma esistono
anche altre linee di autobus o addirittura il treno suburbano per
Cascais (in quel caso però devi farti una passeggiata di qualche
minuto). In auto? Approfitta dell'enorme parcheggio sotterraneo del
CCB. Forse è meglio, così non hai la scusa per fermarti qualche
centinaio di metri prima e ingozzarti di pastarelle. Come al solito.
A me mi è sempre piaciuto. Anche se forse leggermente spostato di una cinquantina di metri verso la sinistra del monastero (guardandolo in faccia) sarebbe stato meglio...:-) Mi è piaciuto il suo aspetto moderno ma antichissimo di palazzo babilonese con "giardini sospesi"... Non ho seguito la sua costruzione perché ero già da ben 5 anni fuori del paese in un angolino del nord Europa...Il problema dei "scazzaminchia" vien notato già nel cinquecento: il famoso vecchio del Restelo di Camoniana memoria (anche se nel caso erano parecchi i nuovi- vecchi)...
RispondiEliminaNon c'entra niente con questo post ma quest'anno abbiamo visitato il "palazzo principesco" o ambasciata nel Principe Real... bello non c'è dubbio ma devo dire che i negozi erano un tantino costosi... ;-) C'era una bellissima "guitarra portuguesa" nera con sobri incastri di gioielleria di argento portoghese che mi dava la voglia di essere più musicista di quello che sono (cioè nulla!) per potere fare la follia di comprarla... :-D
l'anonimo R.
Chi è il vecchio del Restelo di Camoniana memoria? Dimmi, dimmi, che non ne so niente!
EliminaÈ il vecchio che urlava alle navi in partenza da Belém di non partire per le Indie per colmare il desiderio di potere e ricchezza della Patria. Era anche la mentalità conservatrice che preferiva il mondo feudale e agricolo a quello imperialista.
EliminaOggi designa una persona pessimista e/o appunto conservatrice.
Saramago ha scritto anche il discorso del tal vecchio all'astronauta, rileggendo quindi tale figura in chiave moderna...
Elle, non è giusto, mi fai fare la figura dell'ignorante! :-D
EliminaQuesta che Saramago aveva riproposto il discorso in chiave moderna non lo sapevo... :-)
EliminaSono pochi quelli che conoscono i Lusíadas al di fuori del Portogallo e perciò non hai fatto più figura di ignorante che se mi avessi chiesto qualcosa di più specifico dei scritti di Petrarca o Dante... Forse mi sono fatto prendere la mano... :-)
Anonimo R.
Meno male!
EliminaE' un personaggio dei "Lusiadas" che simboleggiava il pessimismo.
RispondiEliminaG.
Grazie, anonimo. Ti prometto che studierò anche questa!
EliminaA me piace soprattutto l'offerta culturale del CCB, specialmente quella musicale. Ho visto concertoni per pochi euro...
RispondiEliminaInfatti, come nei dias da musica, in primavera: concerti a due o tre euro. Solo a Lisbona! Un ulteriore motivo per amarla.
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