Passeggi per il Bairro Alto, per la Mouraria, per Alcântara
o per qualche altro quartiere del centro, e dove ti aspetteresti pareti
ricoperte di azulejos trovi qualcos'altro: la città del XXI secolo
sotto forma di graffiti, murales, sticker, stencil e graffi nel muro.
Capolavori dei nostri tempi che qui più che altrove hanno trovato
casa e museo.
Tu mi dirai: ma come,
certi quartieri di Roma fanno schifo proprio perché le mura sono
costantemente imbrattate! Anche qui, ma come sai in questo caso il
confine tra arte e vandalismo è molto sottile. Metti poi che a
Lisbona le istituzioni locali hanno messo in atto il motto degli
antichi: se il nemico non puoi sconfiggerlo, fattelo amico. Perché, se
capiti al Bairro Alto o alla Bica, vedi sì mura martoriate da
immondi scarabocchi, ma vedi soprattutto opere di street art. Così
tante che qualcuno qualche anno fa ebbe un'idea abbastanza
rivoluzionaria: creare un museo unico al mondo. L'agenzia di
pubblicità Leo Burnett, per conto del rum Pampero, s'inventò il
Museo Efémero: un tour tra i graffiti del Bairro Alto alla scoperta dei
piccoli capolavori che compaiono e scompaiono nel giro di poche
settimane (ecco perché efémero, effimero).
L'idea, che lì per lì
ebbe una certa risonanza internazionale (ne parlò anche Repubblica)
non passò inosservata dalle parti del municipio, dove qualcuno ebbe
il buonsenso di sviscerare meglio l'argomento. Anche perché nel
frattempo la città veniva presa di mira dai vari artisti di strada
che si esercitavano sulle pareti degli edifici abbandonati e fatiscenti. Allora il Comune di Lisbona si
è accorciato le maniche e ha creato qualche anno fa la GAU (Galeria de Arte Urbana), che fornisce spazi agli artisti internazionali che
invita in città e poi pubblica i loro lavori sulla propria rivista.
Tutto è cominciato nel largo da Oliveirinha, in cima alla calçada da Gloria, dove hanno già operato grandi nomi. Poi si sono aggiunti
gli edifici abbandonati dell'Avenida Fontes Pereira de Melo, vicino
alla praça Marquês de Pombal, e poi, assecondando il fenomeno dei vidrões
(campane per la raccolta del vetro) costantemente presi di mira dai
graffitari, ha istituzionalizzato questa pratica dando agli artisti
carta bianca (anzi, campana bianca).
Adesso Lisbona è piena
di murales, graffiti e stencil firmati dai più grandi artisti
contemporanei, come il nostro Blu, gli indigeni Os Gémeos, Pixel
Pancho e Odeith e, come qualcuno sostiene, anche Bansky, tanto che esistono dei percorsi tematici alla
scoperta della street art lisboeta. Tutti i quartieri, dai più
contemporanei ai più popolari, possono sfoggiare infatti pareti di
grande valore artistico che si inseriscono perfettamente nel contesto
urbano. L'argomento è preso molto sul serio anche dall'Università,
che organizza convegni e studi sull'argomento,
anche perché è un'arte che coglie gli stimoli del presente e li
applica su supporti che di questo presente sono la quinta. Stimoli
che vanno dalla crisi economica all'identità nazionale e che
chiamano in causa tanto Amália quanto la troika.
Tra tutti gli artisti che
si esprimono sulle mura di Lisbona naturalmente c'è anche la
superstar portoghese: di tratta di Vhils (aka Alexandre Farto), vero
Michelangelo del XXI secolo, noto soprattutto per la sua
personalissima tecnica che consiste nello “scorticare” gli
intonaci scrostati delle vecchie case per disegnare volti come quello
che vedi nella foto. Va da sé che ciò che si esprime per strada si
esprime anche sul web. Quindi, se vuoi farti una cultura propedeutica
al tuo prossimo tour della street art lisboeta, sbircia qui, qui o
qui.
Yesssssssssssssssss
RispondiEliminaTra l'altro, Marco, quella foto l'hai scattata anche tu quando eravamo andati a vedere il terrazzo dell'hotel Memmo, lembras-te?
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