giovedì 20 novembre 2014

CHI DICE DONNA DICE...


Mi ha sempre perplesso l'asimmetria delle scritte sulle porte delle toilette dei ristoranti: da una parte homens mentre, laddove mi aspetterei mulheres, ho sempre letto un cerimonioso senhoras. Perché questa differenza di trattamento? Forse che noi uomini non meritiamo la stessa deferenza quando andiamo a fare pipì? No, è che quando ti rivolgi a una signora c'è un'etichetta labirintica da seguire. Insomma, dici donna e dici...

Una volta, parlando con un mio conoscente della mia criada (termine vagamente degradante che sta per domestica) e definendola mulher, questi storse il muso dicendo "è meglio chiamarla senhora perché -mi spiegò- mulher può suonare un po' sprezzante". Ma mulher è un nobilissimo termine: perché "sprezzante"?! Forse, ho immaginato, è un po' come dare della volgare femmina a una donna.

Ma quando si parla di donne le insidie cominciano fin da quando sono bambine. Mi spiego: un bambino lo posso chiamare tranquillamente puto, anzi io spesso chiamo così (“oi puto!”, come espressione affettuosa) anche i miei amici che bambini non sono più da decenni. Prova a rivolgerti a una bambina o a una ragazzina col femminile di puto, e un ceffone non te lo leva nessuno. Anche quando la bambina è diventata ragazza devi fare attenzione alla sua provenienza: se è portoghese, puoi tranquillamente indicarla come rapariga, ma non farlo, ti prego non farlo, se sospetti che sia brasiliana: lì la parola significa puto al femminile.

Poi la rapariga portoghese cresce e diventa una donna. Che, come abbiamo visto, si traduce con mulher, ma si dà il caso che questa parola significhi anche moglie. Allora la faccenda va maneggiata con cura. Perché quando si parla genericamente di una donna si utilizza la parola mulher, ma se si parla di una persona in particolare, è buona educazione definirla senhora, come nel caso della mia criada. Quando poi ci si rivolge direttamente a lei, subentrano ulteriori regole d'etichetta: come mi hanno specificato sia Paulo sia Teresa, appositamente interpellati per la redazione di questo post, la questione è delicata e dibattuta.

Volendo riassumerla ai minimi termini, ma davvero minimi minimi, se ci rivolgiamo a (o parliamo di) una donna in un ambito molto formale o di elevato status sociale, utilizzeremo senhora dona (s.ra d.), mentre se si tratta di una donna con cui siamo in rapporti di maggior familiarità o riteniamo che non sia allocata molto in alto nella scala sociale, allora un senhora può bastare. Infine sia Paulo sia Teresa hanno tenuto a darmi il seguente avvertimento: non chiamare mai nessuna signora solo “dona” perché è molto rozzo. E pensare che io alla mia criada ho sempre detto: bom dia, dona Fátima! Dopo la criada malcriada, la criada maltratada.

10 commenti:

  1. Puoi sempre usare il femminile de puto, che in vero è pita. Anche questo con un doppio senso, ma piu accettabile.
    D'altro, criada non è veramente una bella forma da chiamare la impiegata domestica... La puoi chiamare Senhora da Limpeza, oppure Empregada Doméstica, ma criada non è per niente bello :P

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    1. Ciao Sergio!
      Non conoscevo il termine pita, ma forse è sempre meglio usare menina, non trovi?
      Certo, criada, come ho scritto nel post, è un termine degradante. Però mi piace tanto :-D

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  2. Neanchè in italiano ci sono tutte queste sfumature, e pensavo fosse il massimo in materia :)

    Senhora dona mi fa un pò ridere :)

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    1. In effetti i miei due amici interpellati mo hanno detto che la questione è molto complicata, e io l'ho pure riassunta... Immagina un po'!

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  3. Chiamare dona Fatima non è sbagliato, anzi.
    Il termine "pita" è molto dissueto e la sua versione al maschile è una sorta di leggera parolaccia che denomina i genitali femminili.
    Tornando all'inizio del tuo post, forse nelle targhe dei bagni si preferisci la parola "senhoras" per non confondere con il significato di moglie.
    L.S.

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    1. Grazie per i tuoi chiarimenti, L.S.
      Non ci sto capendo più niente: quindi io posso dire "dona" e basta solo alla empregada ma in nessun altro caso?

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    2. Si. Se lei si chiama, ad esempio, Fatima puoi chiamarla Dona Fatima oppure Senhora Maria. Il "dona" solitamente è più reverenziale.

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  4. In Portogallo la menano troppo comunque. In Spagna le donne sono molto piú ironiche e non permalose, basta non chiamarle putas comunque.

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  5. Sì però nei bagni spagnoli sembra di tornare al medioevo: 'Caballeros' e 'Damas' nel 2015 onestamente fa ridere, anche in una monarchia come il país vizinho...

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    1. Hai ragione. "Caballeros" e "damas" non si può sentire, fa veramente ridere!

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