Oggi in Italia è festa
nazionale e, forse non lo saprai, lo è anche in Portogallo. E se la
storia della liberazione dell'Italia dal giogo del nazifascismo è
gloriosa, secondo me la storia della liberazione del Portogallo
dall'oppressione del fascismo è anche romantica. A cominciare dal
nome: “Rivoluzione dei garofani”.
Il 25 aprile del 1974
cessava una delle dittature più longeve, repressive e cattive della
storia contemporanea. Una dittatura che aveva ridotto il Portogallo, antico signore
dei mari e delle terre, in una landa dimenticata ma soprattutto
afflitta da povertà, analfabetismo e paura. Salazar, il
dittatore, era salito al potere nel 1926, e in quasi cinquant'anni
aveva piegato il paese alla schiavitù attraverso la repressione e la
violenza. Con l'aiuto degli squadristi della famigerata PIDE (Polícia
Internacional e de Defesa do Estado) perseguitava ed eliminava i
dissidenti e seminava il terrore nelle vite dei normali cittadini.
Per farti capire, come mi raccontava Maria Zé, la mia prof, i
militari irrompevano in piena notte nella tua casa, ti mettevano
tutto sottosopra e poi se ne andavano. Anche se eri un innocente
cittadino, avevi bambini in casa, non sapevi niente di niente, dovevi
capire chi comandava. Fino al 1974.
E poi c'erano le colonie:
già dagli anni Sessanta i movimenti indipendentisti dell'Angola
misero in atto una guerriglia estenuante che richiedeva l'invio
continuo di carne da macello sotto forma di giovani soldati di leva
strappati alle campagne della provincia o alle poche università del
paese. Giovani che spesso non tornavano, o tornavano mutilati,
sfigurati o impazziti. La vita, la gioventù, l'integrità fisica e
mentale date via per volere di Salazar e contro il volere del
popolo.
Ma soprattutto,
l'ignoranza era legge: la gente doveva essere analfabeta, non sapere,
men che meno aver contatti con l'estero (anche se molti scappavano in Francia). Solo zappa e religione. L'anno scorso il tasso di
analfabetismo del Portogallo era ancora di circa l'8%, a
dimostrazione di quale danno questa scellerata oppressione stia
ancora facendo a una società ormai evoluta e democratica, a quasi
quarant'anni di distanza.
Poi, la notte tra il 24 e
il 25 aprile 1974, cambiò tutto: al segnale convenuto, la messa in
onda della canzone Grândola vila morena sulla
radio nazionale, i rivoluzionari uscirono per le strade
di Lisbona per occupare i posti chiave (aeroporto, stazione tv e
radio, ecc.). E la mattina dopo, quando ormai Marcelo Caetano
(il successore di Salazar, che era morto nel '68) e i suoi fidi si erano
arresi, tra la folla in festa una fioraia infilò un garofano nel
fucile di un militare, di quelli che avevano messo in atto il golpe
per la libertà (di solito succede il contrario). E tutto il popolo
la imitò.
Seguirono mesi convulsi
in cui si temeva che dal fascismo si potesse passare al comunismo.
Tutto ciò non avvenne: il Portogallo tornò a essere una repubblica,
una vera repubblica, e dopo sette anni entrò a far parte della CEE.
Ecco perché quando al
giorno d'oggi trovo ancora qualche fanatico che inneggia al fascismo
mi verrebbe voglia di rompergli in testa uno dei suoi manganelli
e poi, quando il bernoccolo gli si è parzialmente sgonfiato, fargli
studiare un po' di storia. A certa gente potrebbe solo far bene.
bellissimo post, se ti serve una mano a rompere i manganelli in testa a chi li possiede, avvisa :D
RispondiEliminasai, non sapevo che la canzone-segnale era questa (anzi io sapevo fossero due)
grazie :-)
RispondiEliminala canzone-segnale è quella che ho trovato su wikipedia ;-)
Sarebbe da studiare bene il periodo dal 25 Aprile a tutto il 1976. Due anni nei quali con i "se" e i "ma", si potrebbe giocare a fantapolitica, ma non troppo. Pensa solo se la decolonizzazione fosse avvenuta in maniera diversa. Se la NATO e l'intero occidente non fossero stati a guardare.Se oggi, ad esempio, si potesse parlare di una specie di Commmonwealth lusofono. Praticamete tutto il sud Atlantico ed altre parti importanti e strategiche del pianeta da influenzare alla grande. Ma nell'Africa australe premeva l'Unione Sovietica e Cuba. Probabilmente oggi il Portogallo non vivrebbe una crisi così profonda. Ovviamente tutto "forse"....!!
RispondiEliminaAltra canzone legata a quei giorni: http://www.youtube.com/watch?v=szkPizJdNlE&feature=related
Ciao, Anonimo
Eliminainteressante la tua considerazione: una decolonizzazione diversa sicuramente avrebbe portato enormi benefici a un'ampia fetta di mondo.
Grazie per il contributo, non conoscevo la canzone: un vero e proprio documento d'epoca!