venerdì 15 marzo 2013

I BECCHI DI SARAMAGO – 2





E arrivò Saramago. Ma non José, che era già morto da un annetto, bensì la sua signora: Pilar del Rio, che su invito del Comune di Lisbona scelse la Casa dos Bicos come sede dell’allora istituenda Fundaçao José Saramago. E nel momento in cui una storia sembra concludersi, ne comincia un’altra.

Naturalmente saprai già chi è José Saramago, premio Nobel per la letteratura del 1998 e intellettuale di caratura, convinto oppositore della religione cattolica (e di tutte le religioni) e per questo fortemente osteggiato dai vertici di santa romana chiesa nonché da buona parte dei poteri forti portoghesi: la sua voce ha sempre fermamente condannato l’ipocrisia e la manipolazione delle masse operata dalle religioni.

L’ostracismo di cui fu vittima trovò il suo culmine nel 1991, quando per il contestatissimo (ma sublime, te ne consiglio fortemente la lettura) "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", dagli ambienti cattolici portoghesi arrivarono strali e scomuniche: la goccia che fece traboccare il vaso fu l’esclusione dell’opera, da parte del sottosegretario alla Cultura, dalla rosa di romanzi portoghesi da presentare a un premio di letteratura europea: una ritorsione che assunse i caratteri di una vera e propria censura. Saramago abbandonò immediatamente il Portogallo (senza tuttavia rinunciare alla cittadinanza portoghese, come alcuni suoi oppositori avevano auspicato) per stabilirsi con la moglie Pilar alle Canarie.

Leggere Saramago per alcuni è un ingrato compito, a causa della sua scrittura che non segue le regole canoniche del periodare ma incatena le frasi senza un asindeto (per gli ignoranti: interpunzione). Tuttavia, una volta presa familiarità con questa singolare sintassi, ti prende. Come ti prende l’intreccio narrativo, da quello thriller-catastrofico di "Cecità" (Ensaio sobre a cegueira) a quello intimista (e secondo me per niente blasfemo) del "Vangelo secondo Gesù Cristo" (O Evangelho segundo Jesus Cristo) a quello favolistico della "Zattera di pietra" (A jangada de pedra) e via discorrendo. Il Nobel, insomma, se l’è meritato tutto.

Un anno dopo la sua morte, e quindi il 18 giugno di due anni fa, le sue ceneri furono sepolte davanti alla Casa dos Bicos, sotto un ulivo fatto venire appositamente da Azinhaga, suo borgo natio. Quindi adesso, anche se non entri nella Fundação a lui dedicata, sei quasi costretto a salutarlo se passi per il Campo das Cebolas. E a leggere la lapide, all’ombra dell’ulivo, che riporta i suoi anni di nascita e morte nonché l’epitaffio, estrapolato dall’ultima frase del suo "Memoriale del Convento": Mas não subiu para as estrelas, se à terra pertencia (“Ma non salì alle stelle, se alla terra apparteneva”). A conferma del suo ateismo duro e puro. Soprattutto puro.

12 commenti:

  1. Commovente...
    Sai che non sapevo che le sue ceneri fossero sepolte nel Campo das Cebolas... debbo assolutamente ritornare a Lx in pellegrinaggio...

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    1. Eh sì, Monica, proprio all'ombra dell'ulivo, tra lo sferragliare del tram 25, l'aroma delle sardine arrosto e soprattutto l'aria salmastra del Tago sotto la luce felice di Lisbona. C'è da invidiarlo!

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  2. Scusa Graziano, ma è vero che bico significa anche un'altra cosa? :@

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    1. Confesso che mi hai preso in contropiede, e quindi mi sono dovuto documentare presso i miei amici: sì, "bico" ha anche un significato sessuale (fellatio), ma non è un'espressione diffusa quanto quelle che sento dire da tutti i miei amici portoghesi e che naturalmente mi asterrò dallo scrivere :-)

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  3. Ahahaha t'ho colto in castagna. Vogliamo un post vocabolario su Lisbon Storie!

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  4. articolo davvero interessante... mi mancava passare da queste parti ;-)

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  5. Le ceneri di Saramago, l'uomo dalla penna più elegante e densa del '900... sono custodite anche nella sua residenza quasi ventennale alle Canarie, precisamente a Tias. Ma d'altra parte a lui non importerebbe molto.

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    1. No, la liz. In effetti appena dopo la sua morte la cognata aveva comunicato la divisione delle ceneri (metà a Tias, metà ad Azinhaga), come da desiderio dello stesso Saramago, ma dopo pochi giorni sua moglie decise di riportarle tutte in Portogallo, ad Azinhaga. Dove -dopo la cremazione a Lisbona- in effetti rimasero per un anno esatto, fino alla traslazione nel Campo das Cebolas, sotto un tumulo di terra fatta pervenire appositamente da Lanzarote.
      http://livros.sapo.pt/noticias/artigo/27952.html

      A Tias, sull'isola di Lanzarote, Saramago ha vissuto i suoi ultimi diciassette anni ed è morto. E la sua residenza è diventata un museo: http://acasajosesaramago.com/

      E comunque, come dici giustamente tu, a lui non importerebbe molto :-)

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