tag:blogger.com,1999:blog-11537273247649535342024-02-19T06:50:00.937+01:00Lisbon storieTi racconto Lisbona. L'amerai ancora di più.Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.comBlogger178125tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-32122254755848192122020-05-06T18:49:00.002+02:002020-05-06T18:49:45.635+02:00OMERTÀ O DELAZIONE?<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiil9166YCmRtyJIwUUMCXdso9mqQiVAgE9A_TTCK5QolCyXgxuiTtSicm8cWaVzCJPXkVCj2PhvN87lUd_re8RUsHzG7X-d4hrOx6KgUkQyZMUMmUb0XX89sUrE1_EcUTyXjKpBMwWlBq-/s1600/Delazione.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="717" data-original-width="915" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiil9166YCmRtyJIwUUMCXdso9mqQiVAgE9A_TTCK5QolCyXgxuiTtSicm8cWaVzCJPXkVCj2PhvN87lUd_re8RUsHzG7X-d4hrOx6KgUkQyZMUMmUb0XX89sUrE1_EcUTyXjKpBMwWlBq-/s320/Delazione.png" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">È</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
vero: </span><a href="https://lisbonstorie.blogspot.com/2012/01/adoro-os-italianos.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Italia </a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e Portogallo sono culturalmente molto simili. Però, </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">se
si gratta sotto la spessa patina dell'apparenza, si scorgono
insospettate differenze forgiate dalla storia recente</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. L'elenco
potrebbe essere anche piuttosto lungo, ma oggi mi soffermo su un
aspetto che ho afferrato soltanto dopo quasi vent'anni di full
immersion portoghese, talmente sottile che forse nemmeno gli
immigrati italiani di più lungo corso hanno ancora colto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Come forse sai (ma se non
lo sai fa lo stesso perché te lo sto per dire), ho una piccola
attività imprenditoriale legata al turismo, in soldoni due
appartamentini in <i>Alojamento Local</i>, cioè quelli per i turisti. Va
detto che qui <b>la relativa regolamentazione è molto più stringente e rigorosa
che in Italia e in altri Paesi</b>, dal momento che si tratta di
un'attività commerciale a tutti gli effetti, con tutto ciò che ne
consegue in termini fiscali e amministrativi. Tuttavia, nonostante i
controlli delle autorità preposte, non mancano gli abusivi. Pochi,
ma ci sono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo è uno dei temi
ricorrenti su un gruppo Facebook di “colleghi” al quale sono
iscritto, e con mia enorme sorpresa ho notato che per molti</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> di
loro è un problema che non li riguarda. Infatti quando
qualcuno tocca l'argomento “sommersi” la discussione si fa vivace
perché, a quelli che insistono per </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">convincere “chi sa” a farlo
presente alle autorità, non pochi rispondono che è compito di
queste ultime, peraltro pagate per farlo, trovare gli esercenti
abusivi</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Non compete a quelli in regola farsi carico di segnalarli
perché non vogliono essere additati come “delatori”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Devi sapere che
<b>“delatore” è una sinistra parola che echeggia soprattutto nella
memoria dei più anziani</b> e, per strascichi generazionali, in quella
dei 40-50enni, che pure non hanno vissuto quell'epoca buia. I
delatori comunicavano alla PIDE, la polizia del <a href="https://lisbonstorie.blogspot.com/2012/04/liberdade.html" target="_blank">regime di Salazar</a>, i
nomi dei sospetti cospiratori e rivoluzionari, cioè quelli che
lottavano per la libertà. Delatore poteva essere il tuo vicino di
casa, il barista dietro l'angolo o addirittura tuo cugino, e a volte
bastava una parola di troppo o un atteggiamento inconsueto per essere
segnalati alla polizia del regime e subirne conseguenze a volte anche
letali, come succede in tutti i regimi totalitari. Per molti, quindi,
ancora oggi chi denuncia o segnala</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">alle autorità</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, specie anonimamente, un
comportamento illegale è un delatore.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Naturalmente questa
attitudine è per fortuna molto marginale nelle generazioni più
giovani e istruite, ma <b>secondo me può spiegare la naturale tendenza
dei portoghesi a “farsi i fatti propri”</b>, anche nelle sue
accezioni più positive (banalmente: non ficcare il naso nelle
faccende altrui). Nelle sue accezioni meno edificanti, invece, si
trasfigura, come nel caso di cui stiamo parlando, in una
inconsapevole forma di un altro comportamento, molto pericoloso, che
noi italiani sappiamo benissimo quali danni provoca: l'omertà. Le
cui cause, come è noto, sono molto diverse, ma gli effetti
altrettanto esiziali.</span></div>
<br />Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-81113281062011868052020-03-06T16:41:00.003+01:002020-05-06T14:41:50.487+02:00I PRIMATI PORTOGHESI<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQiyMUBAs5Ik2NNPFEWTM2d5dpuJg71tQgG12jsfKhHTd0eaen3mdINt3KPRHrla7LEdWyqXWAKHepTSBxYS-7P_Jimhy_0YXdr9Xq5b_e0LAFEoaAzxZENzpxU-QFBWChhFsBETW53e4i/s1600/22279625_10155785451524605_5660354354145786412_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQiyMUBAs5Ik2NNPFEWTM2d5dpuJg71tQgG12jsfKhHTd0eaen3mdINt3KPRHrla7LEdWyqXWAKHepTSBxYS-7P_Jimhy_0YXdr9Xq5b_e0LAFEoaAzxZENzpxU-QFBWChhFsBETW53e4i/s320/22279625_10155785451524605_5660354354145786412_n.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">I portoghesi, se li
conosci, sai che <b>amano denigrarsi e considerarsi gli sfigati, i
paria, i reietti d'Europa</b>. Addirittura si offendono quando gli fai
notare che <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2014/09/uffici-portoghesi-efficienza-scandinava.html#more" target="_blank">non è così</a>, che anzi da loro molte cose funzionano come
o forse <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2014/09/uffici-portoghesi-efficienza-scandinava_27.html" target="_blank">meglio</a> che altrove, ad esempio in Italia, paese che <a href="https://lisbonstorie.blogspot.com/2012/01/adoro-os-italianos.html" target="_blank">ammirano incondizionatamente</a>. Perciò, <i>queridos amigos portugueses</i>, per
dimostrarvi che vi sbagliate vi snocciolerò una serie di dati che vi
sbugiarderanno.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<ol><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Il Portogallo, secondo il </span><span style="color: black;"><span style="font-family: "linux libertine", georgia, times, serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Global_Peace_Index#Global_Peace_Index_(Classifica)" target="_blank"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Global Peace Index</span></a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">,</span></span></span></span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> è considerato </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">il terzo
paese più pacifico al mondo</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, sulla base di una ventina di
indicatori come omicidi, criminalità, coinvolgimento in conflitti e
via discorrendo. L'Italia è solo 39</span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">ª</span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Secondo
il </span><a href="https://www.gfmag.com/global-data/non-economic-data/worlds-safest-countries-2019" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Safety Index Score</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, che nel computo calcola anche la sicurezza
dai disastri naturali, il Portogallo risulta essere </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">il quarto paese
più sicuro al mondo</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, a differenza dell'Italia, al 40° posto, che
evidentemente sconta la fragilità del suo territorio (e
l'abusivismo edilizio, aggiungo io).</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Anche
per ciò che concerne la libertà il Portogallo fa tombola: secondo
</span><a href="https://freedomhouse.org/explore-the-map?type=fiw&year=2020" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Freedom House</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, la ong che monitora lo stato delle libertà civili,
sociali e democratiche in giro per il mondo, </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">il Portogallo ottiene
un punteggio di 96/100</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, dietro solo ai soliti primi della classe
(paesi scandinavi, Canada, Australia e Nuova Zelanda) e davanti a
tutto il resto del mondo, comprese le maggiori potenze europee e
mondiali, tra cui l'Italia (89/100).</span></li><li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">E, parlando di libertà, come si fa a non parlare di stampa? Nell'annuale <a href="https://rsf.org/en/ranking">classifica di Reporter Senza Frontiere</a>, nel 2020 il Portogallo ha scalato due gradini entrando nella top ten mondiale, al decimo posto, anche qui dietro ai soliti scandinavi e davanti a Germania, Belgio, Lussemburgo, Canada e molto davanti all'Italia, sprofondata nel suo 41° posto.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Anche
l'imprenditoria portoghese è fonte di </span><a href="https://www.innovationpost.it/2020/02/01/le-aziende-italiane-innovano-poco-il-belpaese-solo-diciannovesimo-nella-classifica-dellocse/?fbclid=IwAR06GQEUJIdlIjVx0FznGun4IosE_RQ4oJP2YNHf2RhwJ4p3gFBU5fPXq9g" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">piacevoli sorprese</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">: tra i
paesi OCSE, si piazza al </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">quarto posto per progetti innovativi</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">,
facendo meglio quindi di stati tradizionalmente associati allo
sviluppo industriale, tra cui il nostro, fermo al 19° posto.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Passiamo
alle lingue: i </span><a href="https://www.ef-italia.it/epi/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">lusitani </a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">sono al </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">dodicesimo posto al mondo</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> (quindi
con una competenza definita alta) per conoscenza della lingua
inglese, a fronte ad esempio del misero 36° posto (competenza
media) degli italiani. Aiutano sicuramente una metodologia
d'insegnamento più efficace ma soprattutto la consuetudine di non
doppiare ma sottotitolare film e serie.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Turismo: negli
ultimi tre anni di fila il </span><a href="https://www.lastampa.it/viaggi/mondo/2019/12/05/news/world-travel-awards-portogallo-eletto-migliore-destinazione-turistica-del-mondo-1.38061990?fbclid=IwAR2FiFwl9pMxMsVW25uXnTBuRb5Nihch8DNGm12c9_1L2TKLiI2QHf_8Gzk" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Portogallo è stato nominato</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"> </span></span><span style="color: black; font-family: arial, helvetica, sans-serif;"><b>Migliore
destinazione ai World Travel Awards</b>, collezionando una serie di
premi collaterali (Lisbona e Porto come migliore citybreak d'Europa,
alcuni hotel e pousadas come migliori strutture ricettive, eccetera)
e proiettando tutto il Portogallo nell'empireo delle mete
obbligatorie da visitare.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Anche
una nicchia del turismo internazionale, quello della comunità LGBT,
apprezza particolarmente il Portogallo: </span><a href="https://www.gay.it/viaggi/news/vacanze-gay-paesi-sicuri-pericolosi-persone-lgbt?fbclid=IwAR03INvNMsWzFDxgeoKs-P2_as8y-ZydYSuhhPUVolTit-HWFKR-UQqBhmU" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">secondo un recente sondaggio</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">la seconda meta più sicura al mondo</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">. Merito sicuramente
della proverbiale tolleranza portoghese, ma soprattutto della
legislazione particolarmente favorevole all'inclusione.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Inoltre,
per restare in tema, </span><a href="https://www.ilga-europe.org/rainboweurope/2019" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">secondo l'ILGA</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;"> (International Lesbian Gay
Association) il Portogallo è </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">uno dei paesi europei, e quindi del
mondo</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, dove la comunità LGBT è più tutelata grazie a una
legislazione evoluta e a una popolazione ispirata al vivi e lascia
vivere.</span></li>
<li style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Infine
pare che anche tra i cosiddetti expat (cioè gli espatriati da altri
paesi per motivi di lavoro) il Portogallo riscuota vividi consensi:
in un sondaggio condotto dalla community di </span><a href="https://www.publico.pt/2019/09/05/sociedade/noticia/portugal-melhor-qualidade-vida-europa-terceira-melhor-mundo-1885270?fbclid=IwAR3nRNf5VqIB0FQH2ZxhblogNeVYluy_fQ7ZaiakqWp_AGQfJVfLn47IcGA" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">InterNations</a><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">, è stato
definito </span><b style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">il paese con la migliore qualità di vita d'Europa</b><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">.</span></li>
</span></ol>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">Quindi,
<i>queridos amigos portugueses</i>, pur non volendo negare i problemi
e le debolezze strutturali del vostro paese, alla luce di questi dati
oggettivamente lusinghieri vi considerate ancora i Calimero d'Europa?
E dai, su!</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-75325902332944564932020-01-17T12:57:00.003+01:002020-01-17T15:55:10.270+01:00IL VERBO DELL'INCERTEZZA<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1F3aVUAZmmDUh08YNra-9OBwa_qCeK7107rC3F8cQbzg9gW8fkx_YaHV5uHZLnsAQspsQq1PPb3fsDE5dVKYZfsfv2T0wnDkLYZPkchzSSTLhh7gOU3DpIrGvip-R2H0tjMgpw_-7HVY5/s1600/Verbi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1440" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1F3aVUAZmmDUh08YNra-9OBwa_qCeK7107rC3F8cQbzg9gW8fkx_YaHV5uHZLnsAQspsQq1PPb3fsDE5dVKYZfsfv2T0wnDkLYZPkchzSSTLhh7gOU3DpIrGvip-R2H0tjMgpw_-7HVY5/s320/Verbi.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se ti sei cimentato con
lo studio del <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/01/eu-falo-portugues.html#more" target="_blank">portoghese</a> saprai già quanto questa lingua, sebbene
all'inizio possa sembrare poco intelligibile a causa della sua
pronuncia simile al russo, è in realtà molto docile per noi italiani (e per gli altri neolatini in genere), visto che <b>la morfologia e la sintassi sono quasi identiche
e il vocabolario è molto affine</b>. Anche l'apprendimento dei verbi,
soprattutto se hai studiato il latino, ti sarà sembrata una
bazzecola: quelli irregolari sono pochissimi, le desinenze sono grosso modo intuibili, i modi e i tempi
sono quasi uguali ai nostri e si usano quasi nello stesso modo.
Quasi, perché c'è un verbo che sfugge alla comprensione di chi non
è <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2013/10/un-commonwealth-alla-portoghese.html" target="_blank">lusofono</a>.</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È il </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">congiuntivo futuro,
un verbo che di primo acchito può sembrare intraducibile e di
difficile collocazione nella nostra struttura mentale</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Da dove sbuchi
fuori questo monello della tabellina dei verbi portoghesi non mi è
chiaro: il latino ne è sprovvisto, così come tutte le altre
principali lingue neolatine. Lo stesso </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/02/portogallo-non-spagna.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">spagnolo</a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che ne contemplava
la presenza, ne fa a meno da almeno duecento anni. Dev'essere un
vezzo tutto iberico che però resiste fortemente avvinghiato nelle
menti dei lusofoni e nella loro struttura grammaticale, perché
evidentemente risponde a un bisogno tipico di questo popolo. Il
congiuntivo futuro esprime infatti l'incertezza di un'azione nel
futuro: attitudine molto portoghese, vero?</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Podes vir quando quiseres</i>
(puoi venire quando vuoi), non <i>quando queres</i>, perché sì, puoi
venire quando vuoi, ma che ne so io quando vorrai? Fra mezz'ora? Fra
un anno? Mai? <b>Io non posso prevedere la tua volontà, e forse nemmeno
tu stesso</b>. <i>Preciso da tua ajuda assim que puderes</i> (ho bisogno del tuo
aiuto appena puoi), non <i>assim que podes</i>, perché che ne so io quando
e se potrai? Potresti avere un impedimento per dieci minuti, un
giorno, una vita, e nessuno può saperlo. <i>Se amanhã
vieres</i> (non <i>vens</i>) <i>ofereço-te um café</i> (se domani vieni ti
offro un <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/07/uma-bica-se-faz-favor.html" target="_blank">caffè</a>), perché non so se vuoi davvero venire, anche se
vieni già tutti i giorni: potrebbe succedere di tutto, potresti
all'improvviso non avere più voglia di vedermi, potresti morire
soffocato per una spina di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2011/12/baccala-il-24-dicembre-vs-baccala-tutto.html" target="_blank">baccalà</a>, potresti prendere il primo aereo sola andata per una destinazione sconosciuta, e io qui, ancora ad aspettarti con
la macchinetta del caffè pronta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non pensare che questa
forma verbale sia appannaggio delle sole classi istruite: il
congiuntivo futuro è trasversale, usato centinaia di volte al
giorno, forse più dell'indicativo, anche da <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/11/portoghese-per-analfabeti.html#more" target="_blank">analfabeti</a> e persone che
non hanno mai toccato un libro di grammatica. Semplicemente lo usano
ignorando di usarlo. Perché <b>è connaturato alla cultura portoghese,
ne esprime perfettamente il fatalismo di cui è intrisa e pervasa</b>. E
il fatalismo, come sappiamo, è parente stretto della <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/05/saudade.html#more" target="_blank">saudade</a></i>, che in
un certo modo vede possibilità laddove c'è solo impossibilità e
dubbi dove altri vedrebbero solo certezze. Così il congiuntivo
futuro: tutto è possibile, ma anche no.</span></div>
<br />Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com4Portogallo38.523034389355139 -9.250656716439493732.140323389355139 -19.577805216439494 44.90574538935514 1.0764917835605061tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-64046106245886570562017-02-19T11:27:00.000+01:002017-02-19T11:27:05.820+01:00LISBON STORIE E ALTRE (LISBON) STORIE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJcItMwD5M4Etm5mvWjx39wCGgdzpD-vUQqzpDymBxAqXAiS97Wmunj4Fu2C1N2SDOv7_Fe2Rdq0ktoXr7VTcW9dslWz_rXKfbz8gCYEhJay3Ks339T7Whc_vD_dYa-hm_rESwD__QsyRS/s1600/Lisbon+storie+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJcItMwD5M4Etm5mvWjx39wCGgdzpD-vUQqzpDymBxAqXAiS97Wmunj4Fu2C1N2SDOv7_Fe2Rdq0ktoXr7VTcW9dslWz_rXKfbz8gCYEhJay3Ks339T7Whc_vD_dYa-hm_rESwD__QsyRS/s320/Lisbon+storie+film.jpg" width="224" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se Lisbon storie fosse
una <a href="http://lisbonstorie.blogspot.pt/2013/06/la-dove-pregano-gli-italiani.html" target="_blank">religione</a>, il suo primo comandamento sarebbe: “Non avrai altro
Lisbon storie all'infuori di me”. Ma siccome si tratta di un blog
orgogliosamente ateo, e quindi aperto al pluralismo, <b>non stupisce che
esista un omonimo culto dedicato alla dea Olisippo che oltretutto va
a braccetto con il blog che stai leggendo</b>.</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Eh sì, "Lisbon storie" è
anche un bel </span><a href="https://www.facebook.com/lisbonstorie/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">documentario </a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">scritto, diretto, realizzato, montato, in
altre parole fatto in casa da vecchi amici di Lisbon storie, cioè il
blog che stai leggendo. Tutto ha inizio qualche anno fa, quando
Daniele Coltrinari, Luca Onesti e Massimiliano Rossi, tre ragazzi
pieni di idee, di progetti e di entusiasmo, decidono di raccontare
Lisbona attraverso le testimonianze degli italiani che vi si sono
trasferiti per una qualunque ragione: per lavoro, per amore, per
scommessa col futuro. E ne è venuto fuori </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">un lungometraggio, "Lisbon
storie" appunto, che già sta facendo il giro dei festival d'Europa
per raccontare la storia di quell'attore, di quella musicista, di
quel professore, di quella studiosa, di quel giornalista, di
quell'artigiana, di quell'imprenditore e tanti altri personaggi che a
Lisbona hanno trovato, tra alti e bassi, il proprio eden personale e
professionale</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. È un racconto corale narrato con leggerezza e
passione, un collage di (Lisbon) storie che si snodano per circa
un'ora che ti dispiace passi così in fretta. Perché se sei uno che
Lisbona la ama già visceralmente ti ci ritrovi, ti senti capito
nella tua passione per la città, se invece sei uno che Lisbona
magari nemmeno sa dove sia ti mette voglia di conoscerla quanto prima
perché -ti chiedi- com'è possibile che ci siano persone così
rapite da una città, da questa città?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Naturalmente </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">il nome "Lisbon storie" non è stato borseggiato al blog che stai leggendo, ma
è stato gentilmente richiesto dai tre autori/registi/montatori del
film, che ritenevano -giustamente- che fosse il nome che più si
attagliava alla loro creatura</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. E allora che fai, non glielo concedi?
È così che il nome del blog e del suo autore (cioè del
sottoscritto) compaiono all'inizio dei titoli di coda del film nel
quale sarei dovuto entrare anch'io, che pure non dimoro stabilmente a
Lisbona ma continuo a fare la spola con Roma. Infatti in un uggioso
pomeriggio d'aprile fui intervistato dai tre giovincelli, ma il
microfono trovò più interessante la rauca voce del </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.pt/2015/06/il-clima-di-lisbona.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">vento </a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">che
imperversava sul </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.pt/2012/04/alle-porte-del-sole.html" target="_blank">Miradouro das Portas do Sol</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> anziché la mia. E dal
momento che sarei ripartito di lì a poco, non fu possibile ripetere
l'intervista. Amen.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma oltre a "Lisbon storie" (film), 'sti benedetti ragazzi che una ne pensano e cento ne fanno
hanno altre cose nel carniere e in cantiere. Nello specifico, un po'
di anni fa Daniele e Luca hanno creato il blog </span><a href="https://sosteniamopereira.org/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Sosteniamo Pereira</a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">,
ormai famoso tra i lusofili, che si avvia a un rinnovamento. Inoltre,
i due hanno di recente pubblicato il libro “</span><a href="https://ceraunavoltainportogallo.wordpress.com/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">C'era una Volta in Portogallo</a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">”, originale e singolare resoconto della </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Volta a
Portugal</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, il giro ciclistico che percorre tutto il Portogallo, da
quello più mondano e scintillante a quello più profondo e
appartato, e che loro hanno seguito coi mezzi più improbabili
incontrando persone e raccogliendo storie. In più, "Lisbon storie" in
questi giorni diventa anche una rubrica fissa sulla webzine
</span><a href="http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2017/02/14/da-sempre-a-londra-dopo-barcellona-e-berlino-ora-gli-italiani-scelgono/25152/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Linkiesta</a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, con interviste a coloro che non sono entrati nel film.
</span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Insomma, la religione Lisbon storie ha sempre più adepti: andate (a
Lisbona) e moltiplicatevi, per parafrasare quel famoso personaggio</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-39529471466637338452017-01-25T17:40:00.001+01:002022-04-18T10:22:15.273+02:00AVANTI, SAVOIA! - 4<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwV5Sojo3Lzb_uBIsOwyUuTsR2TRD4gWcPVcTYTtmABOGnfTPWwcAMnVj_4HmcDtHqLfAWMulrFZ85nn4qYYjEoSkGzAB5JcsGj4mTCmZV0R6BV65JmnQ6hycUPqtsTXzXffYi19DJ1YOR/s1600/umberto-ii-di-savoia-re-di-maggio-574316_tn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwV5Sojo3Lzb_uBIsOwyUuTsR2TRD4gWcPVcTYTtmABOGnfTPWwcAMnVj_4HmcDtHqLfAWMulrFZ85nn4qYYjEoSkGzAB5JcsGj4mTCmZV0R6BV65JmnQ6hycUPqtsTXzXffYi19DJ1YOR/s1600/umberto-ii-di-savoia-re-di-maggio-574316_tn.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non dev'esser stato
affatto male fare il re in esilio. Ti svegli la mattina e fai
colazione davanti all'oceano, poi magari vai in spiaggia a fare un
po' di talassoterapia ed elioterapia, a pranzo sei ospite di qualche
altro nobile decaduto, nel pomeriggio passeggi sul lungomare o fai un
salto nella vicinissima capitale e la sera ti attardi in party
trasgressivi e molto chiacchierati. Da quanto ho desunto dalle mie
ricerche pomeridiane (e ricostruito con la mia malevola
immaginazione), </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">la vita di Umberto II di Savoia in esilio a <i>Cascais</i>
non doveva poi essere così male</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sappiamo (cioè: spero tu
lo sappia) che Umberto II, detto anche “re di maggio” perché
sedette sul trono al Quirinale poco più di un mese tra maggio e
giugno 1946, <b>scelse come destinazione per il suo esilio vita natural
durante, dopo essere stato detronizzato a seguito del referendum per
antonomasia, le ridenti spiagge di <i>Cascais</i></b>. Un po' perché il
Portogallo aveva già dato asilo al suo trisnonno <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2016/12/avanti-savoia-2.html" target="_blank">Carlo Alberto</a>, un
po' perché il Paese era rimasto neutrale durante la guerra, un po'
per altri motivi che non conosco, la scelta cadde su quella località
che la sua presenza contribuì a rendere ambita dal jet-set nei
decenni a venire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Al suo arrivo in
Portogallo, il re si stabilì temporaneamente in una residenza della
facoltosa famiglia <i>Pinto Basto</i> (l'attuale Villa d'Este), per
poi trasferirsi nella villa che fece costruire sulla
scenografica e impressionante <i>Boca do Inferno</i>, battezzata
naturalmente Villa Itália (che
negli ultimi anni, dopo decenni di abbandono, è diventata un
lussuoso albergo con spa). Nel frattempo sua moglie Maria José e il
figlio si erano trasferiti a Ginevra, e in seguito partirono anche le
tre figlie, lasciandolo da solo a <i>Cascais</i>.
<b>Qui divenne una personalità di riferimento, grazie alla sua attività
di benefattore, di divulgatore della cultura italiana, di donatore di
opere d'arte a musei, ma anche grazie all'intensa vita mondana che
conduceva</b>. Non tornò mai in Italia, visto che una legge abrogata
solo nel 2002 vietava ai Savoia di calpestare il suolo italico, e
morì a Ginevra, dove era andato a curarsi un cancro, nel 1983.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Potremmo chiudere qui, ma
siccome Lisbon storie è un blog orgogliosamente pettegolo, </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">non si
possono tacere le scappatelle rigorosamente gay che l'ex sovrano si
concedeva</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> (qualche anno fa il suo illustre e telegenico discendente
si prodigò a smentire tali voci, come se l'omosessualità fosse cosa
disdicevole). Particolarmente imbarazzante fu la testimonianza che un
umile cameriere, interrogato per l'omicidio </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">del giovane nobile </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Carlos Burnay</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, che nel 1952 scosse l'opinione pubblica, </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">depose
per scagionarsi: la notte dell'omicidio stava facendo un partouze con
il re d'Italia e il ministro degli Esteri (cfr. “</span><a href="http://www.leyaonline.com/pt/livros/literatura/historica/mascaras-de-salazar/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank"><i>Máscaras de Salazar</i></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">”, pag. 245 o </span><a href="http://alegria.typepad.com/amistad/2011/01/salazar-rei-de-it%C3%A1lia-carlos-burnay-e-censura.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">)</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Pare
anche che, essendo il re scampato a una violenta aggressione durante
uno dei suoi abituali battuage notturni, Salazar in persona avesse chiesto
alla polizia di vigilare i comportamenti più imprudenti del sovrano
(</span><a href="http://www.leyaonline.com/pt/livros/literatura/historica/mascaras-de-salazar/" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">ibidem</a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">, pag. 251). Non dimentichiamo che stiamo parlando di qualche
decennio fa, quando gli orientamenti sessuali non convenzionali,
dittatura o non dittatura, erano guardati con scarsa benevolenza. Per
fortuna il Portogallo ha fatto passi da gigante in questo senso. È
in qualche altra nazione, forse, che siamo rimasti un po' indietro.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-89418787039827506642017-01-08T11:41:00.000+01:002017-01-08T11:50:20.883+01:00AVANTI, SAVOIA! - 3<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr47vzxvyp_9et5bNpDc2Dls3KSS20K7tkE4O2gToBNVeNuHxFbwUwVokc5dd-p3SN1stA6RjXFBtF6QMLy_McSxx8ynAK5pbX2eP7o3uLRT0rEs7QGxMvBwarIx-gTLPxhD6dHC8OCkFZ/s1600/maria+pia+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr47vzxvyp_9et5bNpDc2Dls3KSS20K7tkE4O2gToBNVeNuHxFbwUwVokc5dd-p3SN1stA6RjXFBtF6QMLy_McSxx8ynAK5pbX2eP7o3uLRT0rEs7QGxMvBwarIx-gTLPxhD6dHC8OCkFZ/s320/maria+pia+2.jpg" width="213" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando nel 2002 e nel
2003 trascorsi i miei primi lunghi periodi a Lisbona, alloggiavo in
un appartamentino che il mio amico </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Paulo </i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">mi aveva </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">disponibilizado.</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
Si trovava quasi a ridosso delle mura della </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/la-necessita-di-fare-un-pic-nic.html" target="_blank">Tapada das Necessidades</a> </i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">e, </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">scendendo per il mio jogging a giorni alterni verso <i>Alcântara
</i>e quindi il <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/lungo-il-lungotago.html" target="_blank">lungotago</a>, incrociavo una strada il cui nome mi
incuriosiva. Era la <i>rua Maria Pia</i></b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chissà perché, pensavo
si trattasse di una santa o una beata, e invece mi sbagliavo: Maria
Pia fu una delle regine più amate del Portogallo. <b>A lei sono stati
dedicati ponti come quello di Porto, scuole, ospedali e, per
l'appunto, vie, come quella del <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/03/i-bassifondi-di-lisbona-2.html" target="_blank">Casal Ventoso</a></i></b>. E naturalmente, visto
che parliamo della schiatta dei Savoia, era italiana proprio come te.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Secondogenita di Vittorio
Emanuele II e quindi nipote di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2016/12/avanti-savoia-2.html" target="_blank">Carlo Alberto</a>, nel 1862 fu scelta come
moglie dal giovanissimo re <i>Luís
I</i>. Come all'epoca accadeva, i nobili si sposavano tra di loro per non
“imbastardire” il sangue, così accadde che la principessa,
nemmeno quindicenne, si unì per procura col ventitreenne re e <b>lo
raggiunse a Lisbona, dove visse per ben quarantotto anni, fino
all'esilio che seguì la proclamazione della Repubblica (5 ottobre
1910), quando tornò in Piemonte</b>. Molto dedita alle tematiche
sociali, pare si adoperasse per i più poveri con elargizioni e
raccolte di donazioni. Purtroppo la sua salute mentale tracollò
all'indomani del regicidio di suo figlio, <i>Dom Carlos I</i> (da cui prende
il nome la <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/via-di-la-piazza-di-qua.html" target="_blank">Avenida </a></i>piena di <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/06/nuvole-di-jacaranda.html" target="_blank">jacarandà </a></i>tra <i>Santos </i>e <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/10/san-benedetto-lantiquario-sotto-il-tetto.html" target="_blank">São Bento</a></i>) e del suo nipote erede al trono <i>Dom Luís
Filipe de Bragança</i>. Morì in esilio nella sua Torino nel 1911 e fu
sepolta nella Basilica di Superga, e ancora si attende la traslazione
delle sue spoglie in Portogallo, vicino ai resti degli altri membri
della sua famiglia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia ci ha
tramandato numerosi aneddoti sulla sua figura: si narra che una volta
partì di notte in treno per raggiungere Porto e prestare soccorso
alle vittime di un incendio in un teatro, </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">un'altra volta pare che si
tuffò addirittura nelle acque del <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/nel-blu-dipinto-di-blu.html" target="_blank">Tago </a>per salvare due ragazzini
che stavano annegando</b><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. Tuttavia rimase famosa anche per lo sfarzo di
cui amava circondarsi: una volta rispose a tono a un ministro che
velatamente le rimproverò le sue stravaganze di nobildonna,
sbottando: “</span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quem quer rainhas, paga-as!</i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">” (“Chi vuole le regine,
le paga”). Capito che peperino?!</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-78396683657220190532016-12-21T21:03:00.000+01:002016-12-21T21:13:54.455+01:00AVANTI, SAVOIA! - 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWrrcLd2JkD69es7tFjrWE1eeihN0mBjK-nAHwOiGplsGOhJ6FIfS9GRj55NMR81TEYM7UAuE2K2U-BRiA5deRdjmcZmDt848ylnTYk5NtzJHj0DRVwBmaaNTvDKxNj7GVjpm2vyxyvHNC/s1600/acrlo+alberto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWrrcLd2JkD69es7tFjrWE1eeihN0mBjK-nAHwOiGplsGOhJ6FIfS9GRj55NMR81TEYM7UAuE2K2U-BRiA5deRdjmcZmDt848ylnTYk5NtzJHj0DRVwBmaaNTvDKxNj7GVjpm2vyxyvHNC/s1600/acrlo+alberto.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'estate del 2015 sono
stato a <i>Porto </i>(in italiano Oporto) e ho trovato una città cosmopolita, vibrante,
seducente e piena di vita: completamente diversa da quella che vidi
nel 2006 e soprattutto nel 2001, quando visitai una città bellissima
ma tetra e losca, un deserto urbano <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/05/una-citta-sgarrupata.html" target="_blank">devastato da decenni di incuria</a>,
miseria e abbandono. L'anno scorso, quindi, mentre passeggio col naso
all'insù tra i quartieri della <i>Baixa</i> e di <i>Cedofeita</i>,
<b>scopro <i>Praça de Carlos Alberto</i> e penso: hai visto che carini
i portuensi? hanno dedicato una piazza al cantante brasiliano</b>. Poi
però diedi un'occhiata alla statua che vi si erge e mi dissi che no,
non poteva trattarsi del famoso <a href="https://pt.wikipedia.org/wiki/Carlos_Alberto_(cantor)" target="_blank">cantante </a>(e nemmeno del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Carlos_Alberto_Torres" target="_blank">calciatore</a>,
che manco conoscevo in quanto non coltivo la plebea passione per il
calcio). E allora chi era questo <i>Carlos Alberto</i>? Il bello di essere
curiosi è che finisci sempre per documentarti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ti ricordi il programma
di storia di quinta elementare? Bene, allora <b>ricorderai anche lo Statuto Albertino, la prima
Costituzione redatta nella nostra penisola, e colui che la promulgò,
cioè Carlo Alberto di Savoia</b>. Immagino che ti stia chiedendo per
quale ragione nel cuore di Porto, dietro la bellissima <i>Igreja di
Carmo</i> e vicino alla <i>rua Miguel Bombarda</i>, la via delle
gallerie d'arte, si erga la statua di questo sovrano. È presto
detto.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Siamo nel marzo del 1849,
in pieno Risorgimento, all'indomani della prima Guerra
d'Indipendenza, che per le truppe sabaude ebbe un esito nefasto. Dopo
la disfatta contro gli austriaci di Radetzky nella battaglia di
Novara, Carlo Alberto dovette abdicare in favore del figlio Vittorio
Emanuele II e fuggire per l'esilio sotto mentite spoglie. Dopo un
periglioso ed estenuante peregrinare giunse a Porto, ma <a href="https://www.publico.pt/local-porto/jornal/carlos-alberto-e-o-porto-121535" target="_blank">la notizia del suo arrivo lo precedette</a>: <b>le autorità civili, religiose e
militari, oltre a una gran folla, gli diedero un caloroso benvenuto e
gli fu offerta una sistemazione degna del suo lignaggio</b> ma che lui
umilmente rifiutò. Nella <i>cidade invicta</i> (città mai vinta: così si
definisce Porto perché mai espugnata da esercito nemico) trascorse i
suoi convulsi ultimi tre mesi di vita, divorato da una malattia e
dalle angustie dell'esilio nonostante l'affetto della città, e morì
appena cinquantenne il 28 luglio dello stesso anno. I portuensi,
commossi dal destino avverso del sovrano ospite, manifestarono il
proprio dolore attuando una sorta di lutto cittadino che coinvolse
tutta la popolazione. Il re fu imbalsamato ed esposto nella
cattedrale della città fino a settembre, quando la sua salma fu
traslata a Torino.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Siccome, come ti dicevo,
il bello di essere curiosi è che si finisce sempre per documentarsi,
ho anche scoperto che <b>la statua che campeggia in mezzo alla piazza
non è dedicata né al re né al cantante né al calciatore</b>, ma ai
caduti della Prima Guerra Mondiale. Che c'entrano con il nostro Carlo
Alberto? Niente.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-89874433115233403332016-12-14T22:59:00.000+01:002016-12-21T21:10:25.490+01:00AVANTI, SAVOIA! - 1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeXhQWxtyJba0jOMV47Kwwd7JNB3BDq96a1za0jPx7hheJPdt7x7yTTQ-XdNZkOvn7kERpbqrm2CntoiVgna5Rp6KG05PIegv4E29V9iynYIadBdwLby6v0IwGpzNtpozKL3qIYqpSLRhF/s1600/600px-Blason_duche_fr_Savoie.svg.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeXhQWxtyJba0jOMV47Kwwd7JNB3BDq96a1za0jPx7hheJPdt7x7yTTQ-XdNZkOvn7kERpbqrm2CntoiVgna5Rp6KG05PIegv4E29V9iynYIadBdwLby6v0IwGpzNtpozKL3qIYqpSLRhF/s320/600px-Blason_duche_fr_Savoie.svg.png" width="290" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Potrei cominciare a
parlare di savoiardi, che col Portogallo non c'entrano niente, invece
<b>comincerò a parlarti del Martini, che col Portogallo non c'entra
parimenti niente ma costituisce l'aperitivo adatto alla storia che
sto per raccontarti</b>. Perché la Storia, quella con la S maiuscola, la
si può raccontare in tanti modi, anche prendendo spunto da una
<i>ginjinha</i>. E se non stai capendo il mio vaneggiamento, non è
perché parliamo di alcol, ma perché...</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un po' di tempo fa,
diciamo anche un po' di anni fa, ero andato a prendere una <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/ginjinha-lisbona-da-trincare.html" target="_blank">ginjinha</a> </i>con il mio collega di blog <a href="http://mundo-civilizado.blogspot.it/" target="_blank">Marco Mundo</a>. Eravamo alla <i>Ginginha do
Eduardino</i>, quella <i>sem rival</i>, e tra gli avventori, già
amici di bevute del nostro eroe lusosiciliano, ce n'era uno che ci
disse una cosa che sia io sia Marco ignoravamo. Era uno che di
bottiglie se ne intendeva in quanto barman dell'<i><a href="https://www.facebook.com/incognitobar/" target="_blank">Incognito</a></i>, uno
dei locali più affermati della movida <i>lisboeta</i> (dove, non
avendo più l'età, non sono mai stato pur avendolo a uno sputo dalla
mia casa di <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/che-bel-vedere-nel-belvedere.html" target="_blank">Santa Catarina</a></i>, ma questo dettaglio è
irrilevante). Inoltre non ho mai verificato quanto da lui affermato,
ma vista la fonte gli ho creduto sulla fiducia. Ci disse quindi: “<b>Se
prendete la bottiglia del Martini ed esaminate attentamente
l'etichetta, troverete, tra tutte le scritte e gli stemmi che vi
compaiono, un blasone che ha a che fare con Lisbona</b>. Cos'è? È lo
stemma della corona del Portogallo.”
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora, ti chiederai tu
sbigottito come ce lo chiedemmo noi: <b>che c'entrerà lo stemma dei
duchi di Braganza, cioè la schiatta dei re portoghesi, col Martini, il celeberrimo vermouth torinese?</b>
C'entra, eccome se c'entra: è un omaggio a Maria Pia di Savoia, ci
disse il barman-storico, la principessa che nel 1862 andò in sposa
appena quattordicenne al re di Portogallo Luigi di Braganza e che
divenne una regina molto amata dal popolo. Ma sfogliando il libro di
storia scritto tra le strade del Portogallo, ho scoperto che nel
corso dei secoli anche un altro paio di personaggi della dinastia
sabauda sono legate ad altrettante località in cui hanno trascorso
lunghissimi -o brevissimi- periodi delle loro vite.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quindi dal prossimo post
partiamo insieme per questo breve excursus. Nel tuo bagaglio metti
sia il giaccone sia il costume da bagno, visto che <b>ci muoveremo tra
le brume torinesi, il vento di Porto, il sole di Roma e la <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/profuma-di-lisbona.html" target="_blank">maresia</a> </i>di Lisbona e Cascais</b>. E lascia anche un po' di spazio perché poi,
nel tuo bagaglio, dovrai metterci quello che avrai appreso.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-56285547311838571242015-09-22T12:22:00.000+02:002015-09-22T12:22:14.875+02:00IL POETA COPYWRITER<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhReuPNMV8TP0um9_l0RffMO47XJaEew83_lrJpC1xhVdaKzvfRpRIvFMoonb5OrY3XhpR1eJj4PexK_GDxxF9AKhsjvByiA3obljphw2Qa5IA6goCI4mwpLw2C458rvXvSAkYd7EP1pzZ4/s1600/Cocacola.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhReuPNMV8TP0um9_l0RffMO47XJaEew83_lrJpC1xhVdaKzvfRpRIvFMoonb5OrY3XhpR1eJj4PexK_GDxxF9AKhsjvByiA3obljphw2Qa5IA6goCI4mwpLw2C458rvXvSAkYd7EP1pzZ4/s320/Cocacola.jpeg" width="239" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se sicuramente sai cos'è
un poeta, non è così sicuro che tu sappia cos'è un copywriter.
Potresti anche continuare a vivere benissimo senza saperlo, ma te lo
spiego lo stesso anche perché ci sono dentro fino al collo. Il
copywriter è chi, tra quelli che lavorano a una campagna
pubblicitaria, “scrive gli slogan”. È normale quindi che abbia
velleità letterarie, o di converso che <b>poeti e scrittori di successo
abbiano un passato da copywriter. E Lisbona, veniamo al dunque, offre
un esempio da manuale</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Avresti mai detto che
lui, <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/fernando-in-persona.html" target="_blank">Fernando Pessoa</a></i>, uno dei più grandi autori del Novecento
europeo, abbia firmato il claim di una famosa campagna per una
famosissima bevanda? Ecco come andarono le cose. Nel 1927 il colosso
di Atlanta voleva lanciare sul mercato portoghese quell'intruglio
scuro che, tra le sue proprietà, gonfia la panza, fa fare i rutti e
soprattutto stura i lavandini. Si rivolse all'agenzia Hera, in cui
lavorava il futuro immenso poeta che, per tale cliente, sfornò il
seguente claim di campagna: “<i>Primeiro estranha-se, depois
entranha-se</i>”. Che adattato in italiano potrebbe suonare come <b>“Prima
ti stende, poi ti prende”, oppure “Prima ti stupisce, poi ti
rapisce”, o anche “Prima storci il naso, poi non ci fai più
caso”</b> e via esemplificando.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Successe però che la
bevanda finì per essere commercializzata in Portogallo solo dopo la
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/liberdade.html" target="_blank">Rivoluzione dei Garofani</a> dal momento che <b>nel 1927, cioè quando uscì
la campagna di <i>Pessoa</i>, le autorità sanitarie ne bloccarono la
vendita per due motivi</b>. Da una parte, la comunicazione sottintendeva
la presenza di una sostanza tossica (la cocaina) che crea dipendenza
(<i>entranha-se</i> = penetra a fondo, si annida dentro); dall'altra, se al
contrario la cocaina fosse stata assente dalla lista degli
ingredienti, allora si sarebbe trattato di pubblicità ingannevole
poiché il nome del prodotto e la relativa comunicazione lasciavano
intendere tutt'altro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tuttavia, nonostante la
censura, l'elaborato di <i>Pessoa </i>piano piano entrò nel linguaggio dei
portoghesi (<i>entranhou-se</i>, è il caso di dire) fino a diventare
un'espressione dal chiaro significato: <b>una cosa che all'inizio non
conosci e ti lascia perplesso (<i>estranha-se</i>), finisce per piacerti
quando ci fai l'abitudine</b>. Il successo postumo della campagna è
stato suggellato qualche anno fa dal titolo di un annuncio del
<i>refrigerante </i>Frize, che recitava “<i>Primeiro prova-se, depois
aprova-se</i>”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quindi ora, ogni volta
che sorseggi la famosa bevanda o, come faccio io, la svuoti se
necessario nel tubo di scarico del lavandino la sera per lasciarlo
agire tutta la notte, sappi che </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">hai tra le mani lo stesso liquido su
cui si cimentò la creatività di uno dei più grandi autori del
Novecento europeo</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Fa un certo effetto, no?</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-58872207657918289012015-08-25T12:44:00.000+02:002015-08-25T12:44:26.408+02:00FRUTTI DI MARE? NO, D'OCEANO<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaHHDpW_XQQlLifSzBAVtgn-gHpRxFsLYh0opujzXuTee-xu5e_h47wqyzMQSpquhAuU4EQC_3Uvv5Jsmz6uguta0GWcdVDUdpgHg3xCGrBdKOilUxcJEQbtOLR_5o0bPTb8v37NlrIRH5/s1600/Mariscos.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaHHDpW_XQQlLifSzBAVtgn-gHpRxFsLYh0opujzXuTee-xu5e_h47wqyzMQSpquhAuU4EQC_3Uvv5Jsmz6uguta0GWcdVDUdpgHg3xCGrBdKOilUxcJEQbtOLR_5o0bPTb8v37NlrIRH5/s320/Mariscos.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: right;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small;">Fonte: <a href="http://www.mercadodecampodeourique.pt/tasquinhas/" target="_blank">qui</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche settimana fa,
appena atterrato a stomaco vuoto dall'ennesimo volo Lisbona-Roma,
sono andato a rifocillarmi nella trattoria sarda del mio quartiere con un piatto di spaghetti ai frutti di mare. Sicuramente, poiché
mi fido dei proprietari, le cozze non provenivano dalle acque
ricchissime di residui chimici dei canali di scolo di Marghera o
dell'Illva di Taranto, dove i pescatori di frodo raccolgono
nottetempo i mitili da smerciare lungo lo stivale.
<b>Però, mannaggia, non erano nemmeno le cozze dell'Atlantico</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In Portogallo, visto che
l'oceano è di casa (“<i>à beira mar plantado</i>”, come dice <a href="https://pt.wikipedia.org/wiki/Tom%C3%A1s_Ribeiro" target="_blank">il poeta</a>), vongole, cozze e gamberetti, cioè i frutti di mare, cioè i
<i>mariscos</i>, sono sempre freschi e succulenti, quasi vivi e pulsanti.
Solo che non sono famosissimi. Infatti, messi in ombra dal <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/dove-il-pesce-fa-bene-anche-alla.html" target="_blank">pesce</a>, dal
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/baccala-il-24-dicembre-vs-baccala-tutto.html" target="_blank">baccalà</a>, dai <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/peccati-di-gola-e-di-convento.html" target="_blank">dolci </a>e dalle altre ghiottonerie lusitane, è difficile
che l'avventore straniero vi dedichi le sue attenzioni. E invece dovrebbe, perché <b>questi simpatici
animaletti marini la cui vita finisce ahimé in padella riempiono
-oltre alla citata padella e ai nostri stomaci- un capitolo di varie
pagine</b> nell'immaginaria enciclopedia della gastronomia lusitana.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sulle tavole portoghesi
fanno infatti sfoggio di sé tante piccole prelibatezze al sapore di
mare, e quelle che conosciamo noi italiani non sono nulla se
paragonate a quelle portoghesi. Perché qui c'è l'oceano, signori
miei! Che dire delle <i>amêijoas</i>,
grosse vongole carnose e succulente (che nella versione alla <i>bulhão
pato</i> danno il meglio di sé)? O vogliamo citare i <i>camarões</i>,
i gamberi, già sgusciati e soffritti che s'imbevono di olio
bollente? Oppure le ostriche, fresche e carnose? Oppure ti posso
parlare dei <i>percebes</i>, quegli strani artigli di pterodattili che altro
non sono che colonie di molluschi che crescono sugli scogli. Oppure
il re dei <i>mariscos</i>, quella <i>sapateira </i>(granchio) da sgusciare e da spolpare a forchettate. <b>Sono tantissime le varietà
della cui esistenza ero all'oscuro</b>. Oltre agli ovvi <i>gamba</i>, <i>lagosta </i>e
<i>lagostim </i>(gambero, aragosta e aragostina), ci sono <i>búzios</i>,
<i>carabineiros</i>, <i>canilhas</i>, <i>lavagantes</i>, <i>santolas</i>, <i>navalheiras</i>, eccetera,
che non so nemmeno come si chiamano in italiano. Tutti da provare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Va detto però che in
genere un pranzo a base di <i>mariscos </i>non è economico</b>: a Lisbona
difficilmente si spendono meno di 30 euro, e spesso si arriva anche a
50, mentre in alcune località di mare meno trendy ce la si può
cavare anche con una ventina di euro. In città ho i miei indirizzi
in cui so di trovare molluschi in cui posso affondare con fiducia i
miei incisivi: sono i <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/08/pancia-mia-fatti-mercato.html" target="_blank">mercati in cui si mangia</a> (<a href="http://www.mercadodecampodeourique.pt/" target="_blank"><i>Campo de Ourique</i></a> e <i>da
Ribeira</i>), la <i><a href="http://restaurantepinoquio.pt/pt" target="_blank">marisqueria Pinóquio</a></i>,
in piena <i>Praça dos Restauradores</i>, e soprattutto la <i><a href="http://www.cervejariaramiro.pt/" target="_blank">cervejaria Ramiro</a></i>, all'inizio dell'<i>Avenida Almirante Reis</i>, proprio di fronte al <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/12/largo-allintendente.html" target="_blank">Largo do Intendente</a></i>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qui vongole, gamberetti e
altre creature di cui come detto ignoro la denominazione nella mia
lingua madre fanno resuscitare i morti. Ma, visto l'olio abbondante
in cui sguazzano e di cui fette di pane
preventivamente e saggiamente abbrustolite s'imbeveranno, mettono a
dura prova i succhi gastrici impegnati a smaltire il tutto. </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma si sa,
ogni godimento ha il suo prezzo</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-63323694662739973822015-06-10T09:54:00.000+02:002015-06-16T00:17:50.557+02:00IL CLIMA DI LISBONA<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkIHBWgGespKpD1EZLqL7kvTa8aTs5uRe_t_tny8A971kEJd7on1zEZy93KnFhEx8K2FdmCLhzpDqirvAwytJCKtX2PulBYdCqsc9ELJWj6TvxM3JRDwhgIhEUVM_pYpt_ODvm2u-ndICc/s1600/igrometro1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkIHBWgGespKpD1EZLqL7kvTa8aTs5uRe_t_tny8A971kEJd7on1zEZy93KnFhEx8K2FdmCLhzpDqirvAwytJCKtX2PulBYdCqsc9ELJWj6TvxM3JRDwhgIhEUVM_pYpt_ODvm2u-ndICc/s320/igrometro1.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche annetto fa,
un'assolata mattina di gennaio in cui il <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/cielo-che-cielo.html" target="_blank">cielo </a>era di un
imperturbabile azzurro e il <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/nel-blu-dipinto-di-blu.html" target="_blank">Tago </a>un placido specchio che
irrorava di luce tutta la città, dissi scherzosamente a uno degli
ucraini che stavano ristrutturando il mio appartamento di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/09/la-brutta-fama-dellalfama.html" target="_blank"><i>Alfama</i></a>:
“un inverno così nel suo paese se lo sogna”. Lui sorrise e
rispose: “<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/pois-pronto-portanto-pa.html" target="_blank"><i>pois</i></a>”, ma poi aggiunse che <b>certi giorni avrebbe
preferito centomila volte il freddo secco ucraino a -30°C piuttosto che quello
umido di Lisbona a +15°C</b>. Non ho mai avuto la sventura di stare a
-30 nemmeno per un minuto, ma immagino che l'ucraino avesse qualche
ragione.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma andiamo con ordine. In
generale il clima di Lisbona è mite. Più mite di quello delle zone
costiere dell'Italia meridionale. Perché <b>mite, a differenza di
quanto pensavo alle elementari, non vuol dire caldo, vuol dire mite:
escursioni termiche moderate con inverni tiepidi ed estati piacevoli</b>
(l'estate in realtà è sempre piacevole, ma questo è un altro
discorso). Infatti abbastanza di rado nelle notti invernali si scende
sotto i 10°C, e le temperature sotto lo zero sono un evento
eccezionale, a differenza di quanto accade nel nord del Portogallo.
Molto spesso, addirittura, le massime invernali superano i 20°C,
come quel dì dell'ucraino, e allora basta aprire le finestre e far
entrare in casa l'aria tiepida e <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/profuma-di-lisbona.html" target="_blank">profumata </a>già di primavera.
Però ogni tanto capita anche quanto lamentato dal <i>pedreiro</i>
dell'est: quando gli gira l'uzzolo, il freddo sa essere
pervicace. Le masse d'aria umida che provengono dall'oceano daranno
pure un tocco romantico alla città, ma che freddo! Se poi consideri
che <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/12/linvenzione-del-riscaldamento.html" target="_blank">le case non sono adeguatamente riscaldate</a>, eccoti servito
l'Inverno con la I maiuscola.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le stagioni di mezzo, in
quanto tali, sono capricciose e imprevedibili, ma se ti dice bene si
può andare al mare da fine aprile a ottobre inoltrato</b>. Naturalmente,
come del resto succede dappertutto, a volte delle lunghe parentesi di
fresco rendono proibitiva tale amabile pratica, ma basta metterlo in
conto per non rosicare più di tanto: per fortuna la città offre
tante altre distrazioni oltre alle spiagge.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E veniamo all'estate, la
cui cosa più bella è che, anche quando le temperature massime si
aggirano sui 35°C (e questo può succedere anche ad aprile, come
quest'anno, o a ottobre, come nei due anni passati), benché il sole
picchi di brutto, basta spostarsi all'ombra per non evaporare o
carbonizzarsi. Perché, se l'umidità spesso intride le giornate
invernali, non guasta quelle estive, caratterizzate sempre da un
piacevole caldo secco. Come se non bastasse, <b>di sera le temperature
scendono provvidenzialmente sotto i 20°C e non si passano notti
insonni sbuffando e inzuppando le lenzuola</b>, ma spesso si può aver bisogno di una copertina di cotone o addirittura di una
trapuntina leggera per dormire come pupi. Va da sé che anche le
zanzare, amanti del caldo umido e nemiche del vento, a Lisbona sono
rare come gli opossum in Norvegia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La costante delle
giornate e soprattutto delle serate </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">lisboetas </i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">per tutto l'anno è il
vento, che soffia, a seconda dei propri parametri, leggero o
insidioso per cui, come dice la nonna: </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">porta sempre un maglioncino
(meglio ancora una sciarpetta)</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. L'oceano è vicino, la laringite
pure!</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-61192303384668694582015-05-04T11:06:00.000+02:002015-05-04T11:06:00.200+02:00SU E GIÙ IN ASCENSORE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-hzO5IcRjG-ffyIpgZoGOrsHSSBq5sTWILBO6tvdhFKzE_r6YaC1v9Ll2N1VTOSD3qbpRqrGseHtUMHNdKEMS5Icwk8otgVCWjAJ0jl-wvrJWxAB1KB5geqfV_MjTtaJXWttaVYzR59AB/s1600/elevador-do-castelo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-hzO5IcRjG-ffyIpgZoGOrsHSSBq5sTWILBO6tvdhFKzE_r6YaC1v9Ll2N1VTOSD3qbpRqrGseHtUMHNdKEMS5Icwk8otgVCWjAJ0jl-wvrJWxAB1KB5geqfV_MjTtaJXWttaVYzR59AB/s1600/elevador-do-castelo.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>“Il mondo è fatto a
scale, c'è chi scende e c'è chi sale, ma io ti auguro di cuore di
andare in ascensore”</b>. Alzi la mano chi non si è mai trovato
scritto sul diario delle medie questa filastrocca demente che
stucchevoli compagni di classe non lesinavano sulla cartoleria
altrui. Mi è tornata in mente qualche giorno fa, mentre salivo da
<i>rua dos Fanqueiros</i> a <i>rua da Madalena</i> e da lì alla <i>Costa do Castelo</i>.
Come? In ascensore.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Dal momento che non sono
Highlander gli anni passano anche per me: <b>ricordo come fino a qualche
stagione fa mi inerpicavo lungo i <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2015/03/la-citta-dei-sette-colli.html" target="_blank">colli </a>di Lisbona senza colpo
ferire</b>. Da <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/jardim-da-estrela.html" target="_blank">Estrela </a></i>alla <i>Baixa </i>in un balzo, e poi dall'<i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/lunga-vita-allavenida.html" target="_blank">Avenida</a> </i>al
<i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/04/principe-reale-e-gay.html" target="_blank">Príncipe Real</a></i> con uno
schiocco di dita. Invece ora, miei cari nipotini, nonostante le mie
frequenti sedute in palestra, mi costa fare anche la sola <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/via-di-la-piazza-di-qua.html" target="_blank">calçada do Combro</a></i>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Meno male che la città è
prodiga di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/di-28-ce-ne-uno-tutti-gli-altri.html" target="_blank">tram </a>ed <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/funiculi-funicula-elevadores.html" target="_blank">elevadores </a></i>che facilitano la vita ai pigri come
me, ma meno male ancora di più che la <i>Câmara
Municipal</i>, venuta a conoscenza della mia crescente avversione per le
salite dannatamente ripide, <b>ha messo a punto un nuovo piano di
mobilità che prevede la realizzazione di vari ascensori e scale
mobili in alcuni assi critici</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Uno è già in
costruzione: è sotto il <i>miradouro de Santa Luzia</i> e collega questo
ritrovo di turisti ai vicoletti di <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/09/la-brutta-fama-dellalfama.html" target="_blank">Alfama</a></i>. L'intenzione è
quella di arrivare al terminal delle <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/02/un-bastimento-carico-di.html" target="_blank">crociere</a>, per incanalare come in
un enorme tubo di scarico tutti gli organismi vomitati dalle enormi
navi che posteggiano nel <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/nel-blu-dipinto-di-blu.html" target="_blank">Tago</a>. Un altro tratto in progettazione è quello che va dalla <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/03/i-becchi-di-saramago-1.html" target="_blank">Casa dos Bicos</a></i> alla Cattedrale, incipit di un percorso che dovrebbe
arrivare fino al Castello, per la gioia di tutti quelli che
preferiscono smaltire le <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/peccati-di-gola-e-di-convento.html" target="_blank">pastarelle </a>in altro modo anziché
inerpicarsi per ripidi declivi. <b>Sul versante nord della collina del
castello, invece, sono in progettazione due percorsi: uno sull'asse
<i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/03/ai-mouraria.html" target="_blank">Mouraria</a>-<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/il-belvedere-di-sophia.html" target="_blank">Graça</a></i>, per superare un dislivello di 46 metri, e un altro
dal <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2015/02/il-mondo-di-martim.html" target="_blank">Martim Moniz</a> </i>al Castello, 47 metri di dislivello, cioè quasi
venti piani di scale</b>. Mica poco!</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un altro ascensore, non
pubblico, che utilizzo molto spesso, è quello degli <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/armazens-do-chiado.html" target="_blank">Armazéns do Chiado</a></i>, quotidianamente preso di mira da migliaia di pigri, che
oltretutto alla bisogna ti porta dritto alla <i>casa de banho</i> del
suddetto centro commerciale. Ma molto spesso la mia pigrizia, quando
mi trovo alla <i>Baixa </i>e non ho nessuna intenzione di mettere a
repentaglio le mie calorie residue salendo <i>rua do Carmo</i> e poi <i>rua
Garrett</i>, mi spinge addirittura a prendere le scale mobili della stazione della <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/arte-underground-o-arte-metropolitana.html" target="_blank">metro </a><i>Baixa-Chiado</i>
così, senza consumare nemmeno un micron di suole di scarpe, mi
ritrovo al <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/10/uno-squittio-nello-chiado.html" target="_blank">largo do Chiado</a></i> fresco come una rosa anziché ansante.
<b>Perché se Lisbona è fatta a scale, con chi le scende e chi le sale,
per salvaguardare il mio cuore, io me la faccio in ascensore (che poi
in realtà sarebbe il contrario, però...)</b>.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-59373018438781680692015-03-25T12:10:00.000+01:002015-03-25T12:10:25.039+01:00LA CITTÀ DEI SETTE COLLI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiijRzHUeDeCgR1HdwuFOH-mLxBkP990Hzzssx3xdfzxf-l_Vzv-XS5dPCgRHUgg4JAgt06MCdpfuIFzD-3dfRlru8YyvpVOliuUP39N0saSBQYsnZtKEVb1QDIqB1DpsGX3lQU8qaD9gfu/s1600/1506546_10153177066049605_1095101832620809222_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiijRzHUeDeCgR1HdwuFOH-mLxBkP990Hzzssx3xdfzxf-l_Vzv-XS5dPCgRHUgg4JAgt06MCdpfuIFzD-3dfRlru8YyvpVOliuUP39N0saSBQYsnZtKEVb1QDIqB1DpsGX3lQU8qaD9gfu/s1600/1506546_10153177066049605_1095101832620809222_n.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Sette come
le virtù e i peccati capitali, sette come i nani di Biancaneve e le
spose per i fratelli</b>, sette come le piaghe d'Egitto, i dolori di
Maria e i sette i sigilli, sette come i sacramenti cattolici, le arti
classiche e i giorni della settimana, sette come le Pleiadi, le vite
del gatto e le sette meraviglie del mondo, sette come i veli della
torta, i re di Roma e i sette colli di...</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo sapevo,
hai detto Roma. Ma qui siamo su Lisbon storie, non su Roma storie.
Quindi va da sé che i sette colli sono quelli di Lisbona. Perché,
come sicuramente non saprai, <b>anche Lisbona è la città dei sette
colli, anzi delle <i>Sete Colinas</i>, da cui il pass ricaricabile per tutti
i mezzi della città</b> (foto). Naturalmente, che a Lisbona ci fossero delle
colline, e pure ripide, ce n'eravamo accorti tutti; tra l'altro più
passano gli anni più la cosa mi si fa evidente, dal momento che se
quindici anni fa balzavo da <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/04/jardim-da-estrela.html" target="_blank">Estrela </a></i>al <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/11/bairro-alto-vietato-dormire.html" target="_blank">Bairro Alto</a></i> in venti minuti di
saliscendi senza fare un plissé, adesso mi attacco al <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/di-28-ce-ne-uno-tutti-gli-altri.html" target="_blank">tram </a>(nella
fattispecie il <a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/01/electrico-28.html" target="_blank">28</a>) pure per fare la <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/via-di-la-piazza-di-qua.html" target="_blank">calçada do Combro</a></i>, che sarà
corta ma siccome è ripida, l'iperossigenazione che richiede è
pericolosamente ostacolata dalle sputacchiate dei <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/taxi.html" target="_blank">taxi </a>asmatici sotto
sforzo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pur avendo
immagazzinato acriticamente l'informazione quando la ricevetti, non
sono mai riuscito a definire con precisione geometrica i sette colli.
Quindi </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ora facciamo insieme un censimento a occhio dei colli della
<i>Lisboa Antiga</i> e vediamo un po' che ne esce fuori</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Mi sovvengono la
collina di </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/il-belvedere-di-sophia.html" target="_blank">Graça</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, poi quella del </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Castelo</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, sulle cui pendici si
ammonticchiano i quartieri di </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/09/la-brutta-fama-dellalfama.html" target="_blank">Alfama </a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e di </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/03/ai-mouraria.html" target="_blank">Mouraria</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, poi quella di
</span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pena </i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">o </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Santana</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, compresa tra il </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2015/02/il-mondo-di-martim.html" target="_blank">Martim Moniz</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> e l'</span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/lunga-vita-allavenida.html" target="_blank">Avenida</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Poi,
balzando dall'altra parte della </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Baixa</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, quella del </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bairro Alto</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, che
culmina nel </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/04/principe-reale-e-gay.html" target="_blank">Príncipe Real</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, e infine la collina di </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.com/2012/10/a-spasso-per-campo-de-ourique.html" target="_blank">Campo de Ourique</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Quante ne ho individuate?
Cinque. No, non ci siamo. A te ne viene in mente qualcun'altra? No,
eh? Lo sapevo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Allora
chiedo aiuto all'enciclopedia (che non è “<a href="https://www.google.it/search?q=i+quindici&rlz=1C1XBRQ_enIT585IT604&espv=2&biw=1366&bih=599&tbm=isch&imgil=ptNiP5t3bxYxjM%253A%253BFaTCjFuPbkXj4M%253Bhttps%25253A%25252F%25252Fwww.pinterest.com%25252Fpin%25252F309129961894884816%25252F&source=iu&pf=m&fir=ptNiP5t3bxYxjM%253A%252CFaTCjFuPbkXj4M%252C_&usg=__fK_b6k4vbh_xXGxzN7uZmGUziN8%3D&dpr=1&ved=0CDMQyjc&ei=R5cSVYvXLoyrUf3AgoAO#imgrc=ptNiP5t3bxYxjM%253A%3BFaTCjFuPbkXj4M%3Bhttps%253A%252F%252Fs-media-cache-ak0.pinimg.com%252Foriginals%252F18%252Fae%252F72%252F18ae72c3715a280117ad09e122ae5f85.jpg%3Bhttps%253A%252F%252Fwww.pinterest.com%252Fpin%252F309129961894884816%252F%3B400%3B300" target="_blank">I Quindici</a>” ma <a href="http://pt.wikipedia.org/wiki/Sete_Colinas_de_Lisboa" target="_blank">google</a>)
ed ecco la risposta. Che mi lascia un po' perlesso. <b>Ne ho azzeccate
tre e mezzo: la collina di <i>Santana</i>, quella di <i>São
Jorge</i>, cioè del castello, e quella di <i>São
Roque</i>, cioè pressappoco il <i>Bairro Alto</i></b>. Quella azzeccata per metà è
<i>Santo André</i>, localizzata intorno all'omonima <i>calçada </i>e quindi
contigua di qualche decina di metri a <i>Graça</i>. Le rimanenti tre non le
avrei mai definite “colline”, semmai balze o addirittura
insignificanti protuberanze del terreno, segni d'interpunzione
orografica giusto per prender fiato mentre t'inerpichi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ebbene:
<i>colina de São Vicente</i>,
che corrisponderebbe all'omonimo <i>Mosteiro </i>e all'<i>Alfama</i> (ma quello è
un crinale, non una sommità!). Poi <i>colina das Chagas</i> (piaghe), che
corrisponde al </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>largo do Carmo</i></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, cioè a una pausa <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/07/uma-bica-se-faz-favor.html" target="_blank">caffè </a>salendo dalla
<i>calçada do Sacramento</i> al <i>largo Trindade Coelho</i>. Infine <i>colina de
Santa Catarina</i>, compresa tra <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/06/tanti-auguri-luis.html" target="_blank">praça Cam</a></i></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/06/tanti-auguri-luis.html" target="_blank">õ</a></i></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/06/tanti-auguri-luis.html" target="_blank">es</a></i>
e la <i>calçada do Combro</i>, che mi verrebbe più spontaneo considerare
una propaggine della <i>colina de S</i></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>ã</i></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>o
Roque</i>, cioè del <i>Bairro Alto</i>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Va be', sai
che ti dico? Che </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">dopo questo vertiginoso saliscendi mi è venuta
voglia di sedermi in cima a una di queste colline</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Quale </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/07/esplicazione-sulle-esplanadas.html" target="_blank">esplanada</a> </i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">scegli?</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-80357507522956012522015-03-07T23:47:00.000+01:002015-03-07T23:47:48.808+01:00A SPASSO CON I NARRANTI ERRANTI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDTivJoIHTQfQ_tHQaGDd_tazWUR7j-vlJPBqOOelrNQLztWEA1QOYEWv6k1iaeEefm9b0HriVOa6_gdfHKZVSVCCE2v9u0Hiv_V7MTw3jRIO0zFI5LQjyCgvnb0VR5RNA_sHIapQWu5iy/s1600/NarrantiErr.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDTivJoIHTQfQ_tHQaGDd_tazWUR7j-vlJPBqOOelrNQLztWEA1QOYEWv6k1iaeEefm9b0HriVOa6_gdfHKZVSVCCE2v9u0Hiv_V7MTw3jRIO0zFI5LQjyCgvnb0VR5RNA_sHIapQWu5iy/s1600/NarrantiErr.jpg" height="640" width="373" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche giorno fa, se hai
seguito la <a href="https://www.facebook.com/pages/Lisbon-storie/304933539561814?ref=hl" target="_blank">pagina Facebook di Lisbon storie</a>, avrai saputo della gita
fatta con un bel gruppo di persone e magari hai anche partecipato a mia insaputa. <b>Una gita in cui ciascuno dei
partecipanti ha fatto perdere le tracce di sé per poi farle
ritrovare in un resoconto di 400 caratteri</b>. C'è chi ha visto la
Rivoluzione dei Garofani, chi le bettole del <i>fado vadio</i>, chi gli <i>auto
da fé</i>, chi il Tago, chi il cielo azzurro, chi tante altre cose. Hanno errato
per Lisbona a modo loro e poi ce l'hanno narrata. Sì, sono loro: i
<a href="https://www.facebook.com/Narrantierranti?fref=ts" target="_blank">Narranti Erranti</a>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Narranti Erranti è una
community nata dalla testa e dalla penna, entrambe brillanti, di un
<a href="http://dfontana.blogspot.it/" target="_blank">creativo di rango</a> (che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente) nonché seguace
della prima ora di Lisbon storie, il quale ha avuto un'altrettanto
brillante idea: <b>dedicare una settimana dei Narranti Erranti a Lisbon
storie, per una join-venture de noantri incentrata sulla scrittura e
sulla creatività</b>. Le parole d'ordine di questa
peregrinazione tra verbi, sostantivi e suggestioni erano: <i>azulejo </i>e salita.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La sfida era, come
succede ormai da un paio d'anni su Narranti Erranti: </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">scrivere un
miniracconto di massimo 400 caratteri che contenga le due parole
prescelte e metterle ai voti (“mi piace”)</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. In questa edizione
speciale, oltre alla classica giuria popolare, c'è stata anche la
giuria Lisbon storie. È stata davvero una gran bella scarpinata
immaginaria per Lisbona, tra i suoi </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">miradouros</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, le sue </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">calçadas </i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e i
suoi vicoletti, e alla fine ecco cos'è successo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Giuria popolare</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Al
secondo posto</b> a pari merito ben tre racconti:<span style="color: black;">
“B</span><span style="color: black;">rain
drain” di <b>Michele Musso</b>, “Aria nuova vita nuova” di <b>Livia De
Giorgi</b>, “Sette soli sette lune” di <b>Ada Grande</b>.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghMBd35z4_lc-mvngFpcnyEE8buoYj2nWhRaNXpryEZ-PpHyNhrrb6B5_8FrzEhBcNCGymTdpktgbxba6FGfOf_ncjrgOZH8NloXiOBHIsKv9bA-49OmRTJ73wtttPwZb_DZSMKNXlFX2v/s1600/2postovoti1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghMBd35z4_lc-mvngFpcnyEE8buoYj2nWhRaNXpryEZ-PpHyNhrrb6B5_8FrzEhBcNCGymTdpktgbxba6FGfOf_ncjrgOZH8NloXiOBHIsKv9bA-49OmRTJ73wtttPwZb_DZSMKNXlFX2v/s1600/2postovoti1.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs7KYQXYobfUbiHFfX7bpNHjXL4q7h2JSpIr0Lo7XxR5Erupln5XwRU6aISeelAEFzqAj0k9DSF3jOArw3DNeVnLruEZzyc23LMO20cHUr_Foxf4_eQ8r9BprDj1kzIpWcDu9qTmR5oPqV/s1600/2postovoti2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs7KYQXYobfUbiHFfX7bpNHjXL4q7h2JSpIr0Lo7XxR5Erupln5XwRU6aISeelAEFzqAj0k9DSF3jOArw3DNeVnLruEZzyc23LMO20cHUr_Foxf4_eQ8r9BprDj1kzIpWcDu9qTmR5oPqV/s1600/2postovoti2.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKCnfo6AxpSnrXEBBvIUGACKA03zFuCoF8ilGNNpF8oSdYyRvivj-M0ta4A4CJymOva36zRkNeYfCM9_Y5D_Ea8u3ZVFzT4ZMq39DDelEvlJ7Y_XU_33Tn_Ed2G1K7L9BUNKRxsxlsPYlF/s1600/2postovoti3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKCnfo6AxpSnrXEBBvIUGACKA03zFuCoF8ilGNNpF8oSdYyRvivj-M0ta4A4CJymOva36zRkNeYfCM9_Y5D_Ea8u3ZVFzT4ZMq39DDelEvlJ7Y_XU_33Tn_Ed2G1K7L9BUNKRxsxlsPYlF/s1600/2postovoti3.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Al primo posto</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">:</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;"> </span><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“P</span><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">rincipio di complementarietà” di <b>Dek Dekku</b> (Salvatore Di Carmine).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtyD3UKFoAfZ-CjHANABqaayPOE6EDVah4MSHLB0THXlnJrb5lIYplkMWSDjVlb38BzM78vPhCmonaBU0pGsEfBdGUW98oUajdlnvPrtR3honLyMmodCf73nlXmN9oF_9b-L1xo1i1OoHK/s1600/1postovoti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtyD3UKFoAfZ-CjHANABqaayPOE6EDVah4MSHLB0THXlnJrb5lIYplkMWSDjVlb38BzM78vPhCmonaBU0pGsEfBdGUW98oUajdlnvPrtR3honLyMmodCf73nlXmN9oF_9b-L1xo1i1OoHK/s1600/1postovoti.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Giuria Lisbon storie</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Al secondo posto</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, per aver</span><span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> mostrato, attraverso un ritmo svelto e serrato, quasi da film d'azione, un fotogramma di una storia non raccontata della quale il lettore è invogliato a costruirsi la propria trama personale: “La fuga” di <b>Maura Moscatelli</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMpV5j-aDYcgkx9hr4nWD7uPD40l5A3_S6Orb4hSQYUNkw9ary9t3sU9LKrht_saJGzIL3B4aNnwzjsfieuazr02G0DBdnoYlCe5_chfFvPMqzjebKbyD4uV62xdcMWrZ6iHTAnfYVdvso/s1600/2posto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMpV5j-aDYcgkx9hr4nWD7uPD40l5A3_S6Orb4hSQYUNkw9ary9t3sU9LKrht_saJGzIL3B4aNnwzjsfieuazr02G0DBdnoYlCe5_chfFvPMqzjebKbyD4uV62xdcMWrZ6iHTAnfYVdvso/s1600/2posto.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Al primo posto</b>, p<span style="color: black;">er
la capacità di raccontare, in poche pennellate intense ed evocative
della città e della sua bellezza, il dolore di una malattia che
priva dei ricordi e la forza di un legame che non è banalmente
d'amore bensì di rispetto, affetto e gratitudine: “Lisboa, velha
cidade” di <b>Patrizia Bartoli</b>. </span>
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: black;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgpwLuBSpjbLTYGKwmRex6ckdDIlVOZMaoCqsyc-V_ogDobWUAX4oWQuA-lG2MDWpkeIqIAw26r2K09CzYnWrY09ey0jv5TvodKhIAqRXCrj7aeKgjwu1TrtJuXwNTHJvLqOBSrnrS1Oi/s1600/1posto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgpwLuBSpjbLTYGKwmRex6ckdDIlVOZMaoCqsyc-V_ogDobWUAX4oWQuA-lG2MDWpkeIqIAw26r2K09CzYnWrY09ey0jv5TvodKhIAqRXCrj7aeKgjwu1TrtJuXwNTHJvLqOBSrnrS1Oi/s1600/1posto.jpg" height="400" width="232" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Congratulazioni ai sei
vincitori e a tutti i partecipanti per la loro appassionata, competente ed
entusiastica adesione (<a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203772960312904&set=oa.1092456227434616&type=1&theater" target="_blank">qui puoi leggere tutti i racconti</a>). Io, per
quanto mi riguarda, mi sono divertito un sacco, e <b>ho il sospetto che anche i
circa cinquanta partecipanti siano andati in visibilio bighellonando
con la fantasia e con la penna per Lisbona</b>. Quindi direi (e questo è
un desiderio, un auspicio e un'esortazione): repetita iuvant.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-75616913781321395842015-02-25T09:46:00.000+01:002015-02-25T09:46:33.923+01:00IL MONDO DI MARTIM<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBBnJ5LHPh-DxMcIwOhOx_S9vky8AvG12lqqguVP5bdb1S-zBIu6Ph_gZQspmgk-EZsvOa9C5xYmUJCwU7Ri7FhG2okj044Y5nkaHJc9UWS0TVBcpJAg8j2_-uVrk4HJwYPJ7jvT52uS83/s1600/00007t39.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBBnJ5LHPh-DxMcIwOhOx_S9vky8AvG12lqqguVP5bdb1S-zBIu6Ph_gZQspmgk-EZsvOa9C5xYmUJCwU7Ri7FhG2okj044Y5nkaHJc9UWS0TVBcpJAg8j2_-uVrk4HJwYPJ7jvT52uS83/s1600/00007t39.jpg" height="301" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Brasiliano</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">:
presente. Cinese: presente. Belga: presente. Italiano: presente.
Peruviano: presente. No, non mi riferisco ai turisti, mi riferisco ai
piatti. <b>Perché un bel melting pot di pietanze (ma anche di persone,
</b></span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>claro</b></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>) lo trovi qui, nel cuore pulsante della città</b>, nella
piazza più cosmopolita di </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Lisboa</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">: </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">praça Martim Moniz</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi ricordo ancora la
primissima volta che vi misi piede una quindicina d'anni fa. <b>Mi
colpirono due cose: che era molto sporca ma anche che era
straordinariamente variegata</b>. C'erano asiatici ma soprattutto
africani, africani e ancora <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/portoghesi-dafrica-e-africani-di.html" target="_blank">africani</a>; addirittura, entrando
nel <i>Centro Comercial da Mouraria</i>, quel brutto palazzo sul lato
orientale della piazza, mi sembrava di essere stato teletrasportato a
Maputo o a Luanda perché intorno a me vedevo solo africani e
prodotti africani: cibo, spezie, tè, utensili, vestiti, dischi,
strumenti musicali, eccetera. Da qualche anno invece l'anima africana
del centro commerciale è stata fagocitata ed espulsa da quella
cinese, ma si sa: ubi maior minor cessat. In compenso però i cinesi
a ogni loro capodanno colorano la piazza con le loro feste
tradizionali che sono una gioia per gli occhi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La posizione topografica
della <i>praça</i> ne spiega la varietà etno-antropologica: <b>siamo
in pieno centro, a un passo dal quartiere della <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/03/ai-mouraria.html" target="_blank">Mouraria</a> e dal <i>largo do </i><i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/12/largo-allintendente.html" target="_blank">Intendente</a></i>, due dei distretti più
meticci di Lisbona</b>, e vicinissimi all'altrettanto nera <i>praça da
Figueira</i> e al popolarissimo colle di <i>Santa Ana</i> o <i>Pena</i>.
In piazza e nelle stradine adiacenti è un susseguirsi di
attività commerciali etniche <i>porta sim porta n</i><i>ã</i><i>o</i>
(una porta sì e una no), di zaffate di odori penetranti e speziati e
di varia umanità abbigliata come le rispettive tradizioni di
provenienza impongono.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma chi sarebbe il <i>Martim
Moniz</i> cui la piazza è dedicata? Trattasi dell'<b>eroe medievale
che nel 1147, al tempo dell'assedio di Lisbona (<i>cerco de Lisboa</i>)
immolò la propria vita per permettere ai cristiani di riconquistare
la città in mano ai Mori</b>. Essendosi aperto uno
spiraglio in una porta della cinta muraria (la <i>Cerca Moura</i>)
del Castello di <i>S</i><i>ã</i><i>o
Jorge</i>, il giovane vi appose il proprio corpo per impedire che si
richiudesse e per permettere così alle truppe del re <i>Dom Afonso
Henriques</i> di entrarvi e riprendersi la città. Sapeva bene, lo
sventurato, che sarebbe morto letteralmente schiacciato dal peso
della porta, come ironicamente rappresentato in una delle belle immagini che
ornano l'omonima fermata della <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/arte-underground-o-arte-metropolitana.html" target="_blank">metro </a>(foto).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fino a qualche anno fa la
piazza, soprattutto di sera, incuteva un po' di soggezione perché
alla mercé di sbandati e di sporcizia. Poi però è arrivato il
solito sindaco </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ant</i><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">ó</i><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">nio
Costa</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, che una ne pensa e cento ne fa, e le è stata data una
nuova fisionomia e una nuova dignità. </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tre anni fa è stato infatti
inaugurato nella piazza, appositamente ridisegnata e ristrutturata,
il <i>Mercado da Fus</i><i>ã</i><i>o</i>,
una serie di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/c-e-dolce-vita-sotto-i-chioschi.html" target="_blank">chioschi </a>di cucina etnica</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, dal </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/11/il-portoghese-somiglia-al-brasiliano.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">brasiliano </a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">al cinese
all'italiano. Non si poteva trovare posto più felice per
un'operazione del genere: lì dove i popoli erano usi incontrarsi,
adesso vi si incontrano anche le cucine. Così, soprattutto all'ora
di pranzo o dell'aperitivo, e d'estate anche fino a tarda notte, il <i>Martim Moniz</i> è un'enorme </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/07/esplicazione-sulle-esplanadas.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank"><i>esplanada</i> </a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">all'insegna dei sapori
del mondo. E anche dell'ozio, hai visto mai.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-80862662008218128332014-12-23T14:35:00.000+01:002014-12-23T14:35:44.820+01:00IL GALLO DEL PORTOGALLO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ZmccvfEomaierUQV9k405fbF8wn9J_R0VpJRCR88eayAj6KfC-LdMs9UtpCcjOKVsjU0TYszz5AFMfbQn1YF8lVo4DT7UwariQUJq4r-R_r0cQFsAS3J-gK87ppZhKRrBGe1bRKMH6fW/s1600/galletto+barcelos.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ZmccvfEomaierUQV9k405fbF8wn9J_R0VpJRCR88eayAj6KfC-LdMs9UtpCcjOKVsjU0TYszz5AFMfbQn1YF8lVo4DT7UwariQUJq4r-R_r0cQFsAS3J-gK87ppZhKRrBGe1bRKMH6fW/s1600/galletto+barcelos.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Una volta, commentando su
Facebook un post di un mio ex collega che motteggiava sull'immagine
di un gallo ritratto sulla copertina di una guida del Portogallo,
feci notare che </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">l'accostamento tra il suddetto pennuto e la suddetta
nazione non è così ovvio, cioè che il Portogallo non si chiama
così per via del gallo</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Qualche demente fece un commento da demente
(“Ah sì? E allora perché si chiamerebbe Portogallo?”).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Molti dementi digiuni di
etimologia ignorano che l'assonanza tra gallo e Portogallo, peraltro
limitata alla lingua italiana e a poche altre, è solo fortuita. Se
così non fosse, a sentire la loro logica illogica, dovrebbero
desumere anche che il Perù e la Turchia hanno delle parentele con il
tacchino (che in portoghese si dice <i>peru </i>e in inglese turkey). Niente
galli quindi: <b>il nome della nazione deriva da Portucale, antico nome
della città di Oporto</b> (<i>o Porto</i>, sempre con l'articolo), che secondo
la mia prof significherebbe “porto della calce” (<i>cal</i>), ma che
invece, secondo <a href="http://pt.wikipedia.org/wiki/Portus_Cale" target="_blank">ricerche wikipediane</a>, potrebbe riferirsi al greco
</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">καλός (bello) oppure, più
probabilmente, al popolo dei Galleci, che vivevano alla foce del
<i>Douro</i>. Dalla radice -cal derivano anche i nomi della Galizia e della
città che fronteggia <i>o Porto</i>, cioè <i>Vila Nova de Gaia</i>. Come puoi
vedere, di galli (e men che meno di Galli, quelli di Asterix) nemmeno
l'ombra.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma
allora -si chiederà il demente italiano, che a questo punto comincia
ad avere dubbi sull'attendibilità delle proprie asserzioni-
perché in Portogallo si vedono dappertutto souvenir a forma di
galletti neri decorati come quello della copertina della guida
turistica? Perché -rispondo io al demente- oltre a conoscere
l'etimologia delle parole devi conoscere anche le tradizioni
popolari, la mitologia, insomma l'immaginario collettivo di un
popolo. <b>Il galletto in questione infatti non è un omaggio al
presunto gallo del Portogallo, ma si riferisce alla leggenda del
gallo di <i>Barcelos</i></b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Barcelos
</i>è una città nemmeno tanto piccola del <i>Norte </i>(Nord) che, come mito
vuole, fu teatro di un miracolo. Nella notte dei tempi vi si consumò
un crimine e, dal momento che all'epoca non c'erano Vespa e la d'Urso
a risolvere i casi di cronaca nera, indagini raffazzonate
individuarono il responsabile in un ignaro pellegrino galiziano
diretto a Santiago di Compostela. Condannato immantinente alla forca,
egli si dichiarò innocente e chiese un'udienza col giudice che
l'aveva mandato a fare la fine del caciocavallo. Incontratolo mentre
questi era impegnato in un banchetto e avendo scorto tra le vivande
un gallo arrosto, il galiziano ribadì la sua estraneità al delitto
dicendo: “Come è certo che sono innocente, così è certo che
questo gallo arrosto canterà quando io sarò impiccato”. Detto,
fatto: <b>appena il condannato salì sul patibolo, il tale galletto
arrosto cominciò a fare chicchirichì (o meglio <span style="color: black;"><i>cocorocò</i></span>,
in portoghese)</b> e, tra la meraviglia generale, si gridò al miracolo e
l'esecuzione fu interrotta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Il
galletto di <i>Barcelos </i>è diventato un simbolo del Portogallo al pari
degli <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/02/arrenditi-sei-circondato-di-azulejos.html" target="_blank">azulejos</a></i>, della <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/attento-dove-metti-i-piedi.html" target="_blank">calçada</a></i>, del <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/baccala-il-24-dicembre-vs-baccala-tutto.html" target="_blank">baccalà </a>e della <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/06/sua-maesta-la-sardinha.html" target="_blank">sardina</a></b>. Lo puoi
trovare negli orribili negozi di souvenir sotto forma di tappo di
bottiglia o riprodotto su canovacci o grembiuli da cucina, ma anche
come soprammobile kitsch nei negozietti di design, nonché sulle
copertine delle guide turistiche a uso e consumo di dementi che
penseranno con invidiabile sicumera che il Portogallo si chiama così
per via di un non meglio identificato gallo. </span>
</div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-78656647367296135052014-12-03T12:37:00.000+01:002014-12-03T19:41:36.333+01:00TUTTI IN GABBIA!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPOpYpF7GNKvsUcA8VFk0IGQqACQG2GQctpYEV7wtmmSfCAg7aZ7Xmr-JfvrnxNBEkaldcGoK5qXJqYE6ElPpAgjCUbd-CORl6OwISpBbmXikyBnN34Gnx_plD6gM6_PToAgpkGnV64QzO/s1600/gaiola+pombalina.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPOpYpF7GNKvsUcA8VFk0IGQqACQG2GQctpYEV7wtmmSfCAg7aZ7Xmr-JfvrnxNBEkaldcGoK5qXJqYE6ElPpAgjCUbd-CORl6OwISpBbmXikyBnN34Gnx_plD6gM6_PToAgpkGnV64QzO/s1600/gaiola+pombalina.JPG" height="249" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tempo fa, sulla </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/arte-underground-o-arte-metropolitana.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">metro</a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, la
mia innata tendenza a sbirciare i libri delle persone sedute accanto
a me mi fece cadere l'occhio su un testo noiosissimo, presumibilmente un manuale
di tecnica delle costruzioni. Ciononostante la mia attenzione fu risucchiata da un'immagine familiare
e dalle </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">seguenti parole che già avevo sentito ma a cui non avevo mai
prestato la dovuta attenzione: <i>gaiola pombalina</i></b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tale espressione, che un
traduttore improvvisato potrebbe erroneamente rendere con “gabbia
per i piccioni” e coprirsi di ridicolo, in realtà <b>è una struttura
architettonica che ha fatto la storia e l'urbanistica di Lisbona</b>.
Subito dopo il 1755, anno del <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/11/o-terramoto-o-terramoto.html" target="_blank">terribile terremoto</a> che rase al suolo
la città, il premier d'allora, il famosissimo e potentissimo <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/07/il-marchese-del-piccione.html" target="_blank">Marquês de Pombal</a></i>, chiamò a raccolta il meglio degli architetti del mondo
per ricostruire la capitale con criteri antisismici e, giacché
c'erano, anche antincendio. Così nacque la <i>gaiola pombalina</i>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Gli edifici del quartiere
della <i>Baixa</i>, interamente ridisegnato su pianta ortogonale, <b>furono
quindi costruiti secondo questa nuova tecnica che avrebbe scongiurato
il pericolo di crolli e di incendi</b> in caso di un nuovo, devastante
terremoto. In effetti i palazzi della <i>Baixa</i>, e anche quelli di altri
quartieri costruiti secondo questa tecnica innovativa, stanno ancora
lì ben saldi in piedi a testimoniarne l'efficacia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www-ext.lnec.pt/LNEC/DE/NESDE/divulgacao/gaiol_const_sism.html" target="_blank">Tecnica </a>che, se vogliamo
spiegarla come un profano come me riesce a fare - cioè male –
consiste nella costruzione di <b>una struttura reticolare lignea, che
funge da scheletro dell'edificio, interamente ricoperta di muratura</b> (<i>alvenaria</i>).
In altre parole, l'impalcatura di legno, in virtù della sua
elasticità e della sua modularità, assorbirebbe le scosse sismiche senza fare un plissé, mentre il rivestimento di
muratura proteggerebbe il legno dagli incendi, che all'epoca scoppiavano puntualmente in seguito ai
terremoti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per quanto mi è dato
sapere infiltrandomi nelle case della città, <b>la <i>gaiola pombalina</i> è una caratteristica architettonica comune a quasi tutte le
costruzioni che hanno visto la luce dalla fine del Settecento fino
all'avvento del cemento armato</b> (cioè, se non m'inganno, alla
costruzione dei cosiddetti <i>prédios de placa</i>). Inoltre molte case
ristrutturate nel XXI secolo sfoggiano come elemento esornativo la
struttura lignea denudata, come vedi nella foto: naturalmente la sua
funzione prioritaria rimane quella di mantenere in piedi il
<i>prédio</i>, ma vuoi mettere quanto fa <i>casa portuguesa</i> mostrare un pezzo
di <i>gaiola pombalina</i> in mezzo al salotto!</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-3450637288257248012014-11-20T10:18:00.000+01:002014-11-20T10:18:05.540+01:00CHI DICE DONNA DICE...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglaUigM4HumSl_YuIoMIXkmrsoJtw5SQAsMNQjzf31-wqMxZKib8bBwlY6Qrnz8qVZpqaN_LHAdNy-e084CZ9XC7-eWW_vA01jl-dBTTCQ9CephBLmCGlaM4gkhKx6R5RsmrKYxN9vaC29/s1600/senhoras.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglaUigM4HumSl_YuIoMIXkmrsoJtw5SQAsMNQjzf31-wqMxZKib8bBwlY6Qrnz8qVZpqaN_LHAdNy-e084CZ9XC7-eWW_vA01jl-dBTTCQ9CephBLmCGlaM4gkhKx6R5RsmrKYxN9vaC29/s1600/senhoras.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi ha sempre perplesso
l'asimmetria delle scritte sulle porte delle toilette dei ristoranti:
da una parte <i>homens</i> mentre, laddove mi aspetterei <i>mulheres</i>, ho
sempre letto un cerimonioso <i>senhoras</i>. Perché questa differenza di
trattamento? <b>Forse che noi uomini non meritiamo la stessa deferenza
quando andiamo a fare pipì?</b> No, è che quando ti rivolgi a una
signora c'è un'etichetta labirintica da seguire. Insomma, dici donna
e dici...</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Una volta, parlando con
un mio conoscente della mia <i>criada</i> (termine vagamente degradante che
sta per domestica) e definendola <i>mulher</i>, questi storse il muso
dicendo "è meglio chiamarla <i>senhora</i> perché -mi spiegò- <i>mulher</i>
può suonare un po' sprezzante". <b>Ma <i>mulher</i> è un nobilissimo termine:
perché "sprezzante"?!</b> Forse, ho immaginato, è un po' come dare della
volgare femmina a una donna.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma quando si parla di
donne le insidie cominciano fin da quando sono bambine. Mi spiego: un
bambino lo posso chiamare tranquillamente <i>puto</i>, anzi io spesso chiamo
così (“<i>oi puto</i>!”, come espressione affettuosa) anche i miei
amici che bambini non sono più da decenni. <b>Prova a rivolgerti a una
bambina o a una ragazzina col femminile di <i>puto</i>, e un ceffone non te
lo leva nessuno</b>. Anche quando la bambina è diventata ragazza devi
fare attenzione alla sua provenienza: se è portoghese, puoi
tranquillamente indicarla come <i>rapariga</i>, ma non farlo, ti prego non
farlo, se sospetti che sia <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/11/il-portoghese-somiglia-al-brasiliano.html" target="_blank">brasiliana</a>: lì la parola significa <i>puto</i>
al femminile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Poi la <i>rapariga</i>
portoghese cresce e diventa una donna. Che, come abbiamo visto, si
traduce con <i>mulher</i>, ma si dà il caso che questa parola significhi
anche moglie. Allora la faccenda va maneggiata con cura. Perché
quando si parla genericamente di una donna si utilizza la parola
<i>mulher</i>, ma se si parla di una persona in particolare, è buona
educazione definirla <i>senhora</i>, come nel caso della mia <i>criada</i>. <b>Quando
poi ci si rivolge direttamente a lei, subentrano ulteriori regole
d'etichetta</b>: come mi hanno specificato sia <i>Paulo</i> sia <i>Teresa</i>,
appositamente interpellati per la redazione di questo post, la
questione è <a href="http://jugular.blogs.sapo.pt/2365283.html" target="_blank">delicata</a> e <a href="http://www.scribd.com/doc/13573414/formas-de-tratamento" target="_blank">dibattuta</a>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Volendo riassumerla ai
minimi termini, ma davvero minimi minimi, <b>se ci rivolgiamo a (o parliamo di) una donna in un
ambito molto formale o di elevato status sociale,
utilizzeremo <i>senhora dona</i> (<i>s.ra d.</i>)</b>, mentre se si tratta di una donna con cui
siamo in rapporti di maggior familiarità o riteniamo che non sia
allocata molto in alto nella scala sociale, allora un <i>senhora</i> può
bastare. </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Infine sia </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Paulo</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> sia
</span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Teresa</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> hanno tenuto a darmi il seguente avvertimento: </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">non chiamare
mai nessuna signora solo “<i>dona</i>” perché è molto rozzo</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. E
pensare che io alla mia </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">criada</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> ho sempre detto: </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">bom dia, dona F</i><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; line-height: 16.1200008392334px; text-align: left;"><i>á</i></span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">tima</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">!
Dopo la </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://www.facebook.com/acriadamalcriada?fref=ts" target="_blank">criada malcriada</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, la </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">criada maltratada</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-69329728723275224612014-11-10T12:13:00.000+01:002014-11-10T12:13:21.613+01:00UN'EX DISCARICA DA ESPOSIZIONE<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXwoK5bP3-wytohmzn7O9zuOv9YW3_ymn-4w9q0wYhXpcL1KtQnsXECaR9DRIErVLmrC3caRjuMJIuMEECwkHWTkovobHbIr-SxFfSNztfy5lur6zJx7RvYrc5IQxZOFKpMV_CmbmEFDT6/s1600/Expo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXwoK5bP3-wytohmzn7O9zuOv9YW3_ymn-4w9q0wYhXpcL1KtQnsXECaR9DRIErVLmrC3caRjuMJIuMEECwkHWTkovobHbIr-SxFfSNztfy5lur6zJx7RvYrc5IQxZOFKpMV_CmbmEFDT6/s1600/Expo.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: right;"><span style="font-family: Trebuchet MS, sans-serif; font-size: xx-small;">Fonte: <a href="http://www.parqueexpo.pt/conteudo.aspx?lang=pt&id_object=1523&name=Infraestruturas-e-posicoes-contratuais-da-Parque-EXPO-transferidas-para-o-municipio-de-Lisboa" target="_blank">qui</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Corruzione, mazzette e
infiltrazioni mafiose: negli ultimi tempi, quando si parla dell'Expo di Milano, a
noi italiani vengono in mente questi concetti. Sicuramente non gli
stessi che venivano in mente ai portoghesi in prossimità dell'Expo
di Lisbona del 1998. Allora si citavano sviluppo, ricchezza e
crescita. Retorica? Forse, ma un fondo di verità c'era. <b>A
testimoniarne l'esistenza e a suggellare il successo di
quell'operazione c'è ancora oggi un intero quartiere</b>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L'Expo (o <i>Parque das
Nações</i>) è stata la
primissima cosa che ho visto di Lisbona. Ricordo quando <i>Susana</i>, che
mi avrebbe ospitato per qualche giorno, venne a prendermi
all'aeroporto coi suoi genitori e andammo subito in quell'appendice
avveniristica ancora nuova di zecca. Ricordo che, pur essendo la fine
di luglio, tirava un vento freddissimo e che <b>non avevo ancora
familiarizzato con l'idea che l'interminabile distesa d'acqua che
vedevo non era l'oceano </b>ma<b> </b></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">- pur sapendolo benissimo -</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b> </b>il </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/nel-blu-dipinto-di-blu.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">Tago</a>.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fino a un decennio prima
in quella dimenticata periferia della città sorgeva una specie di
discarica, lontano da tutto e vicino ad alcuni dei <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/03/i-bassifondi-di-lisbona-1.html" target="_blank">quartieri più difficili</a>. <b>Qualcuno ebbe l'idea di dislocare lì l'Esposizione
Universale per riscattare quell'area negletta e regalare un nuovo
centro nevralgico alla città</b>: un'utopia più che un progetto.
Servivano soldi, idee e fiducia nel futuro, e in quegli anni ce
n'erano in abbondanza. Il guanto della sfida fu raccolto da tutti:
dal governo, dalla città, dalle imprese e dalla gente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">A ormai sedici anni da
quell'evento, si può tracciare un bilancio a freddo, scevro dai
coinvolgimenti che la prossimità cronologica comporta: si è
trattato di un esperimento socio-urbanistico di enorme portata, i cui
effetti benefici non solo si sentono ancora, ma si rafforzano ogni
anno di più. <b>Il quartiere è un evoluto centro direzionale che
ospita centinaia di uffici, è un elegantissimo quartiere
residenziale tra i più ambiti in città</b>, è sede di musei, di un
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/03/sotto-il-segno-delloceanario.html" target="_blank">acquario </a>tra i più grandi e belli del mondo, ha strutture per il
tempo libero che attirano migliaia di persone ogni giorno e
soprattutto nei week-end, ospita un casinò, un enorme spazio per
concerti (il <i>Pavilhão
Atlântico</i>) in cui si
esibiscono i nomi più altisonanti del rock e del pop mondiale, e
tanto, tanto verde. Insomma, la scommessa non è stata solo vinta, è
stata stravinta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>La costruzione del
quartiere comportò la realizzazione di una serie di grandi
infrastrutture e opere pubbliche di dimensioni ciclopiche</b>: il ponte
<i>Vasco da Gama</i> sul Tago, il più lungo d'Europa coi suoi 17 km di
estensione; la costruzione della linea rossa della <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/arte-underground-o-arte-metropolitana.html" target="_blank">metro</a>, una delle
<a href="http://www.repubblica.it/esteri/2014/02/17/foto/le_stazioni_metropolitane_pi_imponenti_deuropa_per_la_cnn_toledo_sempre_prima-78844123/1/#13" target="_blank">più belle e avveniristiche</a> del mondo, peraltro l'anno scorso
allungata di altre tre stazioni fino all'aeroporto; la stazione
ferroviaria <i>Oriente </i>progettata da Calatrava, con le sue bianche e
slanciate volute goticheggianti che le danno una fisionomia a metà
fra il favolistico e il fantascientifico.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma soprattutto i
capolavori “minori” di architettura contemporanea: <b>sono molti gli
edifici che in questi quindici anni sono stati insigniti dell'ambito
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/09/e-questanno-il-palazzo-vincente-e.html" target="_blank">premio </a><i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/09/e-questanno-il-palazzo-vincente-e.html" target="_blank">Valmor</a> </i>o hanno ricevuto una menzione d'onore</b>. Tutto è a
portata d'occhio se si trotterella lungo il <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=0Sv9qLTxkbU" target="_blank">Passeio das Sereias</a></i>
(delle Sirene), quell'elegante passerella lignea che corre
sull'acqua parallela alla riva del Tago, o se si sale sulla
funicolare che permette di vedere tutto da un'altezza ragguardevole.
O, meglio ancora, se si va sulla torre <i>Vasco da Gama</i>, alta 150 metri, fino a qualche anno fa snello aculeo
puntato verso il cielo e adesso affiancato da un hotel di lusso che però ne appesantisce la figura. La sua
sommità </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">dovrebbe tornare a ospitare </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">un ristorante panoramico, come negli anni passati, per riempirsi la pancia e gli occhi. Appena
riapre ci vado, così ti dico.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-56306262637959043582014-10-29T12:35:00.001+01:002014-10-29T12:35:11.296+01:00QUEL CHE RESTA DEI CINEMA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNZruNmK0wJ3cq6mQw9r0uHuBtOFD0U7_vHmWW57Nbr8E_m1FOvMPHqkgGoX-52mbxV48YjD-lxDR8YR4rKUxJWEIjx7-bQ61Ev72iLXDOnNpsuNZhQRobEGJmkPcB4jr9TsUHRdp0GRV7/s1600/Cinema.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNZruNmK0wJ3cq6mQw9r0uHuBtOFD0U7_vHmWW57Nbr8E_m1FOvMPHqkgGoX-52mbxV48YjD-lxDR8YR4rKUxJWEIjx7-bQ61Ev72iLXDOnNpsuNZhQRobEGJmkPcB4jr9TsUHRdp0GRV7/s1600/Cinema.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">C'è un piccolo
patrimonio in città che passa quasi inosservato, nascosto in edifici
ora fatiscenti ora tirati a lucido, scrigni di immagini che nessuno
vede più ma che ha forgiato l'immaginario di generazioni di
<i>lisboetas</i>. Pensa a vecchie panche di legno, a saloni ampi e bui, a un
telo ormai lurido e lacero: la proiezione ha inizio. <b>Il titolo del
film è: i vecchi cinema più belli di Lisbona.</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L'unico ancora in
funzione è il <i>Cinema Ideal</i> (già <i>Cinema Paraiso</i>) nella <i>rua do
Loreto</i>, tra <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/10/uno-squittio-nello-chiado.html" target="_blank">Chiado </a></i>e <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/11/bairro-alto-vietato-dormire.html" target="_blank">Bairro Alto</a></i>, <b>il più antico (1904) della città che ha riaperto
in pompa magna un paio di mesi fa, riscattato da un tristo destino</b>.
Negli ultimi decenni infatti ha dovuto assistere alle erezioni delle
pellicole proiettate nonché a quelle dei pippaioli incalliti che vi
si recavano. Adesso invece, dopo l'inaugurazione con sindaco e
autorità varie, è diventato un covo di intellettuali e cinefili di
rango.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La stessa sorte non è
toccata all'<i>Animatógrafo
do Rossio</i>, scenografico fin dal portale in puro stile <i>Arte Nova</i>.
Inaugurato nel 1907 e subito diventato uno dei ritrovi più eleganti
della capitale, si trova nella pacata <i>rua dos Sapateiros</i>, in piena
<i>Baixa</i>. Dopo anni di declino, nel 1984 l'<span style="color: black;"><i>Associação
Portuguesa de Realizadores</i></span>
(Associazione Portoghese di Registi) propose di insediarvisi, e
siccome non se ne fece niente, <b>nel 1994 vi si insediò un locale di
peep-show, frequentato evidentemente dagli stessi pippaioli di cui
sopra</b>. Per restare in tema, attualmente ospita un punto vendita della
catena di sexy shop “Contranatura”.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bavosi onanisti a parte,
non è andata bene nemmeno all'Odeon (foto), in zona <i>Restauradores
</i>proprio a un passo dall'<i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/lunga-vita-allavenida.html" target="_blank">Avenida</a></i>. Inaugurato nel 1927, <b>non è
considerato patrimonio architettonico solo perché, nonostante le
eleganti vetrate che ritmano le sue facciate, fu progettato da un
imprenditore edile e non da un architetto</b>. Pare fosse frequentato da
<i>Salazar </i>che, da buon dittatore, prediligeva la sua programmazione
specializzata in pellicole iberiche. Smise di funzionare nel 1993 e
da allora è subentrato il declino. Qualche mese fa girava voce che
sarebbe diventato un bazar di cineserie ma per il momento è ancora
lì a languire.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Più di là che di qua è
invece il Cinema <i>Paris</i>, lungo <i>rua Domingos Sequeira</i> (la salita che da
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/jardim-da-estrela.html" target="_blank"><i>Estrela </i></a>porta al <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/10/a-spasso-per-campo-de-ourique.html" target="_blank">Campo de Ourique</a></i>). Una severa ma
malandata facciata in stile littorio è l'unica cosa che resta di
quell'antico, superbo edificio. Uno stile simile, benché si trovi in
condizioni molto migliori, è quello della facciata del Cinema Eden,
in piena <i>praça dos Restauradores</i>. <b>Nato sulle fondamenta della prima
esposizione di automobili del Portogallo (precisamente della
Peugeot), fu inaugurato nelle sue forme attuali nel 1937</b> e divenne
subito una delle più prestigiose sale della città. Dopo l'ultima
proiezione del 1989 cambiò proprietà e divenne nei piani superiori
un hotel e in quelli inferiori un enorme Virgin Megastore, che pur
avendo visto per l'inaugurazione la presenza delle Spice Girls non
vide molti clienti e quindi chiuse i battenti qualche anno dopo, per
poi ospitare gli sportelli della <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/10/il-negozio-del-cittadino.html" target="_blank">Loja do Cidadão</a></i>,
anch'essi dall'anno scorso emigrati altrove.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se questo tour ti ha
messo fame chiudiamo con </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">il cinema in cui fu proiettato il primo film
sonoro del Portogallo</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Si tratta della sala proiezioni del </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/01/borghetti-di-grazia.html" target="_blank">Bairro Estrela de Ouro</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> a </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/05/il-belvedere-di-sophia.html" target="_blank">Graça</a></i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, di cui ti ho già parlato, e che
adesso ospita un supermercato del </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pingo Doce</i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">, dove spesso e
volentieri mi puoi trovare a fare la </span><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/10/con-la-sporta-e-col-carrello.html" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;" target="_blank">spesa</a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. </span><i style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/04/pois-pronto-portanto-pa.html" target="_blank">Portanto</a> </i><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">andiamo, dopo la settima arte ci aspetta l'ottava. Ai fornelli.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-64162058297731829742014-10-13T12:00:00.000+02:002014-10-13T12:00:05.722+02:00CON LA SPORTA E COL CARRELLO<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigH7f4TYS7xdxec_ZLT2_FpodtZQlpwNFmukSopMEMNVKmXZhcoHYiWEA35LQBXQuWV_mz4n0IqGbt1_3_JZOyClNEsVs_RcllxGgBrLWLUEL_imQAlj6hkV_fz0D1kV3p8Q30RUVFZgd4/s1600/supermarket.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigH7f4TYS7xdxec_ZLT2_FpodtZQlpwNFmukSopMEMNVKmXZhcoHYiWEA35LQBXQuWV_mz4n0IqGbt1_3_JZOyClNEsVs_RcllxGgBrLWLUEL_imQAlj6hkV_fz0D1kV3p8Q30RUVFZgd4/s1600/supermarket.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: right;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: xx-small;">Fonte: <a href="http://caparicanews.com/wpress/index.php/pingo-doce-na-costa-da-caparica/" target="_blank">qui</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il frigo è vuoto, la
dispensa pure e, quel che è peggio, anche lo stomaco: <b>urge fare i
rifornimenti!</b> Non al mercato, che
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/08/pancia-mia-fatti-mercato.html" target="_blank">già ci siamo stati</a>,
ma al supermercato sotto casa. Scegli tu quale, la salvezza è
vicina.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fare la spesa è sempre
un bel passatempo; farla in un paese straniero è vieppiù
istruttivo: <b>prodotti sconosciuti, abitudini d'acquisto nuove e catene
dai nomi fantasiosi</b>, come ad esempio il portoghesissimo <i>Pingo Doce</i>
(Goccia Dolce), oppure <i>Pão
de Açúcar</i> (Pan di
Zucchero) e <i>Jumbo </i>(entrambi di proprietà della Auchan). Ma per i
meno temerari ci sono anche nomi più rassicuranti come <i>Minipreço</i>,
del gruppo spagnolo Dia, o <i>Continente</i>, portoghese al 100%.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bando alle ciance ed
entriamo col carrello nel nostro supermercato. <b>Reparto frutta e
verdura: cerchi i guanti di plastica per non contaminare le primizie?
Non ci sono</b>. Non ti accorgi della loro utilità quando devi prendere
<a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/01/delle-mele-e-delle-pere.html" target="_blank">mele e pere</a> che non impiastricciano, ma se invece devi
affondare la mano in cassette di ciliege mature e ritirarla fuori
cianotica e appiccicosa, capisci quanto siano indispensabili. Cerchi
la bilancia per pesare quello che hai messo in busta? Non c'è, lo
pesano alla cassa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Andiamo avanti. Che è
'sta puzza di piedi? Sarà la <i><a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2014/05/uno-nessuno-e-centomila-lisboetas.html" target="_blank">varina</a> </i>che ci è passata
accanto? No, è che siamo vicino al reparto baccalà. Come <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2011/12/baccala-il-24-dicembre-vs-baccala-tutto.html" target="_blank">ti ho detto una volta</a>, <b>tutti i supermercati hanno un assortito reparto
di baccalà</b>: essiccato, congelato,
a <i>postas </i>(tranci), <i>desfiado </i>(sfilacciato), ce n'è per tutte le
ricette. Ma noi passiamo oltre, andiamo al banco dei salumi. E qui
un'altra sorpresa: salumi e formaggi sono già in bella mostra
affettati e disposti su appositi vassoi. La cosa non mi ha mai
mandato in solluchero: vuoi mettere la fragranza della mortadella (o
del <i>presunto de porco preto</i>, per restare in ambito lusitano) appena
affettata? Qui te la puoi scordare: chiedi due etti di <i>chouriço </i>e la
banconista preleva le esangui fettine dal vassoio e te le incarta.
Capisci perché non compro mai salumi qui?</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Hai voluto il companatico
e ora giustamente vorrai il pane. Ce n'è quanti ne vuoi, ma io sono
diffidente ormai. Quando compri il pane in Italia, leggi gli
ingredienti e in genere c'è scritto: farina, lievito, acqua, sale. A
volte aggiungono l'olio, altre lo strutto, altre volte farine maltate
e qualche altra porcheria ma la lista degli ingredienti è sempre
breve. Qui no. <b>Anche la pagnotta dall'aspetto più genuino nasconde
intrugli dai nomi inquietanti che ti fanno immediatamente venir
voglia di diventare celiaco</b>. Lo stesso vale per gli yogurt: latte,
zucchero e fermenti lattici sono seguiti da una sfilza di addensanti,
aromatizzanti, agglutinanti, coloranti, edulcoranti e altri -anti
che, se non mi fa né caldo né freddo leggerli sulle confezioni
degli yogurt Nestlé o Danone perché tanto non li compro, mi turbano
non poco quando mi accingo ad acquistare le marche locali, che mi aspetterei più genuine.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Preso tutto? Andiamo alle
casse. Signora mia, c'è sempre fila. Ma ecco che hanno annunciato
l'apertura di un'altra cassa: da noi si andrebbe all'arrembaggio e
chi prima arriva arriva. </span><b style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qui no: gli altri lasciano andare avanti chi
già avanti stava</b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">. Ma questo è un altro discorso che approfondirò
nella giusta sede.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-57344884326253165692014-09-27T18:50:00.000+02:002014-09-27T19:08:22.682+02:00UFFICI PORTOGHESI, EFFICIENZA SCANDINAVA - 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNXRbK6nniZxqK1cPaP4Zul5yXadcHEMN0HEG67t9K6CLu90chjvnplwWL0K9GyZ3Ps2eTgGBdjlZujhX-PFcnJM3Q0_95renw0Yx0I4zOoRy8GvlS2pedSqjRbAJCVi7tPrTd5QtH4aAO/s1600/CML.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNXRbK6nniZxqK1cPaP4Zul5yXadcHEMN0HEG67t9K6CLu90chjvnplwWL0K9GyZ3Ps2eTgGBdjlZujhX-PFcnJM3Q0_95renw0Yx0I4zOoRy8GvlS2pedSqjRbAJCVi7tPrTd5QtH4aAO/s1600/CML.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">I luoghi comuni: <b>uno dice
Portogallo e pensa ad arretratezza, uffici fatiscenti e inefficienza
borbonica</b> (altro luogo comune: il Regno di Napoli era all'avanguardia
nell'organizzazione burocratica e molti stati europei si ispirarono
al suo modello). Invece, dopo quello che ti ho spiegato nel <a href="http://lisbonstorie.blogspot.pt/2014/09/uffici-portoghesi-efficienza-scandinava.html?showComment=1411837636836#c6829301715164184257" target="_blank">post precedente</a>, eccoti una spicciolata di aneddoti per farti ricredere se
hai ancora dubbi (e se non sei portoghese: in tal caso continuerai a
lamentarti).</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Potrei cominciare col
narrarti di quella volta che, avendo necessità di ricevere
un'informazione su un'iniziativa specifica del Comune, una mattina
qualunque ho inviato un'email sapendo che avrei avuto una risposta ma
ignorando che sarebbe giunta con una sollecitudine umiliante: dopo
un'ora. Potrei anche raccontarti di quando un impiegato dell'EPAL
(acqua) <b>mi chiamò sul cellulare informandomi che il documento che
avevo richiesto per realizzare il nuovo impianto idrico mi era stato
inviato per raccomandata ma era tornato al mittente</b>. “Dobbiamo
inviarlo a un altro indirizzo, <i>senhor</i>, o preferisce passare a
prenderlo nei nostri uffici?”.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Potrei raccontarti di
quella volta che, avendo bisogno di un documento già in mio possesso
ma che avevo lasciato a Roma, mi sono recato negli uffici centrali
del Comune e ho chiesto informazioni alla reception per avere un
duplicato. L'impiegata, appurato che si trattava di un documento
emesso un anno prima e quindi già consegnato agli archivi, cioè
digitalizzato, <b>smanetta trenta secondi sul computer, lancia una
stampa e mi dà la copia del documento. Gratis e dopo due minuti</b>.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Potrei anche raccontarti
di quella volta che ero andato al catasto, che nella mia mente,
traviata da un paio di spedizioni in quello della mia simpatica ma
sciocca città d'origine, richiamava scenari da girone dantesco con
orde di rubizzi geometri di provincia che davano pacche sulle spalle
e offrivano caffè (e mazzette?) a torbidi impiegati che infatti non
erano mai al lavoro ma sempre a prendere il caffè. Insomma, ero
andato per chiedere la <i>caderneta predial</i> (il certificato
catastale) e dopo quindici minuti di fila ecco il mio turno. La
gentile impiegata mi chiede il numero di particella, che ignoravo
(“<i>N</i><i>ã</i><i>o
h</i><i>á</i><i>
problema, senhor</i>”). Mi chiede il <i>n</i><i>ú</i><i>mero
de contribuinte</i> (codice fiscale), che naturalmente non era
memorizzato sul mio cellulare (“<i>N</i><i>ã</i><i>o
h</i><i>á</i><i>
problema, senhor</i>”). Mi chiede quindi il mio nome e lì so
rispondere (“<i>Muito bem, senhor</i>”). <b>Dopo due minuti, ecco la
<i>caderneta predial</i> (“<i>Muito obrigada e bom resto de dia,
senhor</i>”)</b>.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Potrei continuare
dicendoti che il passaporto e il <i>cart</i><i>ã</i><i>o
do cidad</i><i>ã</i><i>o</i>
(un documento elettronico che racchiude tutta la vita del cittadino)
vanno <b>prenotati telefonicamente o per email per poi ricevere una
comunicazione con l'invito a recarsi, a una data e un'ora convenuti,
nell'apposito ufficio per sbrigare la pratica</b>. Naturalmente
“sbrigare” è il verbo che si attaglia meglio.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Potrei continuare ma mi
fermo qui. Però permettimi di chiudere con un aneddoto-lampo. Il mio
architetto mi raccontò scandalizzato che una volta, andando in un
ufficio periferico dell'urbanistica, non trovò la carta igienica in
bagno e se ne lamentò con l'usciere. Perché, come immaginerai, i
bagni degli uffici pubblici portoghesi sono delle sale operatorie se
paragonati ai nostri. Per esempio quelli dell'urbanistica del Comune
o quelli delle <i>Finanças</i> <b>sono puliti, nuovi, hanno carta
igienica, sciacquone funzionante, sapone nel dispenser, salviettine
per asciugarsi e serratura che chiude</b>. Lo vedo, stai ridendo. Per non
piangere.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-26350706750433186752014-09-16T16:11:00.000+02:002014-09-16T16:11:15.694+02:00UFFICI PORTOGHESI, EFFICIENZA SCANDINAVA - 1
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4CKwUsH0Yivk9rnbtxsz8TYNk1rfLCrYqS6aUXFtQZVnDADJkiBvXrWriVGYMEbVkGvZVeV23WNaqvTRLGZLjgd9GdmEjFoYDIM025rga-4a4dVpCzxfhR23p0Ba5JZvYn0cAyutdRMgo/s1600/senha.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4CKwUsH0Yivk9rnbtxsz8TYNk1rfLCrYqS6aUXFtQZVnDADJkiBvXrWriVGYMEbVkGvZVeV23WNaqvTRLGZLjgd9GdmEjFoYDIM025rga-4a4dVpCzxfhR23p0Ba5JZvYn0cAyutdRMgo/s1600/senha.jpg" height="250" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Non so come funzionino
gli uffici pubblici delle altre nazioni mediterranee, ma <b>posso dire
con sicurezza che quelli portoghesi, al confronto con quelli
italiani, sono di un'efficienza scandinava</b>. Naturalmente il
portoghese medio, che ama sollazzarsi nell'autocommiserazione e intona
lagne quotidiane contro la sua patria, non lo riconoscerà mai. Però ho i dati di fatto per
sbugiardarlo e soprattutto per far venire a te, italiano/a che non
sei altro, i travasi di bile per l'invidia.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a>
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Avendo comprato e
soprattutto ristrutturato casa, ho frequentato tutti i tipi di uffici
pubblici: catasto (<i>registo predial</i>), ufficio delle entrate
(<i>finanças</i>), ufficio urbanistico, acqua (<i>Epal</i>), luce (<i>EDP</i>) e
compagnia bella. In un solo caso, cioè all'urbanistica, la
burocrazia è stata asfissiante -ma mai sprezzante- quasi quanto
quella italiana, ma <b>in genere è di una rapidità e un'efficienza che
nel Bel Paese nemmeno ci azzardiamo a desiderare</b>.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Tanto per cominciare gli
uffici pubblici portoghesi usano con profitto internet: <b>molte
pratiche vengono sbrigate attraverso la rete e non, come succede in
Italia, con obsolete raccomandate o peggio con odiosi fax</b>. Poi, se
proprio è necessaria la presenza fisica, si può contare su un vero
orario di apertura: dalle 9,00 alle 18,00 con orario continuato, che
per noi italiani è utopia. Ma soprattutto gli addetti sono in genere
sempre servizievoli: infatti l'impiegato che fa il galletto lo
trasformi immediatamente in agnellino semplicemente chiedendo il <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/il-cliente-ha-sempre-ragione.html" target="_blank"><i>Livro de Reclamações</i>, la magica invenzione di cui ti ho già parlato</a>, nata per tutelare i
consumatori e che adesso tutela anche i cittadini tout-court.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Anche le file, che qui
sono seriamente rispettate, sono “user-friendly”. Se prendi un
numeretto (<i>senha</i>) per un tipo di sportello e quando arrivi ti dicono
che hai sbagliato fila, non ti succede come in Italia, dove la culona
o il panzone dietro il bancone grugnirebbe “deve rifare la fila
giusta”. No. <b>L'impiegato/a, dopo aver capito di cosa hai bisogno,
ti reindirizza automaticamente nella fila giusta con lo stesso
numero, così non perdi la priorità acquisita</b>. 'Na favola!</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Ma non è tutto.
Scendiamo nei dettagli. Nella sezione di Urbanistica del Comune, per
esempio, se lo sportellista non sa dare una risposta al tuo quesito,
per esempio a che punto è la pratica per l'emissione della licenza
di costruzione, ti dà il numero interno del tecnico che sta seguendo
la tua pratica (del cui nome tu sei già a conoscenza poiché compare
sui documenti già in tuo possesso), vai nell'atrio, dove all'uopo sono
predisposti dei telefoni, fai il numero dell'interno e il tecnico
risponde al telefono e ai tuoi quesiti. Lo stesso tecnico è altresì
disponibile una mattina a settimana anche per consultazioni
telefoniche. <b>In altre parole, tu sai sempre chi segue la tua pratica
e a che punto è l'iter di approvazione</b>. Un paradiso!</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Se ti stai mangiando il
fegato pensando alla sadica e cinica inefficienza degli uffici
pubblici italiani, <b>conservalo per il prossimo post, ché il bello
deve ancora arrivare</b>.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-83003722864554203842014-08-31T20:14:00.000+02:002014-08-31T20:14:35.266+02:00PANCIA MIA, FATTI MERCATO!
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsiqjnUkMfuLE-ikjwwdnRqNNfajE2q4seSNdpWRz-5TceFiZV0Cxu5Gnryb4wbkVunEatdrE2jRLidso-k47LGYLzUEO6VUzQmYpJqX9Xw2roOUkqBqjCRCqzgAmTKz8QSXeK3_BsYN2v/s1600/mercado-campo-ourique.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsiqjnUkMfuLE-ikjwwdnRqNNfajE2q4seSNdpWRz-5TceFiZV0Cxu5Gnryb4wbkVunEatdrE2jRLidso-k47LGYLzUEO6VUzQmYpJqX9Xw2roOUkqBqjCRCqzgAmTKz8QSXeK3_BsYN2v/s1600/mercado-campo-ourique.jpg" height="211" width="320" /></a></td></tr>
<tr align="right"><td class="tr-caption"><span style="font-family: Times,"Times New Roman",serif;"><span style="font-size: xx-small;">Fonte: <a href="http://www.lisbonlux.com/lisbon-shops/mercado-de-campo-de-ourique.html" target="_blank">qui</a></span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><i>De Espanha nem bom vento
nem bom casamento</i> (dalla Spagna né buon vento né buon matrimonio),
recita un popolarissimo proverbio portoghese, con riferimenti
meteorologici e storici, a testimonianza del fatto che ciò che
arriva dalla confinante nazione è spesso fonte di guai. Però, a
smentita di ciò, <b>di recente a Lisbona è stata introdotta una novità
molto interessante proprio made in Spain che poi, visto il successo
di pubblico, è stata ampliata</b>. <i>Senhoras e senhores</i>, ecco il mercato
in cui non vai con la sporta vuota ma con lo stomaco vuoto.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"></span></div>
<a name='more'></a>
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Fino all'inverno scorso
il mercato di <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/10/a-spasso-per-campo-de-ourique.html" target="_blank"><i>Campo de Ourique</i></a> era un simpatico mercatino rionale con
qualche decina di bancarelle di prodotti dell'orto e di prodotti gastronomici locali. Poi qualcuno, <b>per renderlo un posto un po' più
movimentato ma soprattutto per far sì che non restasse merce
invenduta alla fine della giornata, ha avuto l'idea di applicare un
esperimento</b> che tanto successo ha avuto al mercato San Miguel di
Madrid: oltre alle bancarelle, ecco i chioschi di gourmandise
prêt-à-manger per
portare gente al mercato a tutte l'ore. Perché, si sa, dove se
magna...</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Il successo è stato
immediato. Io stesso, lo scorso inverno, un venerdì sera con <i>Teresa
</i>e una domenica a pranzo con <i>Marcos</i>, ho avuto difficoltà a trovare un
tavolino libero. C'è di tutto: la macelleria che ti serve succulenti
tagli di carne alla griglia o alla piastra, la pescheria che ti offre
ostriche che ancora pulsano a due euro l'una, la rosticceria con ricchissime <i>empadas </i>e
fritti vari, la <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/peccati-di-gola-e-di-convento.html" target="_blank">pasticceria </a>con tutte le ghiottonerie lusitane... <b>un
trionfo di sapori che si protrae ogni giorno fino a notte fonda (per
l'esattezza fino alle due nei weekend e fino alle undici le altre
sere)</b>.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Così, visto il
successone del mercato di <i>Campo de Ourique</i>, il Comune in primavera ha
lanciato una gara d'appalto per applicare lo stesso principio al più
grande mercato della città, quel <i>Mercado da Ribeira</i> al <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/01/dove-cera-una-bettola-adesso-ce.html" target="_blank"><i>Cais do Sodré</i></a> che, a dispetto
della maestosa apparenza e dei numerosi chioschi di fiori, negli
ultimi anni aveva più l'aspetto di un rantolante mercato sovietico
che quello di un ubertoso richiamo del gusto. Detto, fatto: la gara
d'appalto, vinta dalla rivista Time Out, ha concepito <b>un nuovo
lay-out con una ventina di bancarelle gestite dai più prestigiosi
ristoranti e pasticcerie della città e un'area centrale riservata ai
tavoli in cui consumare le prelibatezze a prezzi proletari</b>. Devo dire
che l'effetto finale è un po' sagra di paese, però se serve a
ridare lustro e ossigeno a un'agonizzante istituzione del commercio
al dettaglio della città, ben venga. Perché naturalmente, accanto
ai chioschi dove ci si abbuffa, ci sono anche le bancarelle di
frutta, verdura e altri generi alimentari come si conviene a un
mercato degno di tal nome.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Così ora, quando vai a
fare la spesa, compri quello che ti serve per la cena mentre
l'argomento pranzo, visto che ci sei, lo liquidi con qualche euro e
un'abbuffata come si deve. <b>E torni a casa con sporta e stomaco doviziosamente pieni.</b></span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-1153727324764953534.post-30538385154286627862014-07-27T22:29:00.000+02:002014-08-19T09:46:07.838+02:00LISBOETA AL VOLANTE...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnEu3LAOaAvcOv_E-H7MXD2AE7WeJlQo54XQaUwITMKx0KB2ueLlz56l6c4h2JQol8wSh2ZfaeCnBZHZCIvZ7PpvDWkHiWXGvMVpn3s8cZxzxVEC1IwCdB7EuKlRB7sY3HzfjBZh2EPanq/s1600/Traffico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnEu3LAOaAvcOv_E-H7MXD2AE7WeJlQo54XQaUwITMKx0KB2ueLlz56l6c4h2JQol8wSh2ZfaeCnBZHZCIvZ7PpvDWkHiWXGvMVpn3s8cZxzxVEC1IwCdB7EuKlRB7sY3HzfjBZh2EPanq/s1600/Traffico.jpg" height="175" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">A conferma del fatto che, come lessi una volta sulla rubrica “Forse non tutti
sanno che...”, chi più è intelligente meno ama stare al volante,</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> io detesto guidare</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">.
E allora il mio amore per Lisbona sarà dovuto anche al fatto che, a
differenza delle altre città in cui generalmente risiedo,
<b>diligentemente non faccio uso dell'auto ma mi servo di tutti i mezzi
che la città con efficienza mi offre</b>. Ma mi è pur capitato di avere
un volante tra le mani per le vie di Lisbona, e ho capito una cosa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">C'è un'abissale
differenza tra la conoscenza che hai della città quando sei un
pedone e quella che ne hai quando sei un automobilista. In altre
parole: <b>se da pedone Lisbona per me non ha segreti, quando guido è
un continuo sussultar di coronarie</b>: e adesso dove vado? e ora dove
svolto? e di qua dove si riesce? Un vero e proprio thriller che si
consuma sulla <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2012/02/attento-dove-metti-i-piedi.html" target="_blank"><i>calçada </i></a>e ancor più sull'asfalto delle varie <a href="http://lisbonstorie.blogspot.it/2013/07/via-di-la-piazza-di-qua.html" target="_blank"><i>avenidas</i></a> trafficate a ogni ora del giorno e della notte.</span><br />
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Per non parlare delle
tangenziali generosamente disseminate nel tessuto urbano per mano di
qualche sadico ingegnere che voleva far scontare all'umanità colpe
di cui non è consapevole: <b>l'<i>Eixo Norte-Sul</i>, la <i>Segunda Circular</i> e
altri nomi in codice sono il materializzarsi delle peggiori paure
recondite dell'Es alla guida di un'utilitaria</b>. Entri e non sai che
direzione prendere; entri e non sai se ne uscirai vivo.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Il traffico di Lisbona
però, tutto sommato, è zucchero per chi è abituato alla follia
delle strade romane. Sicuramente anche qui ci sono i furbetti del
volante, chi parcheggia in doppia fila, chi non rispetta le
precedenze e chi passa col rosso, ma in quantità infinitesimale
rispetto alla nostra capitale. <b>In linea di massima gli automobilisti
sono più disciplinati e soprattutto pazienti</b>, pure troppo per i miei standard, visto che tollerano i morti di sonno che si attardano sulla sede stradale. Perché non si pensi
che il traffico non ci sia (una volta dal <i>Conde Barão</i>
a <i>Santa Apolónia</i> ho
impiegato un'ora d'orologio, il doppio che se fossi andato a piedi):
semplicemente aspettano senza attaccarsi al clacson dopo un secondo
come siamo abituati a fare noi. E, cosa da non sottovalutare, si
fermano a ogni attraversamento pedonale se solo vedono un'ombra di
pedone appropinquarsi al ciglio della strada.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">E pensare che questa era
una terra di incidenti e vittime da far paura. <b>Ancora fino a una
dozzina di anni fa il Portogallo era il paese europeo con la maggior
mortalità stradale: ogni anno si contavano migliaia di vittime</b>.
Troppe, per un paese di appena dieci milioni e qualche spicciolo di
abitanti. Poi il governo si è messo a lavorare e, grazie a massicci
finanziamenti europei per ammodernare la rete stradale e
autostradale, campagne per sensibilizzare l'opinione pubblica e
soprattutto controlli capillari su strada con multe e ritiri di
patente, nell'arco di un decennio <a href="http://www.estradasdeportugal.pt/index.php/pt/areas-de-atuacao/seguranca-rodoviaria/58-evolucao-da-sinistralidade-rodoviaria-" target="_blank">la <i>sinistralidade rodoviária</i> è drasticamente diminuita</a>, diventando addirittura inferiore alla
media europea. È stata fatta tanta strada, è il caso di dirlo.</span></div>
Graziano Stanzianihttp://www.blogger.com/profile/16705585261747368055noreply@blogger.com4